Violenti combattimenti ad Aleppo
Ad Aleppo, violenti combattimenti tra l’esercito di Bashar al-Assad e i combattenti kurdi hanno causato diverse vittime.
Molti civili sono stati vittime di bombardamenti effettuati dall’esercito siriano nel quartiere di Achrafieh, dove la maggior parte dei residenti sono kurdi. Le milizie pro-regime hanno continuato a uccidere civili tramite cecchini.
Secondo segnalazioni provenienti da Achrafieh, attualmente sotto assedio, tra l’8 e il 10 febbraio almeno 35 soldati e miliziani pro-regime sono stati uccisi e più di 70 altri sono rimasti feriti in scontri con i combattenti kurdi.
Il 10 febbraio, le Unità di Difesa del Popolo (YPG) hanno annunciato di aver perso in totale sette combattenti.
La YPG, in un comunicato, hanno dichiarato che i loro combattenti non permetteranno a nessun gruppo armato di accedere alle aree kurde e che risponderanno con fermezza a qualsiasi attacco contro i civili. Nelle città kurde, migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro gli attacchi del regime.
I media e i governi occidentali, che denunciano attacchi sferrati dall’esercito siriano contro altre regioni in Siria, stanno giocando al gioco delle tre scimmiette (quella che non vede, quella che non sente e quella che non parla) quando si tratta dei kurdi.
Dall’inizio della rivolta, che si è trasformata velocemente in una lotta di potere con l’intervento di potenze straniere nella formazione e nel finanziamento dei gruppi armati, i kurdi si sono rifiutati di partecipare al sabotaggio della rivoluzione.
Adottando una terza via, quella di una rivolta pacifica e democratica per una Siria inclusiva che rispetti le legittime richieste del popolo, i kurdi hanno iniziato ad attuare il loro progetto di autonomia democratica.
ANF Aleppo