Da Kawa al PKK: inizia il Newroz 2016
Iniziano oggi al centro Ararat di Testaccio i festeggiamenti per il capodanno curdo. Pubblichiamo un contributo che ripercorre origini e significato della festività più sentita dal popolo curdo
Il 21 marzo del 612 a.C. il fabbro Kawa liberò il popolo dei Medi, antenati dei curdi, dalla tirannide assira uccidendo il Re Dehak. Dice la leggenda che sotto le frecce di Dehak il mondo si agitasse senza sosta. Il Re si era dapprima fatto la mano sul proprio popolo, poi venne il turo degli Iraniani. Allora divenne Re del mondo.
“Io sono Dehak, e ho distrutto molte città” canticchiava, lanciandosi alla conquista del mondo. “Sono proprio vili gli umani dal momento che mi seguono! Io sono il Re serpente, il nemico degli uomini, sono il Re Dehak, lo stupore della terra”.
Quando il fabbro Kawa lo uccise, accese un grande fuoco sulla cima della montagna dove si trovava per avvertire tutti i villaggi che erano finalmente liberi.
Dall’origine della sua cultura a oggi il popolo curdo ha sempre resistito a ogni oppressione, ricordando nel Newroz la propria resistenza. Sotto l’impero Ottomano e poi sotto la repubblica turca i curdi hanno continuato a resistere per mantenere la propria lingua e la propria identità. A metà del XXI secolo, con la nascita del movimento nazionale curdo, la ricorrenza del Newroz si ravviva grazie alla lotta e al sacrificio di centinaia di militanti e simpatizzanti del Partito dei Lavoratori Curdi (PKK) che, dopo il colpo di stato turco, resistono alle torture e all’annientamento nelle carceri. Uno di questi, militante e fondatore del PKK, Mazlum Doğan, racconta nelle sue lettere le torture subite da tutti loro nel carcere di Amed (Diyarbakir in turco), e decide il 21 marzo del 1982 di accendere nella sua cella, con i soli tre fiammiferi che aveva, un fuoco simbolico per festeggiare il Newroz. Con questo ultimo gesto, celebrando la cultura, la tradizione e l’identità sottomesse, ricordando la resistenza del fabbro Kawa contro l’oppressione del Re Dehak – impersonificato oggi dallo Stato fascista turco – quel giorno Mazlum Doğan pone fine alla sua vita in cella dando però nuova linfa alla lotta curda per la libertà e portando il Newroz, da sempre osteggiato dalle autorità turche, dall’intimità delle case alle strade di tutto il Kurdistan.
Da allora ad oggi i festeggiamenti del Newroz continuano per ricordare le gesta del fabbro Kawa e di Mazlum Doğan, nonostante gli omicidi di centinaia di persone durante i festeggiamenti, perpetrati soprattutto dallo stato turco.
Oggi gli discendenti del fabbro Kawa e di Mazlum Doğan continuano a resistere per mantenere la propria identità e cultura.
Ancora oggi a Cizre, Sur, Nusaybin, Silopi, Hezex, Derik, Kobane, Azaz, Şengal, Kerkuk, Efrin, Aleppo, Urmiye, Sine, Qandil e altrove la resistenza continua.
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