Comunicato stampa del movimento europeo delle donne curde

Il 9 gennaio 2013 tre militanti curde Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Saylemez sono state assassinate a Parigi. Dopo gli assassinii, col passare del tempo i documenti, i nastri e tutte le testimonianze si sono concentrati verso i servizi segreti turchi (MIT) come organizzatori e autori di questo attacco efferato.

Il pubblico ministero dopo l’ indagine ha raccolto prove e documenti che sono stati presentati in tribunale a maggio. Nonostante questo il processo non è stato avviato. Dopo la battaglia del popolo curdo per iniziare il processo e fare giustizia, il tribunale ha annunciato che sarebbe iniziato il 5 dicembre 2016, ma poi è stato spostato al 23 gennaio 2017.

Durante questo periodo la salute di Omer Guney ha costantemente ritardato il procedimento. Anche se le condizioni di salute di Omer Guney erano note alle autorità francesi, il fatto che il processo sia stato ritardato dimostra che lo Stato francese ha impedito che la giustizia facesse il suo corso. Abbiamo sempre detto che il ritardo nei procedimenti avrebbe consentito a Omer Guney – l’unico indagato nel caso – di essere rapito o ucciso in modo da nascondere i fatti su questo assassinio politico.

Siamo arrivati al punto in cui, poco prima della data di inizio del procedimento giudiziario, il deterioramento della salute di Omer Guney ha determinato da parte del pubblico ministerola decisione del suo rilascio il 19 dicembre, ma l’assassino è morto prima.

Il governo francese ha agito in conformità con i propri interessi politici ed economici, senza permettere che l’unico sospettato comparisse di fronte al giudice e alla giuria per essere giudicato, ritardando il caso, in modo che la verità non venisse fuori, con la complicità dello stato turco. Lo stato francese e turco hanno collaborato per impedire che le indagini sul massacro non fossero svolte in modo corretto.

Ci sono stati 25 omicidi politici in Francia e nessuno è mai stato condannato. Gli omicidi sono sempre stati coperti e la responsabilità dello Stato francese non è mai venuta alla luce. Per la prima volta nel caso delle tre donne curde un sospettato è stato arrestato e questa volta ci sarebbe stata l’opportunità di fare giustizia sul crimine. Le forze oscure tuttavia hanno lavorato mano nella mano per fermare il processo.

Noi donne curde sappiamo che questo caso è un caso politico e che questo processo potrebbe far luce su molti aspetti della questione curda. Coloro che non vogliono una soluzione alla questione curda e i guerrafondai hanno bloccato le prove contro l’unico sospettato e hanno quindi bloccato la soluzione di questo caso politico e della questione curda.

Noi donne curde non dimenticheremo mai questo caso. Questo caso ha danneggiato la coscienza del popolo. Pertanto insieme alle persone etiche e di coscienza di tutto il mondo cercheremo le prove della collaborazione dello stato francese sull’omicidio dello Stato turco.

Facciamo appello a tutte le donne curde, al popolo curdo e ai loro amici perché dimostrino la rabbia contro le azioni dello Stato francese per chiedere giustizia. Ci rivolgiamo a tutte e tutti per organizzare e partecipare alle manifestazioni di massa nelle ambasciate francesi.

Inoltre il 7 gennaio a Parigi invitiamo tutte e tutti a partecipare alla marcia di massa per dimostrare all’AKP, ai suoi collaboratori e al governo fascista di Erdogan che siamo tutti Sakine, Fidan e Leyla. La forza della verità vincerà contro il potere dei dittatori, finché tutte le persone coraggiose continueranno a resistere per la verità.

TJKE