CPT pubblica il rapporto sulla visita nel carcere di Imralı

Il Consiglio del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e di Trattamenti e Punizioni Inumane o Degradanti (CPT) ha rilasciato un rapporto redatto dopo che una delegazione del CPT ha visitato il carcere chiuso di massima sicurezza di tipo F di Imralı dal 16 al 17 gennaio 2013. Il rapporto è stato adottato dal CPT in occasione dell’80° incontro svoltosi dal 4 all’8 marzo 2013.

Il CPT dice che lo scopo principale della vista del gennaio 2013 era di verificare sul posto le misure prese dalle autorità turche per attuare le raccomandazioni fatte dal Comitato nel rapporto sulla visita al carcere di Imralı del gennaio 2010.

Il CPT ha anche osservato che la delegazione ha intervistato individualmente ed in privato i sei prigionieri attualmente detenuti nel carcere di Imralı ed esaminato documenti amministrativi e sanitari. Si è anche consultato con la direzione e lo staff del carcere e con il coordinatore sanitario e il medico di turno in occasione della visita.

Il rapporto afferma che il 12 febbraio 2013, il presidente del CPT ha incontrato a nome della delegazione il Ministro della Giustizia, Sadullah ERGIN, e il Direttore Generale delle Carceri e dei Centri di Detenzione, Mustafa ONUK, così come altri funzionari del Ministero della Giustizia e degli Affari Esteri e presentato loro le osservazioni preliminari della delegazione.

Secondo il rapporto, come nel 2010, la delegazione del CPT non ha ricevuto segnalazioni e non ha trovato altre prove di maltrattamenti nei confronti dei prigionieri da parte del personale del carcere di Imralı. Al contrario, in genere i detenuti si sono espressi favorevolmente sul modo in cui vengono trattati dalla direzione e dai funzionari del carcere.

Il CPT ha osservato che Abdullah Öcalan recentemente è stato dotato di un televisore, allineando così la sua situazione a quella di tutti gli altri detenuti nel carcere di Imralı. Il Comitato riferisce volentieri che la raccomandazione ripetuta più volte su questo argomento a seguito di precedenti visite ha finalmente avuto un seguito.

Per quanto riguarda il regime di detenzione, il CPT ha valutato favorevolmente il fatto che la quantità di ore che i prigionieri possono passare all’aria aperta dopo la visita del gennaio 2010 è stata sostanzialmente raddoppiata portandola da due a quattro ore (due volte due ore) al giorno, compresi i fine settimana. E al momento della visita del gennaio 2013, tutti i prigionieri godevano di quattro ore di esercizio all’aperto con la sola eccezione di Abdullah Öcalan.

“Nella loro lettera del 24 febbraio 2010, le autorità turche hanno affermato che “il tempo all’aria aperta è ora esteso a quattro ore per decisione del Consiglio di Amministrazione e di Osservazione dal 4 febbraio 2010. Vogliate prendere nota del fatto che il detenuto Öcalan è attualmente escluso da questa pratica per via delle due condanne all’isolamento che ha ricevuto, che vanno ora attuate. Tuttavia, anche il detenuto Öcalan avrà modo di godere del prolungamento del tempo all’aperto una volta che il Comitato di Amministrazione e di Osservazione sarà convinto della sua buona condotta in futuro,” ha detto il CPT.

Durante la visita del 2013, la delegazione è stata informata che l’ultima sanzione disciplinare riguardante Abdullah Öcalan è terminata il 19 dicembre 2011 e che Abdullah Öcalan ha automaticamente acquisito lo status formale di “buona condotta” dodici mesi dopo, dato che nessun altro provvedimento disciplinare era stato avviato nel frattempo. Nonostante questo, resta il fatto che ad Abdullah Öcalan è consentito di godere solo due ore (due volte un’ora) di esercizio quotidiano all’aperto.

Secondo il rapporto del CPT, le autorità turche hanno mancato nell’attuare raccomandazioni specifiche fatte dal Comitato dopo la visita del 2010 rispetto all’esercizio all’aperto dei detenuti. In primo luogo resta il fatto che i prigionieri sono costretti a passare le ore di esercizio all’aperto da soli nel cortile adiacente alla cella e, in secondo luogo il fatto che i cortili adiacenti alle celle singole sono ampiamente sottodimensionati (con una superficie di 24 m² circondata da muri alti sei metri) per dare la possibilità ai prigionieri di fare esercizio fisico.

“Riassumendo, su un totale di 168 ore settimanali, i prigionieri possono stare fuori dalle proprie celle fino a 36 ore (22 ore per Abdullah Öcalan), ma possono avere contatti con altri detenuti solo otto ore a settimana; in altre parole, vengono tenuti in isolamento per 160 ore a settimana “, si afferma nel rapporto.

A questo riguardo il CPT ha notato che una situazione paradossale già esistente nel periodo dell’ultima visita è diventata permanente.

Con riferimento all’impatto positivo del trasferimento di altri cinque prigionieri sull’isola nel 2009 sulla situazione di Abdullah Öcalan, il CPT ha aggiunto che “prima del loro trasferimento ad Imralı, i prigionieri in questione in genere erano stati in grado di stare insieme ad altri due prigionieri delle celle adiacenti in un cortile comune per fare esercizio per alcune ore al giorno. Tuttavia nel carcere di Imralı, veniva loro impedito di avere simili contatti durante la permanenza nel cortile e, come indicato più sopra, erano rinchiusi in isolamento nelle proprie celle per la maggior parte del tempo.”

Il CPT ha anche raccomandato che ad Abdullah Öcalan venga consentito di avere contatti con altri prigionieri durante la sua permanenza all’aria aperta; e nel rapporto sulla visita del 2010 viene indicato che non c’è alcuna giustificazione per negare tale contatto.

Il CPT ha osservato che il Comitato vorrebbe ricevere, su base mensile per i prossimi tre mesi, una relazione dettagliata di tutte le attività all’aperto offerte ai prigionieri nel carcere di Imralı e di tutte le attività effettivamente svolte (inclusa l’indicazione del numero di prigionieri coinvolti).

Più in generale, il CPT ha ancora una volta sottolineato che il regime applicato a prigionieri che scontano una condanna al carcere duro a vita risente di un difetto di fondo che deve essere rivisto non solo nel carcere di Imralı, ma nel sistema carcerario nel suo complesso.

Il CPT ha anche attirato l’attenzione delle autorità turche sul fatto che la Sezione 7 della Raccomandazione Rec (2003) 23 sulla gestione da parte dell’amministrazione carceraria di ergastolani e altri prigionieri con pene di lunga durata (adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 9 ottobre 2003), che enfatizza che i prigionieri condannati all’ergastolo non devono essere segregati dagli altri prigionieri solo a causa della propria condanna.

Il Comitato ha reiterato la sua raccomandazione che le autorità turche riconsiderino la loro politica nei confronti dei prigionieri con sentenze di carcere duro a vita alla luce delle osservazioni sopraccitate e di conseguenza modifichino la relativa legislazione.

Mettendo in rilievo che garantire ai prigionieri adeguati strumenti di contatto con il modo esterno è un fattore chiave per una protezione a tutto campo contro i maltrattamenti, il CPT a questo riguardo ha affermato che è motivo di grave preoccupazione il fatto che Abdullah Öcalan non ha potuto ricevere visite dei propri avvocati fin dal luglio 2011.

Il CPT ha notato che gli altri cinque prigionieri detenuti nel carcere di Imralı hanno continuativamente rifiutato di incontrare i propri avvocati dall’aprile 2011, asseritamente per protestare contro la decisione presa all’epoca dall’amministrazione carceraria di monitorare e registrare le loro conversazioni con gli avvocati.

Il rapporto fa notare che nell’incontro con il Ministro della Giustizia del 12 febbraio 2013, il presidente del CPT ha reiterato la posizione del Comitato, secondo la quale ogni volta che, in casi eccezionali, venga negato l’accesso ad un particolare avvocato perché sussiste il sospetto che venga usato come strumento per trasmettere istruzioni collegate ad attività terroristiche o ad altre attività criminali, deve essere garantito l’accesso ad un altro avvocato indipendente. Durante la discussione che ne è risultata – si riferisce nel rapporto – il Ministro della Giustizia ha affermato che il governo turco sta attivamente lavorando ad una soluzione al problema dell’accesso ad un avvocato.

Con riferimento agli Articoli 3 e 10, paragrafo 2, della Convenzione, il CPT ha chiesto alle autorità turche di prendere i provvedimenti necessari – senza ulteriore indugio – per garantire che tutti i prigionieri nel carcere di Imralı siano in grado, se lo desiderano, di ricevere viste da un avvocato.

Il CPT è stato lieto di notare che i servizi medico-sanitari nel carcere di Imralı sono stati significativamente migliorati alla luce delle raccomandazioni e dei commenti fatti dal Comitato dopo la visita del 2010, aggiungendo che un medico del servizio sanitario pubblico è stato nominato coordinatore del carcere ed è presente regolarmente sull’isola (in media una volta ogni tre settimane) e coordina il lavoro dei medici che sono distaccati sull’isola.

Il CPT ha reiterato la sua raccomandazione che il Ministero della Giustizia prenda provvedimenti immediati – in collaborazione con il Ministero della Salute – per garantire che il principio della riservatezza medica venga pienamente rispettato nel carcere di Imralı.

Il rapporto fa notare che negli ultimi anni ad Abdullah Öcalan sono state imposte dodici sanzioni disciplinari sotto forma di isolamento della durata di 20 giorni per non aver rispettato le regole in essere rispetto alle visite; tuttavia, per molto tempo, l’attuazione di queste sanzioni è stata temporaneamente sospesa.

“La delegazione è stata informata che nel corso del 2011, tutte le suddette sanzioni sono state attuate in una volta sola, con la conseguenza che Abdullah Öcalan è stato tenuto in cella di isolamento per un totale di 240 giorni. Un tale stato delle cose è totalmente inaccettabile. Secondo il parere del CPT, ci sarebbe dovuta essere un’interruzione di diversi giorni del regime di isolamento dopo aver scontato ciascuna sanzione “, ha sottolineato il rapporto.

Il CPT ha raccomandato che le autorità turche prendano le misure necessarie per garantire che nel carcere di Imralı non si ripeta un tale periodo prolungato di isolamento di un prigioniero.

Il rapporto ha aggiunto che è deplorevole che le visite da parte del comitato per il monitoraggio del carcere di Imralı non si svolgano con maggiore frequenza, come previsto dalla legge.

Il CPT ha ricordato che, secondo la Sezione 7 della legge sui comitati di monitoraggio delle carceri del 14 giugno 2001, ogni carcere deve essere visitato dal comitato competente almeno una volta ogni due mesi.