APPELLO ALLA CITTA’ DI NAPOLI: GEMELLIAMO NAPOLI CON KOBANE!

Domenica 28 giugno arriverà a Napoli la delegazione curda del Governo del Rojava. Si tratta di un evento importantissimo per la nostra città, perché avremo l’occasione di confrontarci e conoscere da vicino i guerriglieri che hanno eroicamente resistito a Kobane, che hanno respinto e stanno instancabilmente respingendo i jihiadisti dell’Isis, quei nuovi partigiani che hanno messo su in un’ampia zona liberata fra Turchia, Siria e Iraq uno straordinario esperimento di democrazia radicale e cosmopolitismo linguistico e religioso.

Dopo un giro che interesserà le principali città italiane e che li vedrà impegnati in incontri istituzionali del massimo rilievo, i membri della delegazione arriveranno a Napoli per un incontro del tutto autorganizzato dai movimenti sociali della città. Si tratta di un’occasione preziosissima, che invitiamo tutti – singoli, associazioni, collettivi – a raccogliere e a costruire, perché anche la nostra città avvii un rapporto di amicizia e solidarietà con Kobane.

L’incontro si svolgerà alla Mostra d’Oltremare, nella giornata conclusiva del Newroz Festival, evento che ha scelto di richiamarsi sin dal nome al tradizionale capodanno curdo e che si propone di costruire uno spazio largo di espressione artistica e di comunicazione politica. La delegazione sarà composta da Senam Mohamad (Co-Presidente del Consiglio del Popolo del Rojava), Anwar Muslem (Enwer Muslim) (Co-Presidente del Cantone di Kobane nel Rojava) e Nessrin Abdalla (Comandante YPJ Unità di difesa delle donne).

Chi scrive è stato più volte in Rojava durante questi mesi di resistenza alla barbarie dello Stato Islamico, portando il sostegno delle nostre organizzazioni politiche alla difesa di un modello di governo dei territori che riteniamo tra i più avanzati del mondo. Una carta di ampi diritti sociali e politici, una pratica democratica che incentiva la partecipazione delle donne alla vita pubblica, l’effettivo cosmopolitismo religioso e culturale, il rifiuto per un modello di sviluppo che prevede la devastazione dei territori: questi sono solo alcuni degli assi attorno a cui si sviluppa il “confederalismo democratico” in Rojava.

Questo incredibile esperimento di autogoverno e di democrazia radicale fa paura, e non solo all’Isis, ma a tutti quelli che opprimono i popoli in nome dei loro profitti. Per questo va sostenuto in tutti i modi, anche lavorando nella nostra città affinché attraverso ponti tra istituzioni di prossimità si rompa l’isolamento a cui rischiano di essere costretti i cantoni, schiacciati geograficamente e politicamente tra l’oppressione dell’esercito turco e le scorribande del califfato. In questo senso vogliamo che la presenza a Napoli della delegazione sia l’occasione per compiere un passo significativo nella direzione di un patto istituzionale tra la nostra città e la città di Kobane.

Per questo motivo scriviamo questo appello che invita anche l’amministrazione cittadina e il Sindaco di Napoli, così come i sindaci e le amministrazioni di tutti quei comuni che si stanno ponendo il problema della partecipazione e della crisi della rappresentanza, a partecipare all’incontro ufficiale con la delegazione e ad impegnarsi, come alcune amministrazioni cittadine italiane hanno già fatto, a stringere un patto di amicizia con Kobane perché il tributo che ha pagato alla liberazione è stato altissimo.

Della capitale del cantone al confine turco-siriano restano infatti macerie e distruzione e la chiusura assoluta del confine da parte dell’esercito turco impedisce difatti che la ricostruzione possa procedere come dovrebbe. Inoltre gli eserciti femminili (YPJ) e maschili (YPG) che hanno respinto l’Isis fuori da Kobane continuano a combattere in svariate zone della Siria per arginare i jihiadistI e questo rende ancor più difficile dedicarsi alla ricostruzione delle aree distrutte dalla guerra. Le donne e gli uomini del Rojava hanno scritto più volte che quello che stanno facendo non è un atto di mera difesa del proprio territorio da un’invasione coatta e violenta, ma una coraggiosa resistenza alla barbarie per l’intera umanità. Da questa resistenza dovremmo imparare molto in un tempo storico in cui anche in occidente avanzano pericolosamente i razzismi, i fascismi, le intolleranze religiose, le discriminazioni di genere.

Kobane quest’anno ha insegnato al mondo che nel mezzo della più radicale destabilizzazione politica e della ferocia apparentemente inafferrabile delle milizie nere, può nascere un esperimento di convivenza delle differenze, di meticciato e di vero sincretismo. Questo esperimento va difeso e non va lasciato solo, perché dalla sua difesa può nascere una contaminazione proficua ed efficace tra nuove resistenze alle tirannie.

Ci auguriamo che le istituzioni cittadine accolgano questo appello in nome dell’umanità, e che ogni realtà e politica napoletana voglia sostenere questo gemellaggio che ci farebbe onore.

NAPOLI PER KOBANE