“Ci stanno massacrando e il mondo resta a guardare”
Hursit Kasikkirmaz, curdo in Ticino da 25 anni, lancia un appello per il suo popolo e dice: “Questa non è una guerra di religione. L’Isis fa l’interesse degli Stati Uniti”
“Noi curdi scendiamo nelle piazze di tutta Europa per denunciare la tragedia che stiamo subendo a causa del terrorismo dell’Isis e per richiamare la comunità internazionale, affinché intervenga per porre fine a questa mattanza”. Hursit Kasikkirmaz, operaio 49enne, rappresentante della comunità curda, e già candidato nel 2011 per il Gran Consiglio nella lista dell’MPS-Partito Comunista e al Consiglio comunale di Lugano nel 2013, ci parla durante la manifestazione di sabato in piazza Cioccaro a Lugano. Sulla sua spalla è appoggiata una bandiera della vecchia Unione Sovietica, quella rossa con falce, martello e stella a cinque punte.
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“E’ in atto una guerra sporca” – I parenti di Hursit vivono in Turchia, ai confini con la Siria. L’uomo, da una vita in Ticino (“sono qui ormai da 25 anni”), costretto a lasciare la Turchia nel 1988 a causa del suo impegno politico, segue con grande apprensione gli sviluppi della guerra atroce e del massacro che si sta consumando nel suo Kurdistan, tra Siria e Iraq. Le milizie dello Stato Islamico (Isis), guidati da ex generali sunniti iracheni in rivolta contro la maggioranza sciita irachena, avanzano senza pietà. A Kobane, città siriana ai confini con la Turchia, la resistenza dei curdi è estenuante ed eroica. “E noi siamo qui per chiedere aiuto. La Turchia sta a guardare e nessuno fa nulla per fermare l’Isis”, ci dice preoccupato Hursit. “Quello che sta accadendo laggiù è disumano. Nel Kurdistan è in atto una guerra sporca. Ed è legata, ancora una volta, alla contesa tra le grandi potenze mondiali. Grandi potenze che mirano al potere sul Medio Oriente per potersi assicurare il controllo della regione a livello strategico-politico e i suoi giacimenti petroliferi”.
“Il mondo resta a guardare” – E il popolo curdo si trova proprio in mezzo a questo scenario di guerra di potere. “Un popolo composto da 40 milioni di persone, diviso tra Iran, Iraq, Siria e Turchia e da mille anni senza la dignità di uno Stato proprio”. Un popolo lasciato solo: “Il mondo si è sempre disinteressato della causa curda. Ed anche oggi, con il massacro che si sta consumando, resta semplicemente a guardare”, continua Hursit, riferendosi alle persecuzioni che stanno subendo le popolazioni di etnia curda in Iraq e in Siria.
Come mai nessuno riesce a fermare l’Isis? Perché stanno continuando a fare quello che stanno facendo?. E’ lo stesso Hursit a rispondere: “L’Isis non piace a nessuno, eppure stanno facendo gli interessi di qualcuno. E quel qualcuno li lascia fare, lascia che continuino”.
“E’ da mille anni che chiediamo che il mondo ci aiuti” – Nell’indifferenza del mondo, l’Unione Europea ha però dato il via libera alla fornitura di armi per i Peshmerga, nonostante i timori che queste armi finiscano al PKK, il partito dei lavoratori curdo considerato terroristico da Turchia, Stati Uniti ed Unione Europea, il cui leader, Abdullah Öcalan, detto Apo, è in prigione dal 1999. “Noi auspichiamo un intervento internazionale. E’ da mille anni che chiediamo aiuto al mondo. La fornitura di armi ai Peshmerga è positiva. La zona curda in Iraq è l’unica ad essere riconosciuta internazionalmente, le altre no. Noi chiediamo che la comunità internazionale riconosca anche i curdi che vivono nelle altre zone, lo Stato curdo e la sua indipendenza”.
“Una guerra di interesse economico” – Un popolo, quello curdo, di maggioranza musulmana sunnita, con minoranze yeside, alevite, cristiane. “Vede, anche l’Isis è sunnita. Questa non è una guerra di religione, ma soltanto e ancora una volta di interesse economico. L’Isis parla di religione, dicono di voler fondare uno Stato islamico, ma noi non gli crediamo. Lo sanno anche loro che non ci riusciranno mai, perché sanno che nessuno mai li riconoscerebbe. Stanno semplicemente facendo del terrorismo, nell’interesse delle grandi potenze mondiali, in particolare modo degli Stati Uniti”. Hursit, semplificando, descrive in poche parole la situazione attuale e lo scontro che si sta consumando in Medio Oriente: “Gli sciiti (maggioranza degli iracheni, Iran e Siria, ndr) stanno dalla parte del blocco di Russia-Cina-Iran e i sunniti dalla parte del blocco Stati Uniti ed Unione Europea. E in questa guerra tra i due blocchi, l’Isis, sta dalla parte degli americani, anche se questi ultimi stanno facendo dei bombardamenti, a favore dei loro grandi interessi”.
Conferenza pubblica – Per chi è interessato alla questione curda, martedì 21 ottobre 2014, alle ore 20:15, al Salone COSMO di Massagno, sotto il cinema Lux, il ForumAlternativo organizza la conferenza pubblica dal titolo “La resistenza del popolo curdo contro l’Is e quale soluzione: l’autonomia democratica in Rojava”. Alla serata parteciperà Ozlem Tanrikulu, Presidente dell’Ufficio del Kurdistan in Italia e Membro di Congresso Nazionale del Kurdistan.
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