Università della Calabria: Fermiamo i bombardamenti!Fermiamo la dittatura in Turchia! Solidarietà a Leyla Guven!
Dal 7 novembre Leyla Guven, deputata del parlamento turco nelle fila del Partito Democratico dei Popoli (HDP) e co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK), ha iniziato uno sciopero della fame nel carcere di Amed (Diyarbakir), dove è detenuta dal gennaio 2018 per aver criticato l’offensiva militare turca contro la città curda di Afrin, in Siria.
Durante un’udienza del processo contro di lei, la deputata curda del distretto di Hakkari ha annunciato che lo sciopero della fame durerà a tempo indeterminato, finché non verrà rimosso il regime di isolamento totale imposto nel carcere di Imrali contro il leader curdo Abdullah Ocalan, cui da anni vengono sistematicamente negate le visite di legali e familiari.
Lo sciopero della fame di Leyla Guven è giunto al 43° giorno!
Alla sua iniziativa si sono unite migliaia di prigioniere e prigionieri politici nelle carceri turche e migliaia di donne e uomini solidali in Turchia, in Kurdistan e in tutta Europa. Centinaia di donne in sciopero della fame sono state arrestate dalla polizia turca, che ha fatto irruzione nelle sedi HDP delle principali città curde.
Uno sciopero della fame a tempo indeterminato è stato lanciato dal 17 dicembre anche a Strasburgo, sotto la sede del Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT), organismo europeo che continua a non dare risposta alle richieste di intervento sull’isolamento totale di Ocalan e sulle condizioni drammatiche delle carceri in Turchia.
Una mobilitazione internazionale che dimostra come l’isolamento di Ocalan sia un crimine contro un intero popolo e contro la proposta rivoluzionaria del suo leader: una società libera, democratica, ed ecologica, basata sulla liberazione delle donne.
Un crimine da cui derivano la criminalizzazione di milioni di attivisti e simpatizzanti del movimento curdo in tutto il mondo, i coprifuoco e i massacri nelle città curde, la deriva autoritaria della Turchia, l’occupazione e la devastazione di Afrin.
Un nuovo capitolo di questa guerra si sta aprendo. Il dittatore turco Erdogan ha annunciato nuove operazioni militari contro la Siria del Nord e, il giorno dopo, sono ritornati i bombardamenti aerei in territorio iracheno, che hanno causato 7 vittime civili tra la popolazione yezida della zona di Shengal, già vittima delle atrocità dell’ISIS, e la popolazione del campo profughi di Makhmur, interamente autogestito ma sotto la protezione umanitaria delle Nazioni Unite.
Condanniamo le politiche repressive della Turchia, i bombardamenti e le minacce di invasione.
Denunciamo il silenzio degli organismi internazionali riguardo alle violazioni dei diritti umani del regime turco, l’isolamento di Ocalan, le persecuzioni politiche, l’accanimento contro profughi e civili.
A pochi giorni dall’ennesimo attentato in Europa, è gravissimo il silenzio delle istituzioni internazionali ed europee, che dimenticano le proprie responsabilità verso chi ha lottato per sconfiggere l’ISIS.
#DoNotAbandonRojava Fermiamo i bombardamenti!
Solidarietà a Leyla Guven! Libertà per il popolo curdo!
Rete Kurdistan Cosenza