Rimuovere il PKK dalla lista delle organizzazioni terroriste
Il presidente Barak Obama e il premier turco Recep Tayyp Erdoğan avevano un’agenda del giorno scottante quando si sono incontrati alla Casa Bianca la scorsa settimana. La crisi in Siria si trovava in cima alla lista. Un’altra priorità era il processo di pace tra il governo turco e il PKK. Gli Stati Uniti possono intervenire in entrambi le questioni cancellando il PKK dalla lista delle Organizzazioni terroristiche estere (FTOs). La cancellazione del PKK dovrebbe avvenire in un momento in cui questa avrebbe il massimo impatto sulla situazione di crisi in Siria , così pure come sul processo di pace interno in Turchia.
La situazione in Siria è urgente. Cancellare il PKK avrebbe aperto la porta per discutere con il Partito dell’Unione Democratica (PYD), affiliato in Siria del PKK, in riferimento all’adesione all’opposizione verso il presidente Bashar al-Assad. Quest’azione avrebbe anche stimolato il processo di pace in corso in Turchia, premiando il PKK per la sua recente decisione di ritirare le truppe dai territori turchi e mantenere lo slancio e la volontà per la risoluzione della questione curda. L’attesa porterebbe ad una nuova cooperazione, ma ridurrebbe i vantaggi della cancellazione del PKK dalla lista dei terroristi.
Il conflitto del PKK è radicato nella storia. I curdi sono la principale minoranza apolide nel mondo, con una stima di 30 milioni in Turchia, Iraq, Iran e Siria. Più della metà vivono in Turchia dove rappresentano il 20% della popolazione. Anche se il Trattato si Sèvres del 1920 promise ai curdi uno stato proprio, esso è stato sostituito con il Trattato di Losanna del 1923, che negava le aspirazioni nazionali dei curdi. Le insurrezioni del 1925 e del 1937 furono represse brutalmente. La Turchia ha negato anche l’esistenza della lingua e della cultura curda, vietando i nomi dei luoghi geografici in curdo e chiamando i curdi “turchi di montagna”. Dopo il colpo di stato militare del 1980, la giunta ha adottato una costituzione draconiana che vieta le dimostrazioni delle identità curde. È stata, inoltre, istituita la legge marziale nelle regioni curde del sud-est della Turchia, che opta per una politica di terra bruciata per i milioni di profughi curdi.
Abdullah Öcalan fondò il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) nel 1974 come movimento proletario maoista. La carta del PKK “condannava la repressione e lo sfruttamento dei curdi” e chiedeva “un’unità democratica del Kurdistan”. I curdi in Turchia rispettano Öcalan per la lotta contro le forze militari e chiedono che sia fatta giustizia sociale.
Dall’altra parte, Öcalan è accusato da molti turchi che lo ritengono responsabile della morte di oltre 30.000 civile avvenute nei decenni. Il PKK inizialmente si è posto come obiettivo le istituzioni, così come le milizie pro-governative. Nella metà degli anni ’90, tuttavia, esso ha cambiato tattica concentrando le sue rappresaglie contro i servizi di sicurezza e i simboli del regime. E ha, anche, abbandonato l’obiettivo di una patria curda, concentrandosi su maggiori diritti politici e culturali in Turchia.
Dietro sollecitazioni della Turchia, gli Stati Uniti hanno inserito il PKK nella lista nera del TFO del 1997. L’Unione Europea ha aggiunto il PKK alla sua lista di organizzazioni terroristiche nel maggio 2002. La NATO e più di altri 20 paesi classificano questo partito come organizzazione terroristica. Il FTO stigmatizza e isola le organizzazioni che vi sono iscritte. Svolge inoltre seri limiti per i viaggi e restrizioni finanziarie. L’anti-terrorism act del 2011 rende un reato penale fornire risorse materiali o appoggiare organizzazioni terroristiche e vieta ai loro rappresentanti l’ingresso negli USA.
Procedure lunghe devono essere affrontate per la cancellazione del PKK da questa lista. Sotto la Riforma dell’intelligence e della Legge anti terrorismo del 2004, la FTO può presentare istanza di revoca due anni dopo la sua designazione. Essa deve fornire giustificazione in riferimento alle circostanze che devono essere sufficientemente diverse da giustificare la revoca. Il segretario di stato può procedere alla cancellazione nel caso in cui le circostanze siano così modificate o se la sicurezza nazionale degli USA ne garantisce la revoca.
La cancellazione è essenzialmente una decisione politica. Alcune ragioni tecniche per la cancellazione del PKK sono cambiate. Anche il contesto politico, dato l’attuale processo di pace e la crisi in Siria. In consultazione con la Turchia, il presidente americano deve decidere quale sia il momento in cui la cancellazione possa avere maggiori impatti. Recentemente ho chiesto ad un anziano ufficiale turco in riferimento alla cancellazione (che non era autorizzato a parlare del fatto). Lui ha risposto: “Perché no?”.
Un segnale forte sarebbe farlo in questo momento. Öcalan è stato arrestato nel 1999 e condannato all’ergastolo. Dalla sua cella dell’isola di Imrali è diventato un avvocato per la pace e la riconciliazione tra i cittadini turchi, compresi quelli di origine curda. Proclamando la recente iniziativa di pace del 21 marzo 2013, Öcalan ha scritto: “Abbiamo raggiunto il punto in cui le armi dovrebbero stare in silenzio e lasciare che parlino le idee”.
La Turchia è a un bivio storico. Erdoğan ha promesso maggiori diritti politici e culturali per i curdi. In cambio, Öcalan ha approvato un cessate il fuoco e il ritiro dei combattenti del PKK dalla Turchia dopo lunghi negoziati. L’accordo è stato forgiato durante le trattative tra Öcalan e l’inviato speciale di Erdoğan, Hakan Fidan, che sta a capo dell’agenzia nazionale di intelligence in Turchia. I sondaggi indicano che il 70% dei turchi sono d’accordo con il processo di pace. Non c’è stata alcuna violenza riconducibile al PKK negli ultimi 4 mesi.
Gli USA l’hanno cancellato dal FTO prima di avviare la pace. Altri gruppi rimossi dalla lista durante il processo di pace sono IRA (Esercito repubblicano irlandese) e l’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina. Altri gruppi sono stati cancellati con in cambiamento delle condizioni, come il Mujaheddin Khalq, accusato del rapimento degli ostaggi statunitensi nell’ambasciata in Iran, che è stata recentemente cancellata.
Gli atteggiamenti anche in Europa si stanno evolvendo. Nel mese di aprile del 2008, il tribunale di primo grado con sede a Lussemburgo ha affermato che le decisioni prese dai governi dell’UE nel 2002 e nel 2004 di inserire il PKK nella lista dei terroristi sono state illegali in base al diritto comunitario. Il 24 aprile, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha modificato la terminologia in riferimento ai membri del PKK identificandoli come “attivisti”. Lo stesso Parlamento europeo ha discusso la possibilità di questa cancellazione.
La crisi in Siria è un fattore molto importante nella politica di Erdoğan. L’ultimo attacco settimanale nella città turca di Reyhanli, che ha ucciso più di 50 turchi, sottolinea il potenziale di pericolo della crisi siriana. Il primo ministro turco vuole che gli USA usino la propria capacità militare per un cambio di regime in Siria. Ma ciò non accadrà fino a che l’opposizione siriana non si unisca sotto un’unica bandiera per un post-Assad.
Il Consiglio nazionale siriano, il principale gruppo di opposizione, deve coinvolgere le minoranze presenti in Siria, come curdi, alevi, drusi e cristiani. I curdi rappresentano il 15% della popolazione. Tuttavia, le fazioni limitano la cooperazione tra curdi, l’impegno curdo con le altre minoranze e la creazione di un’opposizione più ampia.
Il coinvolgimento del PYD sarebbe un grande passo in avanti verso il consenso. Nessuno dei due grandi, né USA né UE agirà senza il consenso della Turchia. A tal punto un accordo potrebbe essere utile con la cancellazione del PKK dalla lista nera. In cambio, Öcalan chiederebbe al PYD di lavorare con l’opposizione. Esso ha una forza militare molto importante proprio sui confini con il vicino turco, nella città di Qamishli. Il coinvolgimento del PYD costituirebbe un cuscinetto tra Siria e Turchia, migliorando la sicurezza turca e promuovendo una visione comune di governance e cooperazione regionale, fondamentale nel momento in cui Assad verrà deposto.
David Philips
Direttore del programma per la creazione della pace e dei diritti nell’Istituto dei diritti umani.
HUFFINGTONPOST