Le guerrigliere delle FARC scrivono alle donne del PAJK in carcere

6 Gennaio 2013

Il 31 Dicembre le donne del movimento di guerriglia colombiano FARC-EP, a Cuba per intraprendere negoziati per la pace con il Governo della Colombia, hanno risposto ad una lettera inviata loro dalle donne del PAJK nelle carceri turche.

Pubblichiamo la lettera delle guerrigliere delle FARC e più sotto quella inviata dalle donne del PAJK.

Care compagne del PAJK,

Noi, guerrigliere delle FARC-EP qui a L´Havana, Cuba, per intraprendere negoziati per la pace con il Governo colombiano, abbiamo ricevuto la vostra lettera. Non potete immaginare la nostra emozione e gioia nel ricevere una lettera che proviene dall´altra parte dell´oceano, da donne che, proprio come noi, lottano per un mondo equo, libero.

Abbiamo letto di alcuni discorsi molto interessanti sulla situazione generale, sulla vostra lotta ed anche sui numerosi detenuti ed il vostro eroico sciopero della fame di qualche mese fa.

Anche le carceri della Colombia sono piene di prigionieri politici, e molti di loro sono donne. Vivono in condizioni insopportabili, senza cure mediche, sperimentano il sovraffollamento, con sentenze fino a sessant´anni e con una costante pressione del Governo colombiano che vuole il termine della lotta armata per realizzare una nuova Colombia.

Ma la maggior parte dei nostri prigionieri è consapevole del fatto che le carceri sono semplicemente “un´altra trincea” della nostra lotta, così continuano a lottare dalle loro trincee, proprio come fate voi.

Dalle carceri, i guerriglieri continuano la loro lotta: hanno lottato per il diritto di vedere le famiglie, per il diritto al lavoro e allo studio, lottano per essere riconosciuti come prigionieri politici e per il diritto ad auto-organizzarsi. Di conseguenza, anche loro hanno intrapreso scioperi della fame, si sono legati alle sbarre ed hanno effettuato un sacco di denunce pubbliche contro i maltrattamenti nelle carceri colombiane. Sono in costante fermento politico ed ideologico.

Proprio ora stiamo dialogando con il Governo colombiano, ma siamo molto chiare sul fatto che la “pace” non è il disarmo. Stiamo lottando da oltre 48 anni contro il terrorismo di stato, sostenuto dall´impero degli Stati Uniti, ed abbiamo bisogno di una pace con giustizia sociale, senza il neoliberalismo, senza la violenza di stato, senza la fame e la miseria. Combattiamo contro un´elite criminale, che vuole darci solo le briciole del suo banchetto. Non abbiamo bisogno delle briciole; non abbiamo bisogno di benefici personali o privilegi. Abbiamo bisogno che il popolo colombiano ottenga una vita dignitosa, attraverso l´educazione, le cure sanitarie, le riforme agrarie, ecc.
I negoziati sono un barlume di speranza per il popolo colombiano; speriamo che alla fine il Governo dimostri la sua forza di volontà nel fermare il terrorismo di stato e ci lasci partecipare alla politica senza ucciderci o incarcerarci.

La situazione delle donne colombiane è difficile; nella società latino-americana esiste molta oppressione e noi, come guerrigliere rivoluzionarie, cerchiamo di essere d´esempio per quelle donne e per noi stesse. Ogni giorno, dobbiamo lottare contro molti pregiudizi e difficoltà. Nelle FARC, abbiamo gli stessi compiti e lo stesso status degli uomini, e ci sono ogni volta più donne comandanti e responsabili di diverse attività all´interno del movimento. Lenin ha detto: “Il livello di coscienza di una lotta rivoluzionaria deve essere misurato con la partecipazione delle donne all´interno d´essa”. Questa è una lezione importante.

Chiamare terrorista qualsiasi movimento popolare che non si rassegna al grande capitale, è molto comune in questo periodo. Qualche volta le grosse campagne dei media tentano di demonizzare la nostra lotta ed è difficile combatterci contro. Ma ci dà vera forza sapere che ci sono molte donne su questa terra che lottano per la stessa cosa: per un altro mondo, senza oppressione, senza miseria. Abbracciamo la vostra causa, d´ora in poi sarete nei nostri cuori e nelle nostre menti, perchè rappresentate le nostre sorelle nella lotta e perché siamo tutte disposte a sacrificare le nostre vite per l´umanità.

Con affetto rivoluzionario e bolivariano,

le donne della Delegazione di Pace delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Esercito Popolare.

Di seguito la lettera delle donne del PAJK in carcere in Turchia.

Il vento rivoluzionario sta conducendo il nostro popolo verso la libertà. Essa è fondamentale per una persona o per un popolo ma sarebbe a metà se raggiunta per sé stessi in questo mondo enorme poiché qualsiasi popolo, comunità, classe e nazione che va contro la “civilizzazione” affronta lo stesso destino storico. Ecco perché la miseria, la fame, la morte, la resistenza e la gioia si assomigliano, quando vengono considerate nel contesto della fratellanza storica e della solidarietà. Nonostante il fatto di non avervi mai visto o toccato poiché vivete oltre oceano, conosciamo ed abbracciamo il vostro cuore, il vostro coraggio, la vostra resistenza e lotta.

Nonostante una storia di cinquemila anni di colonizzazione, la lotta femminile e la solidarietà universale sono oggi molto più significative e preziose che mai. Il mostro della colonizzazione che nutre lo spirito del capitalismo sta cercando di negare e distruggere tutti i valori umani e sociali con ogni mezzo possibile. Noi, antico popolo della Mesopotamia, siamo stati profughi nel nostro stesso territorio per migliaia d´anni. La tragedia è rappresentata dal fatto che il territorio della Mesopotamia, che ha visto la crescita e lo sviluppo dell´umanità, nonché la comparsa di tutti i valori culturali, scientifici ed ortografici, è oggi diventato un luogo di morte invece che di vita. Il territorio del Kurdistan non è stato solo distrutto ma gli è stata negata anche la sua lingua, la cultura e l´esistenza. La posizione politica ed ideologica del Movimento di Liberazione kurdo (PKK) non sta solo infastidendo la Turchia ma sta anche rovinando i giochi politici nel Medio Oriente di tutti i “difensori” della “civilizzazione”, gli Stati Uniti in particolare.
Il PKK, insieme a molte organizzazioni della società civile, sta portando la pace al popolo del Medio Oriente e sta mettendo in pratica la mentalità della modernità democratica contro la mentalità della modernità capitalista, proprio come voi, latino-americani e tutte le altre società che combattono per la loro lingua, la loro cultura e classe!

Oltre alle vittorie della lotta per la libertà del popolo kurdo, la rivoluzione più sostanziale delle donne kurde è stata la messa in pratica da parte del Movimento di Liberazione Kurdo di un´ideologia orientata sulla donna. Il leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan è l´architetto di questa ideologia che ricollega le donne kurde alla loro stessa esistenza, volontà e valori. Com´è noto, il nostro leader è in carcere su un´isola da tredici anni e gli hanno negato le visite con la sua famiglia ed i suoi avvocati nel corso dell´ultimo anno e mezzo. E´ tenuto in isolamento. In linea con l´isolamento imposto al nostro leader, lo stato turco sta intensificando il conflitto in Kurdistan. La popolazione sta cercando di rispondere a tutti gli attacchi con una lotta di guerriglia da un lato e con la politica legale e democratica dall´altro. Migliaia di rappresentanti politici kurdi sono stati arrestati negli ultimi quattro anni poichè lo stato turco sta intraprendendo una guerra in risposta agli appelli per la pace del leader kurdo Abdullah Öcalan e alle sue proposte per una soluzione.

Noi, donne kurde, siamo state condotte in carcere per aver lottato contro le politiche di negazione e distruzione imposte ai Kurdi. Comunque, la nostra resistenza e lotta non è mai stata sconfitta dalle mura delle prigioni. Intorno a noi diecimila detenuti hanno intrapreso uno sciopero della fame irreversibile a tempo indeterminato per protestare contro i divieti imposti al nostro leader ed alla nostra lingua. I negoziati di Oslo [tra rappresentanti del PKK e dei servizi segreti turchi] sono riusciti ad offrire un barlume di speranza ai Kurdi fino a quando il processo non è stato sabotato dai sostenitori della guerra. Speriamo che questi negoziati che avete inziato ad Oslo con i rappresentanti del governo colombiano spianino anche la strada della pace per i popoli colombiani.

Le donne rivoluzionarie delle FARC-EP, dell´ELN, del PAJK, del PKK, dell´EZLN, dell´ETA, dell´IRA, dell´India, dell´Egitto e dell´Africa hanno portato nel presente le speranze delle antiche dee e delle donne sagge della storia. Sapere che state dalla nostra parte ci dà sostegno morale e rafforza la nostra lotta in carcere. Questa solidarietà universale renderà possibile un´altro mondo, un mondo libero con il colore delle donne.

ANF / NEWS DESK
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