UIKI: Per rendere possibile aiuti umanitari a Rojava,nelle province kurde della Siria
La popolazione kurda si batte sin dai primi momenti della guerra civile in Siria per la pace e per la costruzione di una società democratica e con uguali diritti per tutti. Ciononostante, o forse proprio per questo, sia il governo siriano, che altre formazioni che fanno parte o hanno legami con Al-Qaida e pure gli Stati di Turchia, Arabia Saudita, Qatar e altre potenze della regione, bloccano gli aiuti umanitari e fanno in modo che non arrivino risorse vitali per l´esistenza, quali petrolio, gas, acqua, medicinali e generi alimentari. Di fatto, assistiamo ad un embargo contro la popolazione kurda e ad attacchi militari. Con intraprese tutte quelle misure atte a togliere l´embargo. Solo in questo modo, possono essere garantiti gli aiuti umanitari in questa regione.
Noi appoggiamo l´iniziativa del deputato del parlamento tedesco, Jan van Aken, il quale dopo aver fatto parte di una delegazione che si è recata nelle province kurde di Siria, ha invitato il parlamento tedesco a non prendere parte all´embargo, a non esportare più armamenti in Turchia e ad appoggiare gli sforzi dei Kurdi per la democrazia nella regione.
Fanno parte delle strutture di autoamministrazione, che sono state organizzate principalmente dalla popolazione kurda nelle regioni del Nord del Paese (Rojava) tutte le confessioni religiose e le etnie del posto. Il Rojava è attualmente l´unica regione del paese nella quale vivono in sicurezza i cristiani assiri, i quali contribuiscono all´organizzazione della società.
L’Alto Consiglio Kurdo, nel quale sono organizzati tutti i partiti kurdi della Siria è parte dell´amministrazione provvisoria della regione. Nelle regioni auto amministrate, in tutte le commissioni esiste una quota rosa del 40%. Anche questo fatto è unico nella regione. La realtà del Rojava è caratterizzata da persone che non sono più disposte a tollerare strutture patriarcali e altri meccanismi repressivi.
L´intero progetto di autoamministrazione a Rojava potrebbe essere considerato un esempio di democrazia e progresso nelle società medio-orientali. Proprio questo risulta essere una spina nel fianco per le potenze della regione e per Al-Qaida. La Turchia, il Qatar, l´Arabia Saudita appoggiano la Jihad islamica fornendo armi, strategie di guerra, denaro, assistenza medica, infrastrutture militari e civili, allo scopo di impedire con tutti i mezzi la stabilizzazione delle regioni kurde della Siria. Conseguenza di tutto questo sono i massacri nei confronti della popolazione civile. Anche il regime di Assad vuole impedire un´ulteriore sviluppo e stabilità di questa regione, nella quale dal 2012 sono scappati più di un milione e trecentomila migranti interni.
Nella relazione del viaggio di Jan van Aken si legge: “In questo contesto, il governo autonomo kurdo-iracheno di Masud Barzani si rifiuta di aiutare direttamente la popolazione kurda di Siria e tiene chiusi i confini. Probabilmente ciò accade in seguito alla pressione della Turchia, il partner commerciale più importante di Barzani. Il governo turco ha chiuso i confini e cerca di boicottare l´esperimento dell´autoamministrazione kurda, anche perché una forza trainante nel nord della Siria è il PYD (Partito dell´Unione democratica): un partito, che secondo la Turchia è vicino al PKK. Nel complesso le potenze regionali temono che questo esperimento democratico possa influenzare le loro società, anche in relazione ai diritti delle donne.“
La popolazione kurda della Siria ha come obiettivo la soluzione pacifica del conflitto siriano e vede con favore tutti gli sforzi internazionali che hanno lo stesso obiettivo. La popolazione kurda si batte per il diritto ad una vita libera, in una Siria democratica, nella quale in modo solidale convivano tutte le etnie e le confessioni. Per sostenere questi obiettivi, bisogna dare una mano alla popolazione locale fornendo generi di prima necessità e ponendo fine all´embargo.
GINEVRA II e gli aiuti umanitari
Purtroppo alla conferenza di pace sulla Siria che si è tenuta in Svizzera a Montreux, non è stata invitata nessuna delegazione kurda. Questa è l´espressione dell´ignoranza sulla regione. Affinché vi sia una pace duratura nella regione, è importante coinvolgere nelle trattative di pace tutte le parti.
Ci sembra assurdo, dover escludere dai colloqui proprio coloro che in quella regione prospettano una Siria democratica. Con riferimento agli aiuti umanitari, si legge nel resoconto di viaggio: In seguito all´Embargo non arrivano nella regione di Rojava le organizzazioni umanitarie. Sono sul posto solamente “i medici senza frontiere”. Anche l´ONU non può fornire nessun aiuto diretto e ha dovuto far arrivare a Qamishli a prezzi pazzeschi generi di prima necessità tramite un ponte aereo.
Organizzazioni sul posto che si occupano di aiuti umanitari e dei profughi, hanno fatto sapere che i generi di prima necessità sono consegnati al regime e non arrivano alla popolazione kurda.
Si legge ancora nel resoconto di viaggio; “ Manca lo zucchero, l´olio, il riso, il té e più di tutto le medicine. Malati cronici non possono essere curati. Ci ha fatto sapere una dottoressa della Mezzaluna Rossa che ad esempio i malati di reni a Qamishli o sono scappati dalla regione o sono morti”.
Anche le organizzazioni kurde a Rojava, che si occupano dei profughi interni, non sono appoggiate in nessun modo a livello internazionale. Un gran numero di profughi interni, grazie ad una relativa stabilità nel Rojava e nonostante l´embargo, sono venuti qui. La Mezzaluna Rossa Kurda del Rojava (Heyva Sor a Kurd) ha pubblicato i seguenti numeri:
Cantone di Afrin; Popolazione: 500.000 e circa 500.000 profughi interni.
Cantone di Kobani ; Popolazione: 300.000 e circa 350.000 profughi interni. (solamente negli ultimi 15 giorni, in seguito ai violenti scontri sono arrivati a Kobani 10.000 profughi)
Cantone di Cizîre ; Popolazione: 1.300.000 con più di 500.000 profughi.
Una parte dei profughi vive presso parenti e conoscenti, altri sono alloggiati in palestre, scuole o grossi edifici. Le risorse non bastano a rifornire tutti i profughi.
Chiediamo l´immediata fine dell´embargo contro Rojava e contro le province kurde della Siria e che vengano garantiti gli aiuti umanitari dei governi dell’UE e delle organizzazioni umanitarie, per evitare questa catastrofe. Chiediamo lo stop alle forniture di armamenti alla Turchia e che venga posta fine ai massacri e alle violazioni dei diritti umani dei gruppi di Al-Qaida.
Siamo a disposizione per ulteriori informazioni e per fornire contatti per la spedizione di generi di assistenza alle organizzazioni umanitarie del posto.
Chiediamo che siano intraprese tutte quelle misure atte a togliere l´embargo. Solo in questo modo, possono essere garantiti gli aiuti umanitari in questa regione.
Ufficio d’Informazione del Kurdistan In Italia