1936 – 2016: la Resistenza continua

1936: a Barcellona, Donosti, Madrid operai, braccianti, libertari, democratici…scendono, armati, nelle strade per contrastare il golpe fascista di Francisco Franco e per conquistare una vita degna.

2016: nel Rojava e nel Bakur , a Kobane come a Cizre e Dijarbakir, la popolazione curda resiste sia ai fascisti di Isis-Daesh (moderna versione mediorientale dei “corpi franchi” e delle S.A. tedeschi, apripista del nazismo istituzionalizzato) che al fascismo, lievemente mascherato, di Erdogan. Per la Libertà, per l’Umanità, per una vita degna di tutte e di tutti.

Il governo turco, foraggiato dalla Unione europea con 3 milioni di euro, ha scatenato una vera pulizia etnica, all’interno dei propri confini, contro i curdi.

Qualche esempio: sono oltre 300 i morti accertati nella sola città di Cizre, sottoposta a continui bombardamenti, mentre sono ormai una novantina i giorni del coprifuoco imposto a Sur (quartiere di Dijarbakir, in teoria patrimonio mondiale dell’Unesco) dove i civili, in gran parte donne e bambini, nascosti negli scantinati, chiedono di non essere abbandonati ad un ennesimo massacro per mano delle truppe di Erdogan.

Complessivamente le vittime civili di questi attacchi alle città curde nel Bakur sono centinaia; e presumibilmente ancora di più i militanti della Resistenza del PKK caduti sotto il piombo turco.

E non è certo un caso che a essere prese di mira dalla polizia e dall’esercito turchi siano spesso le donne e le bambine (una quarantina finora accertate, con età compresa dai 3 mesi ai 52 anni).

Mentre i curdi, quasi da soli, tengono alta la bandiera della dignità umana e di un progetto sociale che garantisca la libertà di tutte le componenti (etniche, religiose…) presenti in quei territori, cosa fa il nostro paese?

L’Italia sta dando una mano vigorosa agli aguzzini, sia tacendo sui massacri per salvaguardare i propri interessi, sia fornendo armi e sistemi militari (vedi Finmeccanica). E ora, forse con quelle stesse armi (sempre che non le abbiano già passate a Isis-Daesh) la Turchia sta bombardando anche i curdi delle Ypg-Ypj nel Rojava.

Piccola consolazione, sono numerose (anche se sempre troppo poche) le manifestazioni nella penisola per protestare contro il massacro operato da Ankara. A Roma il 25 gennaio, a Trieste e Bolzano il 27…

Ma in marzo è possibile dare una testimonianza ancora più concreta della nostra solidarietà partecipando al Capodanno curdo (Newroz) del 21 marzo 2016.

Rilanciamo il seguente appello per il Newroz.
di Gianni Sartori