Appello alla Corte di Giustizia Europea contro il divieto del PKK

Il divieto del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) che porta alla persecuzione dei curdi e delle curde che vivono in Europa da parte delle istituzioni statali , alla violazione dei diritti democratici ed alla criminalizzazione delle loro azioni democratiche è stato portato alla Corte di Giustizia Europea. L’udienza potrebbe svolgersi a Lussemburgo entro un anno e mezzo.

Tramite lo studio legale PRAKKEN d’Oliveira Ufficio Internazionale di Avvocati per i Diritti Umani, il PKK ha fatto ricorso contro il fatto di essere elencato nella lista dell’UE delle organizzazioni terroristiche.PRAKKEN d’Oliveira, noto per le sue attività per la difesa dei diritti umani ha affermato che il fatto che il PKK sia elencato nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’UE contraddice le leggi europee fondamentali e costituisce un ostacolo al raggiungimento di una soluzione democratica.

Gli avvocati che rappresentano il PKK hanno tenuto una conferenza stampa ad Amsterdam alla quale hanno partecipato gli avvocati Marq Wijngaarden, Marieke van Eik e Tamara Buruma, oltre a Zübeyir Aydar, componente del Comitato Esecutivo della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan), l’avvocato Mahmut Şakar, e l’ex presidente della Federazione delle Associazioni Tedesco-Curde (YEK-KOM), Mehmet Demir.

Gli avvocati hanno evidenziato durante la conferenza stampa che il divieto nei confronti del PKK priva il popolo curdo dei suoi fondamentali diritti sociali e politici compromette il processo di pace e la soluzione democratica della questione curda.
Gli avvocati hanno detto che il Regno Unito e l’Olanda in particolare, così come organizzazioni non governative e associazioni per i diritti umani potrebbero essere parte in causa.

Poi l’avvocato Marq Wijngaarden ha sottolineato che “Per raggiungere una pace permanente nel Medio Oriente il PKK deve essere tolto dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Il divieto contro il PKK che segue il codice internazionale di Guerra, non si basa sulla legislazione internazionale. È privo di significato e inutile elencare il PKK come organizzazione terroristica”. Wijngaarden ha aggiunto che il caso potrebbe essere discusso entro un anno e mezzo a Lussemburgo.

Il componente del Comitato Esecutivo della KCK Zübeyir Aydar ha detto: “Öcalan è un avvocato della pace e lo stato tratta con lui in modo diretto ed aperto. Nonostante abbiano affermato dozzine di volte di essere ben disposti rispetto al processo di pace avviato da Öcalan, i ministri degli esteri europei nella pratica non hanno fatto nulla.

L’UE deve stare dalla parte della pace, non della guerra, perché i suoi interessi sono nella pace e non nella guerra. Se davvero vogliono contribuire alla pace, devono togliere il divieto contro il PKK. Se il PKK non fosse nella lista delle organizzazioni terroristiche, non ci sarebbero stati gli omicidi a Parigi. Decine di politici curdi sono minacciati per via della presenza nell’elenco.”
Ricordando la decisione delle Corte Europea sul diritto di appello del 10 febbraio, gli avvocati hanno detto che continueranno a lottare per togliere il divieto nei confronti del PKK.