L’attentato di Ankara: Una coproduzione della cellula Dokumaci e dell‘AKP?
Si verificano tre attentati nel giro di appena quattro mesi. Ogni volta gli attentati appartengono alla stessa cellula islamista. Ma questa cellula è stata scoperta dalle autorità dello stato già due anni fa. Dalla sua scoperta tutte le conversazioni telefoniche degli attori principali vengono intercettate da tempo e alcuni di loro ogni tanto vengono anche arrestati e interrogati. Tuttavia due anni dopo si arriva a una serie di attacchi mortali da parte di questo gruppo. Cosa direste voi? Le autorità dello stato hanno semplicemente fallito? O forse per qualche motivo hanno semplicemente lasciato operare il gruppo?
Ma di rispondere per conto vostro a questa domanda, diamo uno sguardo ai dettagli:
L’attentato dinamitardo di Amed
È l’ultima grande manifestazione elettorale del Partito Democratico die Popoli (HDP) prima delle elezioni parlamentari del 7 giugno di quest‘anno. Ad Amed (Diyarbakir) si ritrovano centinaia di migliaia di partecipati alla manifestazione in questo 5 giugno, quindi due giorni prima delle elezioni. Mentre il sole splende sul grande incrocio davanti al palco la folla aspetta con ansia il culmine della manifestazione con il discorso del co-presidente dell’HDP Selahattin Demirtas. Ma alle 17.50, poco prima del discorso di Demirtas, nel luogo della manifestazione si verificano due esplosioni di bombe. In tutto sono quattro persone a perdere la vita.
Viene fuori che un 20enne di nome Orhan Gönder è il responsabile dell’attacco ad Amed. Gönder prima era stato attivo per Stato Islamico (IS) in Siria. L’uomo è stato reclutato per IS nella città di Adiyaman. Lì visitava regolarmente la „Casa del Tè Islam“, evidentemente frequentata anche da altri componenti di IS. Il gruppo che da Adiyaman si è recata in Siria per conto di IS per la guerra santa, più tardi è diventata nota anche con il nome di „cellula Dokumaci “, secondo un certo Mustafa Dokumaci. La cellula Dokumaci era attiva per IS a Girê Spî (Tal Abyad). Dopo che a metà giugno le unità curde delle YPG e YPJ avevano ripulito la città di Girê Spî da IS, i componenti della Dokumacilar fuggirono tornando in Turchia. Gönder era tornato in Turchia già in precedenza. Né lui né i suoi compagni di lotta al rientro in Turchia hanno dovuto temere un arresto. Così infatti ha potuto preparare e realizzare l’attacco di Amed in tutta calma.
Dirompente è il fatto che nel momento dell’attentato l‘AKP presumibilmente già sapeva che dopo il 7 giungo non avrebbe più governato da solo. Sondaggi pubblici infatti prevedevano che l‘HDP avrebbe superato il limite del 10% e sarebbe riuscito a entrare in parlamento. Per questo ci sono state non poche voci che dietro l’attentato vedevano il tentativo dell‘AKP di portare il paese nel caos poco prima delle elezioni per poter così rinviare anche a breve termine la scadenza elettorale. Attraverso il comportamento assennato dell‘HDP, che dopo l’attacco ha chiesto con insistenza ai propri seguaci di non ritrovarsi per ulteriori proteste, ma andare semplicemente a casa, la situazione è tuttavia rimasta tranquilla fino al giorno delle elezioni.
L’attentato dinamitardo di Suruç
Il successivo attacco della cellula Dokumaci si è verificato il 20 luglio a Suruç. Obiettivo questa volta erano 33 giovani della Federazione delle Associazioni Giovanili Socialiste (SGDF) che dopo una conferenza stampa nell’associazione culturale di Suruç volevano andare a Kobanê per partecipare attivamente alla ricostruzione della città. Questa volta si fece saltare tale Seyh Abdurrahman Alagöz. Alagöz e Gönder, che ha fatto esplodere le bombe di Amed, non si conoscevano solo da Adiyaman, pare che abbiano combattuto insieme anche a Girê Spî per IS contro le unità curde.
Anche Alagöz non era uno sconosciuto per le autorità turche. Perché non solo Seyh Abdurrahman, ma anche il suo fratello „smarrito“Yunus Emre Alagöz erano noti come componenti attivi della cellula Dokumaci , che lo stato turco teneva d‘occhio già dal 2013. Perché nonostante questo l’attentato non sia stato impedito dalle autorità resta poco chiaro.
Il secondo attentatore era un certo Ömer Deniz Dündar. Anche Dündar non è uno sconosciuto per le autorità turche. Nell’ambito di indagini dello stato turco sulla cellula Dokumaci è stato anche temporaneamente arrestato, poi lasciato di nuovo a piede libero. Successivamente si è recato in Siria per combattere per IS. Il padre dell’attentatore riferisce che già mesi fa aveva personalmente richiesto alle autorità di polizia l’arresto di suo figlio. Ömer Deniz e suo fratello gemello Mahmut Gazi Dündar sarebbero stati reclutati direttamente da Mustafa Dokumaci per IS e andati in Siria.
Gli attacchi dinamitardi di Ankara.
Il suddetto fratello smarrito Yunus Emre Alagöz ora viene indicato come uno dei due attentatori dell’attacco di Ankara. „Da due anni le conversazioni di Yunus Emre Alagöz vengono registrate dalle autorità“ ha dichiarato venerdì 16 ottobre il deputato del CHP Eren Erdem in una conferenza stampa al parlamento turco. In una delle sue conversazioni telefoniche con un conoscente di Adiyaman nel maggio di quest’anno, l’attentatore di Ankara avrebbe detto quanto segue: „Forse questo sarà il nostro ultimo colloqui. Questo vale sia per mio fratello Abdurrahman (attentatore di Suruc), che per me, se Dio vuole.“
Lo Stato lascia operare la cellula Dokumaci ?
Gli attentatori degli ultimi mesi appartengono tutti quanti alla cellula Dokumaci e tutti provengono da Adiyaman. Si presuppone che questa cellula con da circa 60 a 70 persone abbia combattuto a Girê Spî contro le unità curde. Un numero ignoto di loro dopo la liberazione di Girê Spî in gran segreto è ritornato in Turchia. La cellula stessa è nota alle autorità dal 2013, perché allora la Procura della Repubblica in base a indagini su strutture di Al Quaeda in Turchia aveva trovato la Dokumacilar, di cui alcuni già allora erano stati addestrati in Afghanistan. I componenti della cellula da allora sono sotto osservazione da parte delle autorità turche, le loro conversazioni telefoniche vengono ascoltate.
Ma la cellula Dokumaci in Turchia non ha come obiettivo istituzioni dello stato. I più recenti attacchi dimostrano che in Turchia ha preso di mira solo strutture curde e di sinistra. E i recenti attacchi dimostrano che la cellula nonostante la „persecuzione“ da parte della autorità turche può agire liberamente e mettere in pratica i suoi disegni mortali.
Si pone immancabilmente la domanda se lo stato turco lasci agire liberamente la Dokumacilar fino a quando questi attacchi vengono perpetrati contro quelle strutture politiche che sono una spina nel fianco per l‘AKP stesso? Non è nemmeno da escludere che il servizio segreto turco MIT guidi consapevolmente questo gruppo abusandone per i suoi scopi.
I fatti indicano in modo forte un’implicazione dello stato turco nei recenti attacchi della Dokumacilar. Non ci sarebbe da meravigliarsi. Perché il governo dell’AKP nel recente passato non si è tirato indietro nemmeno rispetto a una collaborazione con IS e attualmente prosegue la sua collaborazione con i gruppi islamisti Fronte Al-Nusra e Ahrar al-Sham. La collaborazione con gruppi terroristici islamisti quindi per Erdogan e il suo AKP non sarebbe un terreno inesplorato.
Civaka Azad