Youssef: Trattato di Losanna e i suoi risultati
Intervista con il co-presidente del Corpo Esecutivo della Federazione del Nord della Siria, Fawza Youssef, “Sul Trattato di Losanna e i suoi risultati, il suo impatto sul popolo turco, la realtà del Kurdistan e il ruolo del movimento popolare”.
Quali sono le circostanze che hanno portato alle conclusioni del Trattato di Losanna dopo la Seconda Guerra Mondiale?
A causa del collasso politico, sociale, culturale e economico dell’Impero Ottomano, chiamato allora “L’uomo ammalato”, era impossibile vincere la Prima Guerra Mondiale dopo essere stati esposti con i suoi alleati alla sconfitta. Le nazioni vittoriose hanno quindi imposto le loro condizioni e diviso l’eredità ottomana prima nel Trattato di Sèvres, e poi di Losanna. Il Trattato di Sèvres non fu accettato dai turchi perché dava diritto di indipendenza a tutti i popoli sotto il controllo ottomano, e decretato da Kemal Ataturk come una condanna a morte. I termini non furono quindi accettati, venne formata una forza turco-curda per liberare le aree conquistate dalle potenze vincitrici nella cosiddetta “Guerra di Liberazione”, e i curdi vennero persuasi a credere ad un loro futuro riconoscimento ma come parte della Repubblica Turca. La guerra ripristinò il controllo di molte aree. Qui, gli stati riconsiderarono il Trattato di Sèvres e lavorarono per raggiungere un accordo per fermare i forti contrattacchi turchi e curdi sotto la guida di Kamal Ataturk, insieme alla paura di un possibile accordo tra Ataturk e l’Unione Sovietica, in modo da poter controllare gli eventi per non peggiorare la situazione.
Il Trattato di Sèvres, non implementato originalmente, fu sospeso per concludere la Convenzione di Losanna il 23 luglio 1923. Questo accordo ha molte clausole, ma ciò che è importante è che non dice nulla sui curdi, e solo qualche articolo generale è stato messo in atto enfatizzando che tutti i cittadini della Turchia saranno protetti indipendentemente dalla nazionalità o dalla cultura. Tutte le promesse fatte ai curdi sono sfumate, seguite dalla negazione dell’identità curda, lo sterminio culturale e fisico dei curdi, pratiche che continuano tutt’ora.
Come valuta i risultati di questo accordo alla luce del fallimento turco dopo 95 anni?
Secondo me, i risultati di questo accordo furono disastrosi per la Turchia, perché fino ad ora non ha ancora vissuto nella stabilità, e da allora è stato uno “stato di colpi”, il nome “Repubblica” è rimasto solo inchiostro su carta e il sistema repubblicano non viene preso in considerazione. Al contrario, uno stato nazionale è stato formato nella negazione di ogni identità, imponendo quella turca su tutto. C’è un conflitto costante tra lo stato, i suoi componenti e le sue credenze. I massacri peggiori in questi 95 anni sono stati perpetrati contro il popolo curdo dai turchi bianchi. I turchi hanno monopolizzato tutto, potere, autorità e denaro; quindi, lo stato turco sta soffrendo delle ripercussioni per aver tenuto strette le proprie politiche e approvandole.
Qual è stata l’influenza di questo accordo sulla realtà curda e sul ruolo del movimento popolare nel fallimento di questa convenzione, specialmente nella nazione democratica?
Questo accordo era il riconoscimento legittimo del tenere i curdi fuori dalla geopolitica. Si può dire che questo accordo tra la Repubblica turca e l’Impero Britannico abbia portato all’accordo più pericoloso accordo di demarcazione del confine tra Turchia e Iraq. Ciò ha portato allo smembramento del corpo del Kurdistan. Certo, questo accordo non si riferiva solo all’arena politica, ma era solo una decisione di assassinio, dove sia Russia sia Inghilterra si sono accordate con le nazioni coloniali contro il Kurdistan per eradicare i movimenti curdi, come il movimento di Simko, contro cui hanno lottato Turchia, Inghilterra e lo Shah iracheno, e la liquidazione del movimento di Mahmud Barzani nel Kurdistan del sud.
Oggi stiamo vivendo in condizioni simili a questo periodo, con la guerra di divisione nella regione e le leggi del Trattato di Losanna sono ancora applicabili alle quattro parti del Kurdistan. Noi, come curdi, dobbiamo osservare bene questo periodo e imparare da esso per non vivere la stessa tragedia. Il nostro popolo nel nord e nel sud del Kurdistan è ingannato nel pensare che solo un partito venga colpito, ma è un grave errore. Colpire una parte vuol dire colpirle tutte. La consapevolezza storica è molto importante e se studiamo la situazione dei movimenti dopo la Prima Guerra Mondiale e come gli Stati Alleati abbiano lavorato insieme per eliminarli, conosceremo bene le circostanze in cui viviamo oggi.
Ciò che la Turchia sta facendo oggi contro Siria e Iraq è considerato un revival del Patto Nazionale. Secondo lei, oggi la Turchia sta cercando tra gli sviluppi e i conflitti nella regione di riguadagnare ciò che ha perso in questo accordo? Come può il popolo curdo affrontare questi accordi?
La Turchia sogna di ristabilizzare la gloria dell’Impero Ottomano, e cerca di ristabilire i confini del Patto Nazionale, ma le condizioni internazionali non lo permettono e gli equilibri esistenti non sono appropriati per questo raggiungimento, ma questo non vuol dire che la Turchia abbia abbandonato il suo sogno: i suoi sforzi in Siria e Iraq ne sono la conferma.
Dobbiamo organizzare bene la nostra società in tutti gli aspetti e non basarci su accordi che possono essere cambiati a seconda di interessi, cosicché i curdi e gli altri popoli possano lavorare insieme per stabilire una coesistenza pacifica e elaborare strategie comuni contro questi accordi che colpiscono il nostro futuro, mentre le relazioni tra i popoli sono molto speranzose.
Non voglio trascurare il principio di legittima difesa e l’organizzazione e la preparazione di questa forza in modo costante, dato che non ci sono garanzie costituzionali o internazionali di accordo politico, e ovviamente altre strategie possono essere aggiunte, ma credo che queste siano fondamentali.