Aleppo: né con Assad, né con i jihadisti

Una riflessione di Dilar Dirik, militante del movimento delle donne curde, sulla strage che sta avvenendo in Siria e nella città di Aleppo, su cui si moltiplicano commenti superficiali che fanno il tifo per una fazione o per l’altra, senza voler comprendere la complessità e la drammaticità della situazione.

La verità è sempre la prima vittima della guerra, dicono. Quanto è vero! Specialmente guardando la propaganda che dopo la caduta di Aleppo, ennesimo episodio del calvario della guerra in Siria, proviene da tutte le parti.

Sono disgustata dalla semplicità e dal dogmatismo di alcune posizioni, dalle idee e, in alcuni casi, dalla totale mancanza di decenza morale nell’analisi o pseudo-analisi di quello che sta succedendo ad Aleppo, in Siria e, in realtà, nel Medio Oriente in generale. Certo, l’intera guerra è stata piena di propaganda, verità inventate e bugie, ma quello che alcune persone senza nessun tipo di legame con la regione gridano dalle loro poltrone pseudo-rivoluzionarie è incredibilmente grottesco e spregevole. Alcuni hanno fantasie interventiste e imperialiste, altri appoggiano apertamente il sanguinario regime di Assad e negano i suoi crimini di guerra, altri si comportano come se i ribelli fossero un esercito di angeli che meritano sostegno, altri ancora dicono semplicemente che quello che sta accadendo non importa e abbandonano ogni speranza per i milioni di civili colpiti da questa guerra. Non sto parlando dell’informazione mainstream, ma del mondo della “sinistra””!

Molte cose immorali sono state dette, ma in questo specifico momento è particolarmente violento vedere come tante persone “illuminate” e “progressiste” neghino in maniera veemente il bagno di sangue causato da Assad e dall’esercito siriano, dipingendolo come il male minore. Come se fossero loro ad aver perso famiglie intere per mano del dittatore fascista! Allo stesso modo, dove erano tutte le persone che adesso si schierano dalla parte di Aleppo quando i ribelli usavano armi vietate a livello internazionale contro i civili del distretto a maggioranza curda Sheikh Maqsoudarmi? Queste persone vivono in un mondo tutto di fantasia oppure non hanno rispetto per l’umanità.

Cosa potrebbe accadere se qualcuno ti dicesse che È POSSIBILE avere una visione delle cose maledettamente complessa, moralmente sostenibile e realistica? Che puoi essere una persona aperta, onesta, genuina, preoccupata e attiva, i cui obiettivi non sono l’essere “giusto”, ma la libertà e la giustizia per questa città in guerra, rispettando le voci che vengono dalla Siria stessa? Non hai bisogno di scegliere una posizione perfetta, semplicemente perché questa non è una scelta realistica in questa guerra, a meno che non decidi di non sporcarti le mani, di girare la schiena e goderti il bagno di sangue.

Questo significa che puoi essere anti-Assad, senza essere un apologeta di altre forme di fascismo, di Stato o non di Stato. Puoi essere per la rivoluzione, senza pretendere che tutti i ribelli siano degli innocenti difensori dei diritti umani. Puoi capire che la situazione rivoluzionaria iniziale è stata infettata dai jihadisti, dalle dinamiche regionali e da quelle internazionali, senza credere alla versione di Assad, secondo cui non è mai esistita un’opposizione. Puoi riconoscere che l’anti-imperialismo significa essere contro tutti gli imperialisti, non solo contro quello che odi di più.

Puoi supportare il Rojava senza odiare i rivoluzionari siriani e negare la loro esistenza. Puoi supportare i veri rivoluzionari siriani democratici, anche se non hanno un progetto sistematizzato come in Rojava o abbastanza donne o idee di sinistra radicale nelle loro strutture. Puoi simpatizzare con lo scetticismo arabo sul Rojava, rimanendo consapevole del retaggio storico del razzismo sistematico contro i curdi in Siria. Puoi supportare i rifugiati, senza ignorare le condizioni e le dimensioni socio-economiche che permettono ad alcuni di andare via, ma non ad altri. Puoi essere contro la guerra, l’interventismo e il commercio di armi, riconoscendo comunque che la legittima difesa e la lotta armata per la sopravvivenza sono realtà incontestabili (guarda Kobane). Puoi odiare l’Isis, senza essere razzista o islamofobo. Puoi combattere l’islamofobia, senza silenziare le persone del Medio Oriente, soprattutto i non musulmani che sono critici o che addirittura combattono l’Islam. E così via.

Ma la cosa peggiore che tu possa essere è un commentatore virtuale confuso, incompetente e ipocrita, che non si è mai speso da nessuna parte e che non ha nulla da perdere quando spara stronzate che producono ancora più odio e divisioni! Smettila con le tue analisi politiche prive di etica e di dignità umana! Le persone come te sono il motivo per cui questo mondo è diventato l’inferno in terra!

Libertà per il Rojava! Libertà per la Siria libera, democratica e multiculturale!

Dinamopress