Xelil: Ora per la Siria un sistema federale è inevitabile

Aldar Xelil, un componente del Consiglio Esecutivo del Movimento Democratico Sociale del Kurdistan Occidentale (TEV-DEM), ha parlato con ANF della realtà diplomatica e politica intorno a Ginevra II. Xelil ha enfatizzato che poteri egemonici non possono più controllare il paese ed ha affermato che “ora per la Siria un sistema federale è inevitabile.”

Xelil ha iniziato la sua intervista con Aziz Köylüoğlu sottolineando che è necessario che ai colloqui partecipino gruppi di opposizione veri, dicendo “se durante la seconda tornata di colloqui parteciperanno le principali forze democratiche della Siria, potrebbe cambiare l’ordine del giorno della conferenza. Se il programma cambia perderanno l’iniziativa. Se non accettano le forze democratiche e la vera opposizione in Siria alla conferenza, non ci saranno risultati. Fino ad ora gli incontri stanno continuano in questa direzione. Gli attuali incontri tra il Comitato Nazionale di Coordinamento per il Cambiamento Democratico e il PYD sono significativi da questo punto di vista.”

Alcuni gruppi armati non accettano l’opposizione
Xelil ha riaffermato che i partiti che attualmente partecipano alla conferenza non sarebbero in grado di risolvere la crisi in Siria, dicendo che “l’obiettivo della seconda tornata di colloqui a Ginevra è di formare un governo temporaneo. Tuttavia i partiti esistenti non hanno la forza per formare un governo di questo genere. Inoltre alcuni gruppi armati neanche riconoscono l’ala politica dell’opposizione. Per questa ragione anche se l’opposizione facesse un accordo con il regime, i combattimenti potrebbero non fermarsi. Se questo governo temporaneo verrà formato senza consultare i curdi, allora noi non lo riconosceremo.”

Gli incontri non sono mirati a fermare la guerra, ma al suo controllo
Xelil ha espresso il desiderio suo e dei suoi colleghi di far cessare i combattimenti e di evitare ulteriori tragedie, dicendo “fino ad ora gli incontri svolti non hanno perseguito una vera soluzione alla guerra civile in Siria. Queste politiche non possono produrre una vera soluzione. In Siria è scoppiata una guerra civile complicata. I paesi della regione e le forze internazionali hanno perso il controllo sui combattimenti. Gli incontri attualmente in corso a Ginevra stanno lavorando per riprendere il controllo dei combattimenti. Questo vuol dire che gli sforzi ora non sono diretti verso una soluzione, ma a riprendere il controllo della guerra.”

Xelil ha evidenziato che oltre all’apertura di un canale umanitario aereo per Humus, la prima tornata di colloqui non ha prodotto nulla dicendo che “comunque in tempi di guerra ci sono piccolo accordi come questo. Tuttavia Ginevra II non ha prodotto risultati seri. Consideriamo questo incontro un fiasco. Non una parola è stata dai curdi nell’incontro. I curdi che hanno partecipato all’incontro all’interno dell’opposizione siriana sono stati completamente inefficaci.

Xelil ha anche evidenziato la debolezza dell’America e della Russia al tavolo negoziale e come loro stanno cercando di riguadagnare influenza. Xelil ha detto anche che l’incontro non ha prodotto veri guadagni per la Coalizione Nazionale Siriana sostenuta dall’occidente, dicendo che “il regime siriano è diventato la parte più forte seduta al tavolo del negoziato. Ora per andare oltre la situazione è stato iniziato un nuovo processo di incontri diplomatici. L’opposizione siriana negli ultimi due giorni ha avuto degli incontri. La Coalizione Nazionale Siriana si sta incontrando con Heyet el-Tensiq sulla partecipazione congiunta all’incontro. Ma perché questo succeda, la Coalizione Nazionale Siriana deve cambiare le politiche che ha adottato fino ad oggi. Ma apparentemente questi incontri ad oggi non hanno prodotto risultati. Se la prima tornata di colloqui avesse portato un certo grado di progresso, gli incontri con l’opposizione democratica non sarebbero necessari. Invece di trovare una soluzione, gli incontri si stanno trasformando in uno sforzo per rafforzare alcune forze che nessuno accetterà.”

Xelil ha proseguito parlando del ruolo delle potenze regionali nel conflitto, dicendo che “fino ad ora Iraq e Siria sono diventati un terreno di battaglia per gruppi radicali. Molte di queste persone stanno arrivando dall’Europa per combattere per questi gruppi. Alcune potenze vogliono che i combattimenti in Siria continuino in tutta la regione. Se dovesse emergere una soluzione non adatta ai loro interessi, allora cercheranno di bloccarla. Per questa ragione non vogliono che partecipiamo a Ginevra. Per loro non è importante chi difende i diritti umani e la democrazia e chi sono i dittatori.”

Erdoğan doveva essere il sultano del Medio Oriente
Xelil ha criticato in particolare la politica turca in Siria ed ha affermato che la sua politica è totalmente fallita, dicendo “La Turchia contava su forze vicine a prendere il controllo nel Kurdistan occidentale. In questo modo, Erdoğan sarebbe diventato il sultano del Medio Oriente. Le parti che si ammantano di Islam non hanno avuto successo in Siria. Hanno perso iniziativa. Questo ha portato anche a contraddizioni tra gli USA e la Turchia sul tema della Siria. Le lettere del leader Apo hanno rafforzato il processo. Ma il fattore più importante è stato che il movimento curdo è cresciuto sia nei numeri che nella forza. La Turchia non ha più la stessa influenza nella regione che aveva una volta.”

Xelil ha parlato anche dell’Iran, del fatto che è stata impedita la sua partecipazione a Ginevra II e della necessità per l’Iran di essere coinvolto in qualsiasi soluzione. Ha ribadito che è necessario consentire alla vera opposizione siriana di avere un posto nei colloqui, dicendo “in quel caso useremo tutta la nostra forza per produrre una soluzione.”

Ora un sistema federale è inevitabile
Xelil ha nuovamente enfatizzato che prima di qualsiasi cosa, vanno fermati i combattimenti e in risposta alla domanda “che tipo di Siria” emergerà dopo la guerra, Xelil ha risposto: “Volgiamo che cessino immediatamente i combattimenti e che siano rilasciati tutti i prigionieri. Mentre si calma questa situazione straordinaria, tutti gli stranieri dovrebbero tornare a casa loro. Poi vengono i problemi politici. Potrebbero essere formati un governo temporaneo e un’assemblea costituente. Potrebbe essere fatto anche un contratto sociale temporaneo. Sarebbe importante che ci fosse il riconoscimento dei diritti costituzionali dei curdi. Come verrà governata la Siria più in generale è oggetto di discussione. Ora è impossibile governare una Siria centralizza. Un sistema federale che accolga le identità dei popoli e dei gruppi religiosi ora è inevitabile.”