Appello Urgente dal deputato di Şırnak

Faysal SARIYILDIZ, deputato di Şırnak

Cari Colleghi, Vi scrivo da una geografia dove i colpi di artiglieria sparati dai carri armati cadono accanto a noi, dove la crudeltà della guerra e della violenza, e ogni forma di brutalità, sono diventati da tempo una routine quotidiana e dove le armi e la morte hanno consumato il significato di ogni parola. Da giorni e mesi orma, c’è una legge marziale, di fatto, in atto e i diritti umani e le libertà fondamentali sono sospesi. Le persone sono letteralmente imprigionate nelle loro cantine, le loro case sono state abbattute sotto il fuoco dell’artiglieria, le persone sono sommerse dai proiettili, sparate e uccise da cecchini in mezzo alle strade. I loro corpi sono lasciati per le strade e non possono essere raccolti per giorni né dagli operatori sanitari, né dalle proprie famiglie. Il nome di questa geografia è Kurdistan.

Il processo di risoluzione democratica e i negoziati di pace che sono stati avviati tra lo Stato e il PKK nel corso dell’anno 2013, sono stati del tutto sospesi dal Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, nell’aprile 2015. Il Sig. Erdogan non ha solo sospeso il processo di pace e di risoluzione, ma anche dettato la sua decisione al governo dell’AKP e ha lanciato un nuovo processo brutale e sanguinoso. La domanda del popolo curdo di vivere entro i confini attuali della Repubblica di Turchia, insieme agli altri popoli, secondo un regime di autogoverno – basato sulla pace, l’uguaglianza, la democrazia e la libertà – viene brutalmente e crudelmente schiacciata dallo Stato. Il popolo kurdo ha rivelato apertamente, attraverso le sue dichiarazioni di autogoverno, la propria domanda di uno status garantito nella cornice di una nuova costituzione scritta, basata sulla libertà e la democrazia. In cambio, lo Stato ha risposto a questa domanda del popolo curdo con i colpi di artiglieria, i carri armati e la guerra totale. Naturalmente, i civili stanno pagando il prezzo più alto davanti a questi attacchi brutali dello Stato turco.

Lo Stato, in merito alle dichiarazioni di autogoverno nelle province kurde da parte della popolazione kurda, ha annunciato il coprifuoco 54 volte in totale, in decine di quartieri di 18 distretti in 7 province. Il numero totale di giorni di coprifuoco ha già raggiunto i 231 giorni. Centoventiquattro persone sono state uccise dalle forze di sicurezza statali nel corso di questi coprifuoco. Con questi coprifuoco, la nostra identità e il nostro onore nella regione curda sono calpestati e ci viene chiesto di inginocchiarci davanti a questo regime assassino. Le nostre vite, la nostra storia, il nostro futuro, il nostro lavoro e il nostro pane, vengono brutalmente distrutti.

“Dicono che c’è il coprifuoco. Quindi, rimaniamo a casa e veniamo uccisi dai bombardamenti. Quando andiamo in strada, i cecchini ci uccidono. Ci uccidono, a prescindere da cosa facciamo. Eppure, le strade non sono per i bambini?”, grida un bambino di Cizre, manifestando chiaramente l’isolamento della vita nelle strade della regione curda, oggi nelle mani dello Stato.
Sono un membro eletto del Parlamento della provincia di Sirnak, in cui i distretti di Cizre e Silopi sono due dei luoghi gravemente colpiti dal coprifuoco e dagli attacchi dello Stato. Permettetemi di riassumere brevemente il quadro generale in questi due distretti.

Il coprifuoco è stato annunciato 5 volte a Cizre. Il numero totale di giorni in cui il coprifuoco imposto dallo stato è rimasto in vigore ha raggiunto i 26 giorni. Il coprifuoco più recente è stato annunciato il 14 dicembre 2015 e continua tuttora, mentre vi scrivo questa lettera. Diciannove civili, tra cui un bambino e un neonato di 3 mesi sono stati uccisi solo nell’ultimo, vigente coprifuoco. Il numero di civili uccisi dalle forze di sicurezza statali è arrivato a 51 persone in totale, da luglio 2015.

A Silopi, l’altro distretto di Şırnak, il coprifuoco è stato dichiarato 3 volte e il numero totale di giorni in cui è rimasto in vigore è di oltre 15 giorni. Il coprifuoco più recente è stato annunciato il 14 dicembre 2015. Ventisei persone sono state uccise durante il coprifuoco più recente e ancora in vigore.

A causa della portata della censura imposta dal governo dell’AKP, persino i media turchi mainstream tacciono completamente, o si prestano alla distruzione nelle città e nei distretti in cui il coprifuoco è imposto distorcendo e manipolando i fatti. Sono in atto centinaia di gravi violazioni dei diritti umani che rientrano nel campo di applicazione dei crimini di guerra nel contesto del diritto internazionale. Vorrei condividere con voi solo alcune di queste violazioni nascoste sia dalla società turca che dalla comunità internazionale.

Taybet İnan, una donna di 55 anni e madre di 11 figli, è stata uccisa dalla polizia in mezzo alla strada a Silopi. Il suo corpo è rimasto proprio nel mezzo della strada per giorni prima che potesse essere portato all’obitorio dell’ospedale, il settimo giorno. La sua famiglia e il personale medico sono stati bersagliati dalla polizia mentre cercavano di prendere il suo corpo. Ci sono 6 corpi, in diversi quartieri di Silopi, che attendono da 7 giorni di essere prelevati e sepolti a causa del coprifuoco imposto e degli attacchi delle forze di sicurezza turche. Güler Yanalak era incinta di otto mesi quando è stata colpita allo stomaco, a Cizre. È rimasta gravemente ferita e ha perso il suo bambino.

Mentre vi scrivevo questa lettera, un colpo di artiglieria ha colpito una casa vicina, causando la morte di un bambino di 4 mesi. I nonni e l’ambulanza sono stati colpiti dalle forze di sicurezza statali, che hanno aperto il fuoco mentre cercavano di trasportare il bambino all’ambulanza. Anche il nonno è morto in ospedale. Non c’è elettricità o acqua potabile da giorni, ormai, in quartieri in cui vivono migliaia di persone. A volte, più di 100 persone sono costrette a rifugiarsi in un seminterrato di una casa singola per cercare riparo dai carri armati e dai bombardamenti in corso.

Il popolo kurdo, che porta avanti una lotta totale contro le forze fasciste dell’ISIS, ora si trova pure di fronte a un grave massacro da parte dello Stato turco. I kurdi vogliono vivere in pace, dove le loro rivendicazioni del diritto alla madre lingua e all’autogoverno siano garantite dalla costituzione. Purtroppo, il governo dell’AKP e il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha risposto a questa domanda con un massacro su larga scala e una brutalità estesa.

Il Partito Democratico dei Popoli (HDP), di cui sono un membro eletto, continua a credere e insistere sul fatto che la soluzione alla questione kurda sia ancora possibile sulla base della politica democratica e dei negoziati, sulla garanzia del diritto all’autogoverno e all’istruzione in lingua madre, che porterà a una pace, giustizia e uguaglianza duratura. Il proseguimento delle politiche di negazione, assimilazione e violenza da parte del governo dell’AKP aumenta i costi sociali della questione curda e distrugge gradualmente le aspirazioni di pace del popolo curdo.

Con la ripresa del processo di adesione della Turchia all’Unione Europea, il governo dell’AKP nasconde le politiche di guerra imposte alla regione curda sotto le mentite spoglie delle politiche di riforma, attuate nel quadro dell’UE. Tuttavia, non vi è alcuna implementazione di riforme democratiche, né lo Stato agisce in conformità con le norme e gli standard UE fondamentali.

Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che, mentre l’adesione della Turchia all’Unione Europea è in fase di negoziazione, il diritto alla vita, il diritto all’istruzione nella lingua madre, il diritto di autogoverno e una lunga lista di diritti e libertà universali del popolo curdo vengono brutalmente violati e spietatamente soppressi. Abbiamo una seria preoccupazione che, se l’escalation di violenza continua a questo livello, la situazione possa evolversi alla fine in una guerra civile, e il 21° secolo sarà segnato dal genocidio del popolo kurdo. Così, con una forte convinzione e fiducia che l’Unione Europea e la comunità internazionale non chiuderanno un occhio sugli sviluppi nella regione, chiedo il vostro aiuto e sostegno in solidarietà con il popolo kurdo.

Cordialmente,
Faysal SARIYILDIZ, Deputato del Parlamento, Şırnak
Partito Democratico dei Popoli (HDP)