Analisi: Processo di Pace e Ruolo delle Quatro Conferenze

Nell´ambito del processo di pace avviatosi, il leader kurdo, rappresentante del popolo kurdo Abdullah Öcalan, ha proposto la realizzazione di 4 conferenze. Nel suo storico messaggio in occasione della festa del Newroz del 21 marzo scorso si è espresso per 4 conferenze che dovranno svolgersi per discutere di una soluzione democratica, per crearne consapevolezza e per prendere delle decisioni.

Ha svolto un ruolo importante, il HDK (congresso democratico dei popoli) nello svolgimento della prima conferenza che ha avuto luogo il 25 e il 26 maggio scorso ad Ankara.  La conferenza ha avuto il merito di rappresentare il punto di vista diversi gruppi di popolazione da tutta la Turchia che non si sentono rappresentati dall´attuale Repubblica turca. Erano presenti alla conferenza rappresentanti di partiti e organizzazioni politiche, di gruppi religiosi ed etnici, sindacati, associazioni di categoria, del movimento delle donne, di associazioni giovanili, di movimenti ecologisti, associazioni per la difesa dei diritti umani, come pure diverse personalità, professori universitari, scrittori, artisti e tanti altri. Erano stati invitati alla conferenza anche Yaşar Kemal, Tarık Ziya Ekinci, Vedat Türkali, Orhan Pamuk, Murathan Mungan, Rakel Dink. L´intervento di apertura è stato tenuto dal deputato del BDP di Istanbul Sırrı Süreyya Önder, il quale ha dichiarato che si e´qui, perche´si vuole una pace duratura. Nel corso della conferenza sono stati letti i messaggi inviati da Yaşar Kemal, Vedat Türkali, Murathan Mungan und Orhan Pamuk.

Vedat Türkali ha scritto nel suo  messaggio: “ per la prima volta non scorre più il sangue. Provo per Ocalan grande affetto. Erano presenti molti politici tra i quali i co-presidenti del BDP Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak, il presidente del Congresso per una società democratica DTK Aysel Tugluk, i co-presidenti del HDP e dell´ÖDP, come pure i presidenti dell´EMEP e dello SDP e i deputati del CHP.

Le decisioni della conferenza sono state trasmesse al Presidente del Consiglio Erdogan e al rappresentante del popolo kurdo Öcalan e ovviamente rese note al pubblico.  Erano presenti alla conferenza circa 500 persone, che hanno preso parte sia alla discussione plenaria sia ai gruppi di lavori tenutosi in questi due giorni per elaborare proposte di soluzione per la pace e discutere della democraticizzazione e della pace nel Paese.  Dopo l´intervento iniziale dal titolo: “Processi di pace nel mondo e in Turchia” e dopo gli altri interventi, i partecipanti si sono  divisi in 4 workshops che, per mezza giornata hanno trattato i seguenti temi:

a) Creare il futuro ristabilendo la verità. Che cosa abbiamo vissuto e come ci confrontiamo e lo elaboriamo? Quali proposte di soluzione per ristabilire la verità e confrontarci con l´elaborazione della storia vissuta?  Quali attività ufficiali e non ufficiali vi sono su questo tema? Quali richieste concrete e cosa dovrebbe essere fatto?  In questo gruppo di lavoro è stata creata una commissione per la verità, per l´elaborazione del passato e per la giustizia.

b)  Nuovo contratto sociale e diritto.  Quali richieste sono state fatte sinora e quali sono state le risposte ottenute?  Che cosa è stato intrapreso sinora per spianare la strada  al processo di pace e di democratizzazione? Quali urgenti cambiamenti legislativi sono necessari per spianare questa strada? A che punto è il lavoro per una nuova costituzione?  Che cosa può essere fatto per un contratto sociale  di liberta´ed egualitario?  In questo gruppo di lavoro è stata creata la commissione Legge per avviare percorsi per una nuova Costituzione.

c)    Socializzazione di questa fase di pace e di democrazia.  Cosa si può fare?  Quali basi per un futuro comune possibile? Come può la pace essere piena e duratura? A che punto sono i lavori della Commissione di Saggi e della Commissione parlamentare per le indagini?  In che modo si può dare una spinta in avanti a questa fase?  In questo gruppo di lavoro è stata creata la commissione per i cambiamenti sociali.

d) Lo sviluppo della lotta democratica: Che cosa può essere fatto per organizzare la lotta sociale e trasformarla in una  nuova fase democratica  realizzativa? Le questioni degli operai, la libertà di credo, la questione dell´identità´, la partecipazione politica, la questione delle amministrazioni locali: come possono essere inserite in questa fase di pace e per la soluzione della questione tutte queste problematiche?  Che cosa si può far meglio nelle future conferenze? In questo gruppo di lavoro è stata formata la commissione per la lotta democratica.

Su ogni tema sono stati tenuti degli interventi di 10 minuti ciascuno, che hanno avuto lo scopo di facilitare la discussione.  Ogni gruppo di lavoro ha presentato il risultato del proprio lavoro in forma scritta, che è stato letto il giorno successivo e posto all´attenzione della discussione collettiva. Sulla base della proposte e dei contributi della discussione collettiva e´stata preparata una dichiarazione per la pace e la democrazia che, prima della conclusione dei lavori della conferenza e´stata approvata da tutti i partecipanti. La seconda conferenza si svolgerà il 15 e il 16 giugno   ad Amed (Diyarbakir). Il Congresso per la società democratica, con l’incarico di confederazione delle diverse formazioni curde, di diverse iniziative e di associazioni di categorie nel Kurdistan del Nord è responsabile per l´organizzazione di questa conferenza.

La seconda conferenza che avrà un significato strategico nello stabilire il proprio futuro per i Kurdi avrà come suo motto: “ Conferenza per l’unità e la soluzione della questione del Kurdistan del Nord. In questa conferenza bisognerà che si faccia da una parte chiarezza su come i Curdi nel Kurdistan del Nord (la parte turca del Kurdistan) immaginano il loro status e dall´altra parte come si formulano e stanno insieme le richieste di democratizzazione e di pace. Sono attese alla conferenza circa 200 persone, tra cui 47 rappresentanti di organizzazioni e istituzioni, e circa 60  persone dal mondo accademico,  personalità´, e opinion-makers.

Sono previsti i seguenti temi all´ordine del giorno:
Valutazione dell´attuale situazione politica, la questione dello status e della Costituzione, questioni sociali e approcci alla soluzione, la questione dell’unità nazionale e posizioni comuni nel Kurdistan del Nord. Una conferenza che dovrà esprimere la volontà dei Curdi in riferimento alla propria posizione di  status giuridico. Seydi Firat del Comitato organizzatore ha concesso all´ANF ( agenzia di stampa) la seguente dichiarazione: E´di vitale importanza discutere e  stabilire in questa conferenza cosa vogliano i Curdi. La soluzione della questione curda è direttamente in collegamento con la questione del loro status. E´in stretto rapporto con il diritto all´autoamministrazione dei Curdi. E´assolutamente importante discutere in che modo possa essere costruito uno status dei Curdi con gli altri popoli della Turchia nella condizione attuale del Paese. In passato vi sono state diverse posizioni a riguardo. Uno dei compiti principali della conferenza e di sviluppare un progetto comune.

La terza conferenza si svolgerà il 29 e 30 giugno a Bruxelles. A tale scopo si è costituito un gruppo organizzativo di cui fanno parte persone provenienti dalla Turchia che vivono nella diaspora europea.  Fanno parte di 31 organizzazioni e circoli e saranno presenti  diverse personalità´. Anche qui si vogliono rappresentare le istanze di diversi gruppi politici e sociali della Turchia, insieme a gruppi religiosi ed etnici che non sentono rappresentati dal sistema  ma che stanno insieme per parlare dei loro problemi e trovare proposte di soluzione.

La conferenza di Bruxelles avrà 4 assi principali. Oltre all´intervento introduttivo del Comitato organizzativo saranno presentati con due interventi i risultati delle conferenze di Ankara e di Amed. Un altro intervento presenterà i risultati del terzo congresso alewita di Ankara.

Il secondo asse d’interventi ha come tutolo: Quale Turchia si auspicano i popoli di Turchia e del Kurdistan che vivono in Europa?  Quest’asse svilupperà cinque sotto temi:
1) Problemi e proposte delle identità etniche e religiose dalla Turchia e dal Kurdistan che vivono in Europa.
2) Le motivazioni della fuga in Europa e progetti di rientro
3) I problemi dei lavoratori e lo sfruttamento dei lavoratori in Turchia e proposte di soluzione.
4) Problemi specifici dei migranti e delle migranti e della gioventù che hanno a che fare con lo Stato turco e proposte di soluzione.
5) Il ruolo negativo dell’EU e degli Stati europei in riferimento alla politica turca

Nella seconda giornata dei lavori da un lato si porrà la questione di quale ruolo possono avere i popoli di Turchia e del Kurdistan che vivono in Europa nel processo di democratizzazione e di pace e dall´altro la questione di come si possa creare un meccanismo comune per una attiva partecipazione al processo di democratizzazione e  di pace. Qui va fatta chiarezza sulla lotta comune per un futuro democratico.  Anche in questo caso vanno create strutture e prese decisioni per realizzare questo processo.

Indubbiamente è stato il deficit di democrazia come pure la guerra in Kurdistan  a costringere tanta gente a lasciare la propria terra  e a stabilirsi in Europa. Anche considerando che gli Stati europei direttamente o indirettamente appoggiando la Turchia si sono resi corresponsabili del destino e della sofferenza di tanta gente, bisogna ammettere che l´Europa riveste un ruolo importante per la soluzione della questione curda e per la democratizzazione della Turchia.

La quarta ed ultima conferenza è prevista tenersi a Erbil.  Anche in questo caso è stato creato un comitato che allo stato attuale tiene incontri con tutte le forze curde affinché la conferenza possa svolgersi. In questa conferenza arriveranno Curdi dalle quattro parti del Kurdistan e in riferimento a questa fase politica chiariranno e formuleranno le loro richieste. Tutti i Curdi sono colpiti dalla divisione del Kurdistan in 4 parti. Insieme alla solidarietà nazionale e all’unità formuleranno anche le loro richieste di Stato. I Curdi delle altre parti del Kurdistan sono direttamente coinvolti dagli sviluppi nel Kurdistan del Nord.  La Turchia, unilateralmente chiude i confini, mette sotto pressione gli altri Curdi, fa delle operazioni militari oltre confine e si allea con gli Stati vicini contro gli interessi dei Curdi. Pertanto è importante che tutti i Curdi si adoperino trasversalmente per le conquiste dei Curdi. È da attendersi che l’entità della divisione in 4 parti del Kurdistan  sia un tema centrale della conferenza di  Erbil.

Quale lo scopo di queste conferenze?
Di fronte alla sesta delegazione del BDP, in riferimento alla conferenza, il leader del popolo curdo Öcalan ha dichiarato quanto segue: “ È importante che le conferenze si svolgano ad Ankara, Amed, Erbil e Bruxelles. I risultati delle quattro conferenze sono importanti e hanno un significato storico. La conferenza che si terrà ad Amed è importante. L´unita´nazionale del popolo curdo e´importante. Le conferenze che si svolgono in questa fase nella quale il popolo curdo realizza la  sua marcia per la liberta´, dovrà rafforzare l’unità e la fratellanza. Le decisioni che si prenderanno, assumeranno un forte significato sia per la parità dei diritti e la liberta´del popolo curdo, che per la liberta´dei popoli del Medio Oriente. Le conferenze non possono ridursi ai due giorni di lavori, ma devono essere formate delle commissioni di monitoraggio che seguono sia il processo che le decisioni intraprese.  (ANF, 10. Giugno 2013)

La recente resistenza sociale in Turchia a partire dal Parco Gezi ha mostrato l’entità del malcontento di diversi gruppi sociali. Diverse formazioni sociali e persone si auspicano un cambiamento nel Paese nella direzione della democrazia e delle libertà, perché molti da decenni subiscono l´oppressione  del sistema statale turco.   Sulle loro teste vengono prese delle decisioni che hanno un effetto negativo sulle loro esistenze. Lo Stato e la classe dominante tratta la popolazione in Turchia esclusivamente come un oggetto che non ha nulla da dire e deve solamente obbedire. La gente del parco Gezi si è ribellata e ha detto di NO! Non vogliono più essere trattati come chi non ha nulla da dire e deve solamente obbedire.

Ricondiamoci come ha detto Öcalan nell´intervento in occasione del Newroz: “ L´epoca del regime coloniale, del pensiero repressivo e ignorante è finito. I popoli del Medio Oriente e dell´Asia centrale finalmente si risvegliano.  Si guardano in faccia e si rifanno alle loro radici. Non vogliono più essere oscurati e aizzati in guerra gli uni contro gli altri.  Vogliono creare un Paese degno della storia dell´Anatolia e del Kurdistan che offra a tutti i popoli, compreso ai Curdi, libertà, uguaglianza e democrazia. Tutti hanno una grande responsabilità. In occasione di questa festa del Newroz esorto i Curdi, come pure gli Armeni, i Turcomanni, gli Aramaici, gli Arabi e tutti gli altri popoli a guardare alla luce della liberta´e dell´uguaglianza, quella che oggi si accende con i tanti fuochi della festa, come la propria luce.

Staremo insieme, contro quelli che ci vogliono divisi e ci aizzano gli uni contro gli altri. Ci uniremo contro di quelli che ci vogliono divisi. Chi non riconosce i segni del tempo, passeggia sul mucchio di rifiuti della storia. Chi si oppone alla corrente dell´acqua cadrà a picco. I popoli di questa regione saranno testimoni di una nuova alba. I popoli del Medio Oriente sono stanchi delle guerre, dei conflitti e delle divisioni e vogliono rifiorire finalmente a partire dalle loro radici e rialzarsi uno vicino all´altro.

Queste conferenze servono a questo scopo, ossia di avvicinare chi è stanco di guerre conflitti e divisioni e vuole vedere libertà e uguaglianza e chi è stanco di vedersi come un oggetto del sistema  e vuole diventare soggetto, attore della scena.

Tutte le dinamiche sociali offrono la possibilità di mettere insieme le forze e di imparare l´uno con l´altro. Pertanto è importante stabilire e definire cosa si vuole e cosa non si vuole, a favore di cosa si sta e contro che cosa. Si tratta di questo, in queste conferenze. I partecipanti sviluppino una comprensione reciproca per gli interessi degli altri. Ascoltino cosa hanno da dire gli altri e come sono stati privati dal sistema dei loro diritti. Questo è l´obiettivo principale della conferenza.

Considerando che i risultati di queste conferenze arriveranno anche a Öcalan, dovrebbe essere riconosciuta la proposta che Öcalan apra il tavolo delle trattative e tutti i gruppi che sono oppressi e  privati di diritto prendano posto. Mentre il governo dell´AKP vuole limitare a se stesso i negoziati, Öcalan cerca di rendere trasparante la negoziazione, cercando di coinvolgere tutti.  Mentre l´AKP vuole decidere sulla testa della popolazione, Öcalan invita tutti i gruppi, gli oppressi ad afferrare il destino con le proprie mani e a battersi per una vita libera ed emancipata.  Lui vuole socializzare con questa proposta questa fase di soluzione alla questione che l´AKP sinora vuole tenersi per se. Che siano tutti attivi membri nella costruzione della nuova Turchia.

Risoluzione conclusiva della conferenza per la democrazia e la pace, 27.05.2013
E´stata pubblicata la risoluzione conclusiva della conferenza tenutasi ad Ankara il 25 e 26 maggio scorso. Lo scopo della conferenza era di fare un´analisi sui passi necessari da compiere nel corso delle trattative per la soluzione della questione curda. Diverse formazioni sono determinate, sottolineandolo nella risoluzione conclusiva che per un prosieguo fruttuoso e per uno sviluppo dei negoziati vi siano le premesse per salvaguardare salute, sicurezza e liberta´di Abdullah Öcalan, che in questa fase solo limitatamente può muoversi e inoltre che venga resa possibile la comunicazione tra le varie formazioni. Oltre a dichiarare che i negoziati debbano proseguire senza sosta e s’invitano tutti ad adoperarsi in questa direzione, è stato annunciato quanto segue:

“Noi, Alewiti, Armeni, Aramaici, Curdi, Turchi, Sanniti, Arabi, Roma e tutti i diversi popoli e formazioni, gruppi religiosi, atei, intellettuali, accademici, giovani, donne, lavoratori, sindacalisti, partiti politici ed associazioni abbiamo deciso nei negoziati appena iniziati  di metterci nella giusta posizione e agire per una pace duratura, per la creazione di un futuro democratico nel quali vengono salvaguardati i diritti di tutti, sviluppando iniziative per la soluzione dei problemi e per costruire un movimento pacifista comune.  Noi, che abbiamo preso parte alla conferenza siamo consapevoli che la Turchia si trova oggi in una fase importante per il processo di pace e di soluzione dei problemi. Crediamo che sia necessario in questo processo sostenere la soluzione della questione curda.  Dichiariamo che la nostra conferenza assume un atteggiamento deciso e mette in moto delle attività per un prosieguo ininterrotto dei negoziati.

Poniamo l´accento sul fatto che per avere una pace duratura bisogna assolutamente attivare una democrazia pluralistica, libertaria e che mette tutti sullo stesso piano e che coinvolga tutte le istituzioni. Democrazia e pace sono in strettissima relazione e i passi verso la democrazia faranno progredire anche il processo di pace. Osserviamo che alcuni approcci al momento possono rivelarsi come problema affinché il processo di pace e democratizzazione possa proseguire, avendo fiducia reciprocamente. Poniamo l´accento sul fatto che il governo dell´AKP con la sua idea di politica egemonica e autoritaria non debba creare problemi per una soluzione di successo alle trattative. Invitiamo il governo a fare dei passi senza mettere dei paletti a delle questioni, in modo che il dare fiducia non debba venire da una sola parte e, pertanto, la reciproca fiducia si rafforzi come il processo di pace e di soluzione dei problemi.
Vogliamo sottolineare  la necessità che per un prosieguo fruttuoso delle trattative venga assicurata la salute, la sicurezza e la libertà di Abdullah Öcalan e vengano create le possibilità di contatto tra lui e le delegazioni delle  diverse formazioni sociali interessate alle trattative.  In questo periodo le sue possibilità sono molto limitate. Vogliamo sottolineare parimenti l´importanza di un linguaggio che non sia carico di odio e propenso alla pace e  vi sia comprensione reciproca.

Per favorire nella società un ambiente per la pace e per i negoziati ricordiamo che è importante non creare impedimenti nei confronti del movimento democratico. Non vanno limitate le libertà di opinione, organizzazione e di riunione. Senza ulteriori esitazioni chiediamo delle norme di legge per la liberta´dei detenuti politici e in particolar modo per coloro che si sono ammalati e  che sono minorenni.  Inoltre, nuovamente poniamo l´accento sul fatto che il diritto alla lingua, alla cultura, al credo religioso e all´identità dei popoli è universale e non può essere oggetto di negoziati. Questo diritto è una necessità. E, crediamo inoltre, che per raggiungere una vera e duratura pace, vengano fatti dei passi importanti per la parità tra i sessi e per il rispetto delle tendenze sessuali. Noi, partecipanti a questa conferenza ci siamo dati l´incarico di osservare il processo negoziativo e di pace.

Poniamo l´accento sulla necessità che non vi sia mai più un ritorno alla politica per la  sicurezza che possa bloccare il processo  e dichiariamo la nostra decisione di mettere in atto tutti gli sforzi per accelerare il processo.  All’unanimità poniamo l´accento sul fatto che per una vera pace, bisogna confrontarsi con la storia sino ad oggi, con tutti i massacri,  con le vittime ad opera di autori ignoti, con chi e´scomparso, con i massacri dei popoli e che faremo di tutto per far luce su tutti i crimini  contro l´umanità, senza diritto alla prescrizione.

Ci appelliamo a tutti partiti politici presenti in Parlamento, diciamo loro che una soluzione non può essere trovata solamente attraverso un’unilaterale abnegazione. La nostra richiesta, rivolta al governo e all´opposizione, consiste nel compiere passi per operare delle riforme di legge e per accelerare la democratizzazione, per portare a termine la rielaborazione di una nuova Costituzione prima delle prossime elezioni e darsi dei tempi di lavoro, assumere  un comportamento ed un linguaggio  in sintonia con il processo di pace e di soluzione.

Richiamiamo l´attenzione sul fatto che lo scopo della lotta comune dei partecipanti alla conferenza non è solamente quello di realizzare la pace in Turchia, ma anche nel Medio Oriente e in Siria  e vogliamo sottolineare come il massacro di Reyhanli ci mostri quanto sia necessaria la pace.

In qualità di partecipanti alla conferenza dichiariamo che noi perseguiamo approcci e richieste comuni per la soluzione della questione curda, per la pace e la democratizzazione  e  unitariamente lotteremo per tutto questo.

Ci appelliamo a tutte le persone e le istituzioni che sono per la pace, la democrazia e i diritti dei lavoratori per la lotta per l´uguaglianza e la giustizia.

Siamo aperti a voci diverse, a pareri diversi dai nostri che indichino che tutti dobbiamo darci da fare. Si è creata, in questa conferenza, che ha visto la partecipazione di diverse formazioni e gruppi sociali, una volontà per risolvere le questioni  di pace e di democrazia.  Siamo decisi a continuare il nostro impegno, istituendo delle commissioni per la verità,  il confronto e la giustizia, come pure delle commissioni che si occupino della nuova Costituzione.

Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la volontà di cambiare le cose e di contribuire al processo democratico. Per questa ragione riteniamo uno dei compiti prioritari l´organizzazione di un movimento di pace dal basso, per far si che vi sia una pace duratura.  Indipendentemente dall´AKP e dalla sua politica, è nostro compito rafforzare il movimento per la pace, di osservare da vicino il processo negoziale e di stare a fianco al popolo curdo.

Un processo negoziale è in conciabile con la presentazione al governo di relazioni della “Commissione dei saggi”. Noi vediamo necessario condividere i risultati con tutti i partiti e con la popolazione e precisiamo che il processo deve essere condotto in modo assolutamente trasparente.

La nostra conferenza non può far finta di non vedere la resistenza contro gli interventi, le occupazioni, i massacri come a Reyhanli. La nostra conferenza ripudia la guerra come risposta dell´uomo ai problemi e vede impossibile condurre un processo negoziale e di pace isolato dalla regione e dal Medio Oriente.

Da questo punto di vista si avrà pace solamente con la resistenza dei popoli oppressi. L´idea che a un lato del tavolo siede lo Stato e dall´altra solo i Curdi non è giusta. La constatazione comune della nostra conferenza è che i negoziati non sono solamente tra lo Stato e i Curdi, ma tra lo Stato e tutti gli oppressi e pertanto vi debba essere una comune posizione degli oppressi.  I negoziati in questa fase devono essere resi fatto sociale. Le colonne portanti del movimento per la pace devono essere allargate.  Le aspirazioni dei popoli di ogni nazione, di ogni lingua, di ogni credo religioso e cultura in Turchia devono essere prese in considerazione e deve essere garantita la fine degli scontri armati nella questione curda e realizzata una pace duratura e democratica.

A partire da questa consapevolezza  abbiamo deciso una commissione interna che coordini  tutte le nostre attività per contribuire ancora più attivamente al processo di pace  e per compiere ulteriori passi per la soluzione dei problemi. Questa commissione guarda alle aspirazioni dei partecipanti al processo e nel caso che il processo rallenti o si fermi, cerca di intraprendere colloqui per superare gli eventuali problemi.  Allo stesso tempo avrà lo scopo di far socializzare la pace promuovendo conferenze su base regionale e organizzando attività in tal senso.

S.K