Contese ripetono l’errore dell’Iraq anche in Siria.

Da Michael Rubin – No, questo non è un post sulla saggezza di usare la forza militare in Iraq o in Siria. Molto prima che la decisione di andare a invadere l’Iraq per rovesciare Saddam Hussein, gli Stati Uniti si sono confrontati con una decisione su come affrontare l’autonomia curda.

Quasi subito dopo che l’amministrazione di George H.W. Bush ha deciso di rilasciare Guardia Repubblicana irachena e altri prigionieri di guerra catturati durante l’operazione Desert Storm, Saddam Hussein ordinò alle sue truppe di attaccare sia gli sciiti iracheni nel sud dell’Iraq che i curdi nel nord del paese. Sotto la spinta della Turchia, che non ha permesso ai milioni di profughi curdi di stanziarsi nel suo territorio, gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito hanno creato una no-fly zone che ha fornito lo spazio necessario per i curdi iracheni di creare una propria amministrazione. Ho visitato per la prima volta la zona di sicurezza curda irachena nove anni più tardi, rimanendo circa nove mesi, scrivendo in quel periodo sul New Republic alcuni dispacci. Il Kurdistan iracheno era stabile e sicuro, protetto dalla violenza che affligge il resto dell’Iraq. Tuttavia, è rimasto un centro isolato, sotto assedio e sotto sanzioni internazionali perché parte dell’Iraq, ma anche sotto attacco dello stesso Saddam Hussein. Mentre alcuni diplomatici statunitensi mi hanno incoraggiato ad andare sul loco in maniera privata, i più zelanti, ad esempio un funzionario consolare di Ankara, mi avvertito che avrebbe preso in considerazione quello che stavo facendo in maniera illegale poiché stavo utilizzando un passaporto americano per viaggiare in un territorio che ufficialmente era Iraq; sono andato comunque.

Quasi 23 anni dopo, i curdi iracheni hanno stabilito la loro autonomia di fatto. Oggi, come Segretario di Stato John Kerry fa visita alla Francia per cercare di convincere le varie fazioni a prender parte alla II Conferenza di Ginevra che si terrà in questo mese, ma un gruppo rimane decisamente fuori dagli inviti ufficiali: il Partito dell’unione democratica (PYD) che controlla Rojava, una zona multietnica, multi confessionale e de facto autonoma nel nord-est della Siria. Come ho detto prima, a Rojava , i bambini vanno a scuola, i negozi sono aperti, e gli uomini e le donne svolgono i loro affari. I cristiani professano la propria fede liberamente, come fanno i musulmani. Non tutto è ben organizzato in Rojava: il Fronte al Nusra e gli elementi più radicali dell’opposizione siriana hanno attaccato la zona laica varie  volte, ma proprio la milizia di Rojava ha battuto con successo gli affiliati di al-Qaeda rimandandoli indietro.

I diplomatici statunitensi inseriscono i curdi siriani nella lista nera per una serie di motivi:

Essi accusano i curdi siriani di non cooperare con l’ opposizione. Accusano il leader del PYD Salih Muslim di collaborare con le milizie di Bashar al-Assad. Accusano Rojava di emarginare gli altri gruppi. E il Dipartimento di Stato diffida dall’offendere la sensibilità della Turchia, riconoscendo un’altra entità curda nelle zone di confine. Nessuna di queste è una buona ragione e, anzi, in molti casi, sono semplicemente idee errate. I curdi siriani collaborano con l’opposizione, ma hanno anche messo in guardia gli Stati Uniti più volte circa la crescente radicalizzazione dell’opposizione. Questo è un messaggio che il Dipartimento di Stato non ha voluto accogliere. Inoltre chiedono che l’opposizione riconosca il proprio diritto all’autonomia, una richiesta accettata da tempo ai curdi dell’Iraq.

Salih Muslim nega fortemente di collaborare con le milizie di Bashar al – Assad, anche se riconosce che comunica con tutti i gruppi. Questo è effettivamente ciò che John Kerry ha auspicato facendo pressioni  per Ginevra II. Dato come i curdi siriani hanno sofferto sotto il regime baathista, i funzionari PYD si sento particolarmente offesi dall’essere avvicinati alla figura di Assad.

Al governo regionale del Kurdistan in Iraq non piace la situazione che si sta creando in Rojava perché non piace la concorrenza. Masud Barzani, presidente del Kurdistan iracheno, non è mai stato in grado di mettere da parte la sua mentalità tribale. A molti curdi siriani non piace il Partito Democratico del Kurdistan iracheno  perché le sue politiche tribali sono poco attraenti per la mentalità curdo- siriana. Inoltre, molti curdi siriani, anzi, la stragrande maggioranza sembra favorevole a gruppi politici più vicini ai curdi della Turchia.

La Turchia, naturalmente, odia Rojava e si oppone ad un’autonomia curda, soprattutto perché Rojava mantiene stretti rapporti con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che da anni ha intrapreso un’insurrezione contro la Turchia. Tale insurrezione è finita, però, e la Turchia ha avviato dei colloqui di pace con gli ex ribelli. È ironico che il Dipartimento di Stato abbia tali diversi atteggiamenti verso la Turchia, uno stato che ha sostenuto gli affiliati di al – Qaeda in Siria, ha perseguito politiche che compromettono i sistemi della NATO in Cina, e ha aiutato l’Iran ad evitare le sanzioni.

L’ultima cosa che gli Stati Uniti dovrebbero fare è sradicare l’unica stabile, secolare, democratica e funzionante sezione della Siria. Ma questo è esattamente ciò che il Presidente Obama e il Segretario di Stato John Kerry sembrano intenzionati a fare. Piuttosto che trattare Rojava come un paria, è il momento gli Stati Uniti lo trattino come un modello da seguire.

Fonte : commentarymagazine.com