Una delegazione europea si unisce alla campagna Scudi Umani a Qandil

30 internazionalisti da diverse parti d’Europa stanno convivendo con la Gioventù Patriottica e il Movimento delle Giovani Donne a Qandil.

Negli ultimi giorni sono stati bombardati da droni turchi e aerei F16.

Provenienti da Francia, Svizzera e diversi territori dello Stato spagnolo, questi 30 internazionalisti sono andati a Qandil con l’intento di sostenere le azioni di difesa della popolazione civile.

Per mesi l’esercito turco ha bombardato aree civili nelle montagne Qandil con la scusa della “presenza del PKK”. Nelle ultime settimane, la campagna di invasione militare è aumentata con l’arrivo di militari sul territorio della Regione Federale del Kurdistan in Iraq, contro qualsiasi legislazione internazionale.

La Gioventù Patriottica e il Movimento delle Giovani Donne hanno lanciato una campagna di scudi umani l’8 giugno per cercare di prevenire gli attacchi dell’esercito turco, che sono già costati la vita di dozzine di civili e danni irreparabili nella regione.

A quest’azione si sono uniti gruppi provenienti da diverse parti del mondo. Circa una settimana fa è arrivata la delegazione “Brigada 19 luglio” dallo Stato spagnolo. La delegazione era già nel Kurdistan del Sud l’anno scorso in un progetto di solidarietà internazionale nel campo profughi di Makhmur.

La Brigata ha raccontato ad ANF come negli ultimi giorni a Qandil siano stati bombardati da droni turchi e aerei F16. Nonostante questo, sono stati in grado di vedere come la vita continua a Qandil.

Durante la settimana in cui hanno vissuto con la gioventù curda, hanno visitato le case dei martiri, scambiandosi diverse visioni politiche e rafforzando i legami tra i popoli.

Il loro obiettivo lì, come si legge in un loro comunicato, è quello di sensibilizzare la comunità internazionale sull’invasione turca, ottenere uno spazio di esclusione aerea e sostenere la rivoluzione curda.

Questa la loro dichiarazione:

“Per più di un mese e mezzo è in corso la campagna ‘Serhildan’ promossa dal ramo dell’organizzazione giovanile Gancany Wellatparez (Gioventù Patriottica), nel Kurdistan del Sud Komalen Ciwan, l’organizzazione ombrello della gioventù del Movimento di Liberazione del Kurdistan.

Questa campagna si svolge nel contesto dei costanti attacchi aerei dell’esercito turco sulle montagne di Qandil e l’ingresso dell’esercito di terra fino a 30 km all’interno del confine del Kurdistan meridionale (governo regionale del Kurdistan in Iraq). L’obiettivo della campagna civile è di esercitare il lavoro degli scudi umani all’interno della catena montuosa per scoraggiare l’aviazione turca dal bombardare la popolazione.

Un famoso detto curdo dice “non ci sono amiche migliori delle montagne” in nome del rapporto storico di questo popolo con le montagne, che sono servite come rifugio e protezione per le varie ribellioni contro gli Stati che hanno cercato di assimilarlo o sterminarlo. Le montagne, che esercitano un confine naturale tra la Turchia, l’Iran e l’Iraq, chiamate dal Movimento di Liberazione Curdo ‘Zone di Difesa Medya’, servono da riferimento per le varie lotte per la democrazia, la libertà e l’uguaglianza in tutte le 4 parti del Kurdistan. Finché le montagne rimarranno dalla loro parte, la loro lotta continuerà.

Dalla brigata del 19 luglio chiediamo la concessione immediata di una zona di divieto di volo per tutto il Kurdistan del Sud, nonché il rispetto della legislazione internazionale e con esso il ritiro completo dell’esercito turco da tutto il territorio oltre i suoi confini. Con la nostra presenza nelle Zone di Difesa Medya vogliamo contribuire alla sensibilizzazione, su scala internazionale, riguardo a questo conflitto e ad un processo di riduzione della tensione e della guerra che aiuterà le forze democratiche in Kurdistan ad approfondire il loro progetto di autonomia democratica che permetterebbe un soluzione di pace dopo 40 anni di conflitto armato”.