Un guerrigliero dottore di 50 anni

È uno di quelli il cui nome è molto citato qua nella regione di Xakurkê. Tutti quelli che parlano con lui poi continuano a narrare le sue parole. In quanto a noi, ovviamente volevamo incontrarlo e conversare con lui.

Il mio viaggio nelle montagne del Kurdistan ricomincia continuamente.

Corro fino alle montagne, i sentieri, i volti richiamano la guerriglia che mi mancava sottilmente. Con loro, e a volte solo, vagavo per le montagne e assaporavo il famoso tè da contrabbandieri che preparavano. Cerco di ricomporre tutti i ricordi che hanno condiviso con me. Le loro opinioni, le loro parole, risate, dolori. Cerco di ricomporre tutti i racconti leggendari delle montagne, i loro sguardi allegri, le loro vite e il loro eroismo.

Qua a Xakurkê esiste un uomo. Tutti coloro che parlano con lui continuano a narrare le sue parole. Quanto a noi, ovviamente volevamo incontrarlo e conversare con lui.

Uscimmo ad ascoltare le sue parole con una tazza di té della guerriglia. E poi ci incamminammo direttamente al lago Lolan, al calore piacevole del sole d’estate.

Dopo un lungo cammino arrivammo all’accampamento guerrigliero che stavamo cercando. Un guerrigliero di 50 anni, che parlava fluidamente nei dialetti Kurmanji e Sorani, ci accolse. Poco dopo mise una teiera sul piccolo fuoco e, dopo esserci presentati, cominciò finalmente la conversazione, mentre ce ne stavamo seduti lì, con la nostra tazza di tè fumante tra le mani.

Più tardi scoprimmo che questo guerrigliero di 50 anni, quello che ci aveva ricevuti durante il nostro cammino, era il dottor Rojvan Öcalan, il compagno che eravamo ansiosi di conoscere. Il dottor Rojvan Öcalan, che si unì alle file guerrigliere del Kurdistan orientale, iniziò la conversazione con queste parole: “Ciascuna guerrigliero ha una storia” e, così, ci raccontò la sua:

“Mi unì alle file del PKK quando ero giovane. Non importa l’età che potevo aver avuto; la mia anima è esattamente identica a quella dei miei compagni guerriglieri più giovani. Non è un compito facile parlare della vita dentro al PKK, un luogo di così grande bellezza che bisognerebbe sperimentarlo di prima mano. Le montagne, i laghi, pianure e prati, le colline, l’aria, l’allegria e la compagneria sono incomparabili. Vedere l’alba in cima alla montagna, mangiare il cibo di queste montagne, bere una tazza d’acqua e respirare l’aria fresca, è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Le persone si sforzano di comprendere tutto questo, poiché, dato che il sistema vuole reprimere la nostra libertà, vuole anche privarci delle nostre montagne, dell’aria, dell’acqua e del pane. Anch’io ho vissuto a lungo nel sistema. Ma non mi sono mai conformato. Da anni cercavo quello che il sistema ci ha rubato cercando di farlo scomparire. Specialmente in un paese come l’Iran, in cui non ho mai accettato il sistema del capitalismo islamico e per cui i conflitti con le persone con cui avevo legato crescevano sempre di più. Questi conflitti mi portarono ad andare nel cuore del capitalismo. Ovviamente, dopo esser stato testimone del liberalismo in Europa, rifiutai anche questo sistema che fa che la gente si allontani dai suoi valori basilari per assimilarla radicalmente. E così, i miei conflitti interni ripresero a crescere. Mentre lottavo con queste resistenze, incontrai il pensiero marxista-leninista. E chiaramente neanche queste idee mi offrirono risposte alla vita che cercavo. Avevo bisogno di un’altra visione e così continuai a cercare”.

“Il partito internazionale mi ha permesso di apprendere l’ideologia di Apo”
Il dottor Rojvan Öcalan, che fuggì in Europa a causa della repressione e la violenza dello Stato iraniano, entrò in contatto con l’insurrezione del popolo quando ebbe luogo il complotto internazionale contro il leader curdo Abdullah Öcalan, nel 1999-2000. E durante le manifestazioni e i comizi che ne seguirono, conobbe il suo pensiero.

Passando dal dialetto Kurmanji al Sorani, il dottor Öcalan ricordò così questi giorni: “Questa ricerca mi portò a conoscere il leader Apo nel 1999-2000. Il complotto internazionale contro il leader popolare curdo Abdullah Öcalan fu ripudiato dalle proteste di massa della gente nel Kurdistan orientale e in Europa. Cosa che mi diede la spinta a cercare la verità che rappresentava il leader Apo. Cominciai a leggere i suoi importanti testi di difesa, che hanno la capacità di liberare l’umanità intera. Mi convinsi che l’unica cosa che poteva liberarmi e liberare la mia comunità era l’ideologia del nostro leader.

Volevo contribuire a questo cammino e sulla base di questa ideologia. Tra il 2009 e il 2010 desiderai convertirmi in un combattente, come parte di queste idee. E tuttavia fu difficile separarmi da tutti i vincoli con il sistema. È stato in quel momento che compresi profondamente la mia vita, la mia famiglia, l’oppressione e le repressioni contro il popolo curdo e la realtà della mia società. E mi affidai sempre di più a queste questioni. Concentrai la mia attenzione su questo tema e questa profondità d’esperienza mi portò, giorno per giorno, sempre più vicino alla meta che avevo davanti ai miei occhi”.

La resistenza del secolo: Kobanê

Volevamo sapere com’era arrivato alle montagne del Kurdistan. Il medico guerrigliero ricordò quegli anni con speranza ed entusiasmo: “In un momento in cui stavo nella morsa degli attacchi fascisti contro il nostro popolo, nelle quattro parti del Kurdistan, emerse la resistenza di Kobanê. E così, mi diressi lì. L’unica cosa che sono contento di aver appreso nel sistema è la professione medica. A questa enorme resistenza, infatti, mi unii come medico. Portai addosso le ferite di molti compagni. Durante questi 5 mesi, l’amore per la libertà e la resistenza dei combattenti mi lasciò un impatto profondo e mi diedi conto che questa resistenza era il prodotto di una grande ideologia e della grande fedeltà al leader. Presi la decisione di diventare un combattente. Nonostante potessi sembrare già in là con l’età, l’ideologia del leader non conosce nessuna età o alcun ostacolo che sia. E le montagne libere riportano giovani.”

Questa è la vita
Dopo un po’ di tempo, ci dedicammo al suo lavoro come medico e gli domandammo che differenza c’è tra la professione medica dentro al sistema e nella guerriglia. Il dottor Rojvan Öcalan rispose: “Dentro al sistema le persone diventano dottori solo per ragioni economiche, non si preoccupano per le necessità che soffrono le persone, né per i problemi di salute. Essere medico nella guerriglia è un mondo diverso. Dato che nelle montagne il legame con la vita, con gli obiettivi e con la compagneria sono estremamente forti, non hai voglia di perdere i tuoi compagni. Pertanto un medico guerrigliero farà tutto il possibile per curare i suoi compagni e mantenerli in salute. I suoi compagni sono la fonte della sua morale. Un momento delle loro risate, della loro morale o del loro entusiasmo si converte nell’essenza della vita stessa. Solo si può concludere che è proprio questa l’essenza della vita. E così partii per marciare sopra queste alte montagne”.

Mentre si avvicinava il momento della partenza, noi intraprendemmo il cammino per ascoltare i ricordi della guerriglia e per ricomporre i loro racconti e le loro storie, riscaldati dall’emozione e dal fervore del dottore guerrigliero Rojvan Öcalan.