UIKI: Viva la lotta organizzata e la solidarietà internazionale delle donne!
Per il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, salutiamo tutte le donne con lo spirito della lotta per la libertà, la democrazia e la giustizia sociale.
Il 25 novembre 1960 sono state assassinate le tre sorelle Mirabal, che conducevano una lotta attiva contro la dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana. Questa data simboleggia anche la resistenza contro il sistema patriarcale di annientamento delle donne che dura da 5000 anni. Nel commemorare con rispetto le sorelle Mirabal, salutiamo tutte le donne che si organizzano, che lottano ai quattro angoli della terra.
Nella realtà di oggi, tutte le forze del sistema capitalista vivono un andamento di grande caos. Tutti gli stati capitalisti – gli USA per primi – non hanno soluzioni per le crisi sociali, politiche ed economiche che hanno creato, scaricando decisamente tutto il prezzo sulla società, e ancora una volta ne pagano il prezzo le donne, i popoli, i giovani. Vogliono perpetuare lo sfruttamento con la bugia del “liberismo economico”, la politica della violenza e della guerra con la bugia della “pace”, la perdita di potere e le pratiche di disgregazione dei gruppi sociali con la bugia della “democrazia”.
Questo sistema capitalista, con il supporto del nazionalismo, della religiosità crescente, del sessismo e del tecnicismo vuole continuare l’umiliazione delle donne sotto molti aspetti. Senza differenze di provenienza geografica tenta di conservare atti e comportamenti contro le donne – finanche il cosiddetto femminicidio. Il sistema dominante di potere e di sfruttamento sostiene sia gli stati occidentali sia quelli orientali nella loro politica di sfruttamento, oppressione e massacro delle donne, delle società, delle culture diverse, si appropria delle risorse sotto e sopra la terra e portando avanti così le sue guerre di annientamento contro le donne e le società. Ne sono un esempio la violazione dei diritti delle donne, i soprusi, gli stupri e i massacri nei confronti delle donne, le crisi vissute da donne, giovani e uomini, il frenare la politica delle donne, la divisione sociale fino alla riduzione a singoli individui negli USA e nell’UE che si autorappresentano come paesi “sviluppati”. E anche quello che attualmente sta succedendo in Medio Oriente, in Siria. Al Qaeda/Al Nusra e bande simili che dicono di essere contrarie al regime massacrano donne, bambini e la popolazione araba-curda-assira-armena-turkmena, che non può valere meno di quella siriana. Gli stati che sostengono queste forze, come USA-Russia-UE-Iran-Turchia e i partiti arabi e curdi che con loro fanno causa comune, hanno tutti la stessa mentalità anche se sembra che siano l’uno contro l‘altro. Per loro sono molto più importanti i propri interessi di quanto lo siano le richieste di democrazia-libertà-uguaglianza dei popoli siriani. Tutti hanno in comune il fatto di essere nemici delle donne, dei popoli, del pluralismo religioso.
È chiaro che resistere a questi sporchi e colpevoli difensori del sistema, a stati e regimi, organizzarsi e lottare, è un compito onorevole e storico dell‘umanità. L’attuale resistenza nel Rojava/Kurdistan sotto la guida delle donne curde viene condotta anche in nome delle sorelle Mirabal. In Rojava [Kurdistan occidentale] è in atto sia una forte resistenza contro il sistema patriarcale, sia la costruzione di una società alternativa delle donne. Le tre donne assassinate il 9 gennaio 2013 a Parigi, Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söylemez, con le loro vite, con le loro battaglie contro il militarismo, il sistema patriarcale, il fascismo, sono diventate simboli della posizione libertaria della donna curda. Negli ideali libertari e nell’atteggiamento combattivo delle tre forti donne curde decise per la libertà si ritrovano anche le sorelle Mirabal. Sono le voci delle donne che resistono alle forze del sistema capitalista europeo e delle donne che combattono in tutto il pianeta. Nelle persone di Sakine, Fıdan e Leyla si voleva uccidere la resistenza delle donne, la loro determinazione. Ma le forze oscure del sistema capitalistico-fascista non hanno avuto successo in questo e non ne avranno mai. Perché Sakine, Fıdan e Leyla, proprio come le sorelle Mirabal, sono già diventate milioni.
La pratica delle lotte condotte in nome del 25 novembre contro la violenza sulle donne, significa anche condurre la lotta per la liberazione dalla violenza sessista. La violenza sfruttatrice iniziata con la guerra contro le donne, può essere sconfitta solo dalle donne. Il 25 novembre comprende anche il compito della donna di creare e costruire una società libera, basata sull’uguaglianza. Come le sorelle Mirabal hanno resistito contro lo sfruttamento e il fascismo per una vita diversa, noi, come loro sorelle, dobbiamo fare di questo un compito anche nostro.
Non è tempo di aspettare soluzioni dai dominatori, bensì di costruire un nostro sistema sociale di donne libere. Come donne che proseguono lungo il cammino indicato dalle sorelle Mirabal, dobbiamo sapere che l’unica possibilità di avere successo contro il fascismo, lo sfruttamento, il capitalismo e ogni tipo di collaborazionismo reazionario è quella di unire le nostre forze nella solidarietà internazionale e di dire “basta” a tutti i dominatori. Il 25 novembre significa organizzarsi meglio, più resistenza, più libertà delle donne. Il 25 novembre significa partire dalla libertà delle donne per aiutare tutti gli oppressi a raggiungere la vittoria.
In questo senso rinnoviamo il nostro appello alla solidarietà a tutte le donne, affinché si uniscano.
Viva la lotta organizzata e la solidarietà internazionale delle donne!
Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia