Bolzano Manifestazione Sabato 5 novembre 2016, ore 12, Piazza Mazzini.

Manifestazione Sabato 5 novembre 2016, ore 12, Piazza Mazzini,

Turchia sempre più verso il baratro
Arrestata nella notte la leadership del partito di opposizione HDP

L’arresto di giovedì notte di 11 deputati e portavoce del Partito Democratico dei Popoli (HDP) rappresenta il culmine della strategia iniziata nel 2015 dal governo turco del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) guidato da Recep Tayyip Erdoğan.

Il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta nelle elezioni del giugno 2015 ma soprattutto la vittoria del HDP che con il 13% dei voti portava nel parlamento turco la voce non solo della comunità curda ma anche dei democratici turchi che hanno manifestato la loro opposizione al progetto autoritario confessionale rappresentato da Erdogan, hanno portato il governo turco ad adottare una strategia della tensione.

Il governo turco ha rotto deliberatamente la tregua con il Partito dei lavoratori del Kurdistan PKK che durava dal 2013 e ha boicottato la volontà di dialogo dell’HDP per una soluzione politica e democratica al conflitto civile in Turchia.

Le mire espansioniste del governo dell’AKP hanno intrecciato la repressione contro il movimento curdo e democratico in Turchia e l’attacco al progetto multietnico democratico e di genere del Rojava nella guerra civile siriana. Gli attentati rivendicati dall’ISIS nello stato turco a Suruc nel luglio 2015 (33 morti), ad Ankara nel novembre 2015 (103 morti), a Gaziantep nell’agosto 2016 (54 morti) contro il movimento curdo e pacifista, sono stati il pretesto per attaccare militarmente e politicamente l’opposizione curda e il Rojava.

La responsabilità del governo turco nella guerra civile siriana con il sostegno a milizie fondamentaliste e la continuità con l’ISIS documentata da innumerevoli prove e il ricatto all’Unione Europea con l’accordo sui rifugiati che questa guerra ha provocato, oltre alla strumentalizzazione del tentato colpo di stato del luglio 2016, definito da Erdogan come “una benedizione di Dio”, ha dato vita ad una repressione sistematica di qualsiasi opposizione.

L’ambiguità della politica statunitense e russa nei confronti delle guerre siriana e irachena hanno permesso ad Erdogan di avere carta bianca nella violazione dei diritti umani civili nei confronti della popolazione curda e turca democratica. Dal settembre 2015 quartieri e città come Cizre, Nusebyn Sirnac, Sur quartiere di Dyabakir, Yuskekova, sono state rase al suolo dall’esercito turco. La repressione è continuata con l’arresto di sindaci e consiglieri comunali e il commissariamento dei municipi (l’ultimo quello dei co sindaci di Diyarbakir Gultan Kisanak e Firat Anli).

Contemporaneamente il governo ha chiuso i mezzi d’informazione curdi e democratici non solo in Turchia ma anche all’estero (tra cui anche la televisione per bambini Zarok TV) e ha fatto approvare la legge che toglie l’immunità parlamentare ai deputati curdi. Il silenzio dell’Unione Europea è stato assordante prima sul ripetuto richiamo alla restaurazione della pena di morte e adesso sull’arresto dei deputati e del portavoce dell’HDP.

Il falso pretesto della lotta al terrorismo favorisce la politica terrorista del governo Erdogan.

Chiediamo ai rappresentanti politici della nostra città e della provincia di pronunciarsi contro l’arresto di uomini e donne rappresentanti di cittadini che chiedono giustizia, democrazia pluralistica e di genere, pace