Turchia: si indaga contro presunto mandante degli assassinii delle politiche curde

I pubblici ministeri di Istanbul indagano su un agente dei servizi segreti turchi MIT che è sospettato di aver ordinato l’assassinio di tre politiche curde tre anni fa a Parigi. Così ha riferito nel fine settimana il quotidiano turco Cumhuriyet.

La co-fondatrice del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK, Sakine Cansiz, la rappresentante del Congresso Nazionale Curdo (KNK) Fidan Dogan e l’attivista del movimento giovanile curdo Leyla Saylemez il 9 gennaio 2013 erano state trovate uccise da colpi di arma da fuoco nei locali del Ufficio di Informazione del Kurdistan a Parigi. Come immediatamente sospetto era stato arrestato Ömer Güney, un seguace dei »Lupi Grigi« fascisti infiltrato in un’associazione culturale curda.

Documenti e registrazioni che nell’anno 2014 nell’ambito delle lotte di potere all’interno dell’apparato dello Stato turco erano stati pubblicato su Internet, suggeriscono che Güney abbia agito su incarico dei servizi segreti. Così recita la richiesta di rinvio a giudizio della procura dello stato di Parigi contro Güney: »Molti particolari del procedimento consentono il sospetto che il MIT sia coinvolto nell’istigazione e nella preparazione di questi assassinii.« Il governo turco ha respinto simili accuse e fino ad ora si è rifiutato di dare alla giustizia francese le informazioni richieste.

Uno dei documenti dai quali si evince l’incarico di assassinare Cansiz reca la firma dell’ufficiale del MIT Haluk Özcan della città di Kocaeli. Al momento però su Özcan non si indaga per gli assassinii di Parigi, ma per il suo possibile coinvolgimento in un altro caso di omicidio in Turchia.
Il P.M. incaricato delle indagini Hasan Yilmaz del Dipartimento per la Lotta al Contrabbando e al Crimine Organizzato ora ha esortato i servizi segreti a fornire informazioni su possibili collegamenti di Özcan al cosiddetto Stato parallelo. Il riferimento è alla rete del predicatore Fethullah Gülen a lungo alleato con il governo dell’AKP, ma da tre anni perseguito come organizzazione terroristica.

Nel momento dell’assassinio di Parigi stavano iniziando i colloqui tra il capo dei servizi segreti Hakan Fidan e il Presidente del PKK in carcere Abdullah Öcalan su una conciliazione nel conflitto turco-curdo. Il Movimento Gülen, che nel caso di una soluzione della questione curda con l’inclusione del PKK teme per la sua influenza nelle aree curde del paese, era considerato un fermo avversario di questi colloqui. Un P.M. noto come seguace di Gülen, già nel 2011, per via di precedenti colloqui di pace dei servizi segreti con il vertice del PKK, aveva emesso un mandato di cattura contro Fidan per alto tradimento. Il vertice del PKK per questo avrebbe da tempo sospettato che dietro gli assassinii delle tre rivoluzionarie curde ci fosse il Movimento Gülen. In questo modo avrebbe tentato di sabotare il processo di pace.

Le attuali indagini contro Özcan per possibili contatti con Gülen denotano che il governo turco sta sposando questo tipo di lettura. Da quando il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato il Movimento Gülen suo nemico principale, la giustizia, portata rigidamente in linea con il governo, è impegnata a mettere quasi tutti gli omicidi irrisolti degli ultimi anni in collegamento con lo »Stato parallelo«. Inoltre, lunedì secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Anadolu, circa cento seguaci di Gülen sono stati fermati a seguito di retate a Istanbul e in diverse province del Paese. Complessivamente sarebbero stati emessi 140 mandati di cattura contro sospetti di »appartenenza a un organizzazione terroristica« e »finanziamento del terrorismo«. »Riconoscimenti« del genere da parte delle istituzioni turche quindi vanno trattate con cautela.

di Nick Brauns Junge Welt
Foto: Osman Orsal/Reuters
Manifestazione commemorativa il 16 gennaio 2013 a Istanbul per le attiviste curde assassinate a Parigi