Avviso urgente per il nord della Siria

Inizio della resistenza in Siria e stabilimento di un’amministrazione regionale autonoma.
Più di 2 anni fa, il 15 marzo 2011, quando alcuni studenti in Daraa scrissero lo slogan in riferimento alla Primavera araba sui muri, il governo siriano rispose tanto violentemente che tuttora resistenza e conflitto sono in corso.

Le attitudini politiche anti-democratiche, oppressive e pericolose, violazioni di diritti umani del regime siriano hanno portato alla ribellione del popolo siriano. Questa ribellione, supportata da tutte le parti della società, contro l’oppressione era già iniziata dai curdi nella regione a maggioranza curda nel nord della Siria nel 2004. La ribellione era iniziata a Qamishli e successivamente ha attraversato tutte le città curde. Sfortunatamente durante i 13 giorni della ribellione 37 giovani attivisti curdi sono stati ammazzati e centinaia di loro arrestati dall’esercito siriano.

7 anni dopo le dimostrazioni nella regione curda dimostrazioni democratiche e pacifiche sono iniziate in Siria nuovamente nel 2011. Il regime siriano ancora una volta ha scelto la misura violenta e le aree colpite dalle dimostrazioni sono state attaccate dall’esercito siriano. Il risultato è stato di migliaia di persone ferite e ammazzate. Dopo la violenta risposta, le dimostrazioni si sono trasformate in lotta armata. I gruppi anti-secolari in Siria hanno iniziato a partecipare al Libero esercito siriano e deciso di rispondere alla violenza del governo siriano. Ma la società organizzata curda ha deciso di non prendere parte né al regime siriano né alla lotta armata ma ha scelto la terza via di una strada democratica e pacifica.

Scegliendo una strada democratica e pacifica come terza opzione, i curdi hanno avviato l’opportunità di stabilire un’Amministrazione regionale autonoma. In questo nuovo sistema tutte le diverse fazioni della società nella regione curda, come 4 milioni di curdi, 300 mila arabi, 150 mila cristiani e più di 25 mila yezidi e assiri, zoroastriani, turcomanni, alevi hanno trovato una risposta alle loro richieste di diritti.

Nel nuovo sistema, come primo passo, è stato stabilito un consiglio locale attraverso i voti di tutte le comunità nell’area liberata: Qamishli, Afrin, Kobani, Hasakah, Derik, Rimelan, Tirbespi, Cewadiye, Amuda, Dirbe Siye, Sere Kaniye and Tiltemir. Poi sono stati istituiti dei comitati con il consenso di tutti i rappresentanti per soddisfare le esigenze della società.

Questi comitati sono:
-Comitato per i problemi sociali
-Comitato per i servizi
-Comitato di autodifesa
-Comitato di giustizia
-Comitato della gioventù
-Comitato delle donne
-Comitato della fratellanza dei popoli
-Comitato di unità delle religioni

Questi comitati sono stati riconosciuti da tutte le parti curde della regione. Stabiliti da tutte le comunità dell’Amministrazione regionale autonoma questi comitati sono dei facilitatori della vita quotidiana e permettono una vita regolare a confronto con gli aspetti caotici del resto del paese. Accanto ai comitati sono state istituite molte organizzazioni non governative come l’Unione degli insegnanti, l’Unione del commercio, l’Unione degli ingegneri, l’Unione degli operai, l’Unione dei medici, l’Unione dei farmacisti, l’Unione degli artisti, il Consiglio della saluta e della mezzaluna rossa dei curdi, in cui il popolo ha trovato la possibilità di difendere i propri diritti in un sistema democratico.

Nonostante tutte le difficoltà, come l’embargo, il rischio di essere attaccati e i limiti nel raggiungere i livelli internazionalmente richiesti da Nazioni Unite, Unione Europea, Stati Uniti e altri paesi e organizzazioni, le persone che vivono sotto l’Amministrazione regionale autonoma stanno cercando di sopravvivere con i propri mezzi.

Condizioni sociali durante la resistenza
Durante gli ultimi 3 anni di insurrezione in corso e l’atmosfera conflittuale in Siria, più di 70.000 (secondo l’ONU sarebbero 60.000) civili sono morti, più di 700.000 sono feriti e 2,5 milioni di persone sono emigrate.  Con la migrazione dei civili che hanno perso qualsiasi garanzia di sicurezza di vita e di proprietà, sono iniziate importanti ondate migratorie interne ed esterne che hanno portato grossi problemi sociali. Migranti dalle zone interne delle Siria si sono recati nella zona curda situata a nord del paese. La popolazione di Afrin, di 500 mila abitanti, è cresciuta a più di un milione dopo la migrazione di 500 mila persone provenienti da Aleppo. Inoltre, ci sono state migrazioni di massa da Al-Hasakah e da Deir-ez Zor a Qamishli; da Manbij, Al-Bab e Jarabulus verso Kobani.

Oggi più di 5 milioni di persone si stanno confrontando con il rischio di morte a causa del numero di feriti nelle città di migrazione, insufficiente numero di ospedali, tagli di acqua e elettricità da parte del governo e problemi di igiene ed epidemiologici. Le condizioni di embargo impediscono che qualsiasi tipo di aiuto e sostegno raggiunga la regione curda.

Durante gli ultimi 3 anni i bambini non sono stati vaccinati, le riserve di medicinali sono terminate e non è stato ammesso l’ingresso di medicinali dall’esterno. Malattie epidemiche come la tubercolosi, l’epatite B, la diarrea, morbillo e varicella costituiscono grossi pericoli non solo per la regione curda e la Siria ma anche per i paesi limitrofi. Infatti ci sono alcune notizie riguardanti alcuni casi di morbillo in villaggi turchi confinanti con la frontiera siriana.

La distribuzione tardiva e ineguale degli aiuti è un altro trattamento che viene riservato alla salute. Gli aiuti che stanno arrivando dai diversi attori internazionali, come l’ONU, l’UE, gli USA, la Turchia vengono raccolti dal governo siriano ma distribuiti in maniera non equa e, finora, nessuno di questi aiuti ha ottenuto il permesso di raggiungere la regione curda dove vivono più di 5 milioni di persone. Negli ultimi 2 mesi oltre che embargo e isolamento, coloro che abitano la regione autonoma curda sono, anche, sottoposti ad una serie di attacchi provenienti dalla stessa Siria e dall’esterno che aumentano la situazione di estrema urgenza della zona.

Chiamata urgente e appello
A nome di tutti i comitati istituiti nella regione autonoma, invitiamo tutte le organizzazioni di soccorso amministrative e umanitarie dell’ONU, UE, USA e Turchia e tutte le ONG, come associazioni di diritti umani, organizzazioni sanitarie e medici senza frontiere di compiere la propria responsabilità morale per salvare 5 milioni di persone che lottano contro la morte.

Noi rappresentiamo 3 comitati dell’Amministrazione regionale autonoma:
– a favore del Comitato degli aiuti umanitari e distribuzione, signor Abdurehman Hemo,
– a favore del Comitato dei problemi e della salute delle donne, signora Emine Use
– a favore del Comitato delle ONG, signor Abdulkarim Saruhan

Facciamo appello a nome di questi tre comitati e di tutti gli altri presenti nell’Amministrazione regionale autonoma per:

– organizzare una commissione d’inchiesta indipendente sotto il controllo dell’ONU. In tal modo la commissione potrebbe verificare la situazione di cui si è detto in questo rapporto con l’accompagnamento e la garanzia della regione autonoma;
– eliminare l’embargo e aprire due nuovi varchi al confine con la Turchia, uno a Kilis/Islahiye, vicino a Raco/Afrin e l’altro a Kızıltepe, vicino a Qamishli per fornire una linea di sicurezza per gli aiuti che raggiunga la regione.
I Comitati di servizi e salute dell’Amministrazione regionale autonoma garantiranno che gli aiuti siano distribuiti equamente e in tutta sicurezza all’intera popolazione.

Vorremmo ringraziarvi per la vostra attenzione nella lettura di questa relazione e per fornire la possibilità di un’ampia divulgazione e conoscenza in tutto il mondo.

Comitato per l’aiuto umanitario del Kurdistan siriano

UIKI: Appello Urgente per il sostegno Kurdistan Orientale – in Siria