Turchia, Erdogan contro diplomatici Ue. Farnesina: “Libertà di espressione fondamentale per dibattito politico”
Ankara ha protestato contro la partecipazione di alcuni rappresentanti diplomatici alla prima udienza del processo che vede imputati i due giornalisti del Cumhuriyet, Can Dundar e Erdem Gul, accusati di spionaggio. Per il presidente turco hanno violato i confini e sono al fianco di coloro che vogliono condurre “un colpo di stato” contro il governo.
La libertà di espressione è di “fondamentale importanza per il dibattito politico” in Turchia. A dirlo è la Farnesina, in risposta alle proteste della Turchia contro la partecipazione di alcuni rappresentanti diplomatici e consolari europei alla prima udienza del processo contro due giornalisti del Cumhuriyet, Can Dundar e Erdem Gul, accusati di spionaggio. Ankara ha espresso ufficialmente il proprio “disappunto” ai rappresentanti dei Paesi che dopo il processo hanno condiviso sul web commenti, giudicati “incompatibili con l’imparzialità” che i diplomatici devono mostrare. Nei giorni scorsi poi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si era scagliato contro la presenza dei rappresentanti stranieri all’udienza: diplomatici ai quali è poi stata mandata una convocazione ad Ankara da parte del Ministero degli Esteri turco. Tra i convocati anche la rappresentante italiana Federica Ferrari Bravo. La Farnesina nella nota ha però sottolineato che il Console Generale ad Istanbul “si è comportato in piena osservanza della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari”.
Nella stessa occasione Erdogan ha anche accusato i diplomatici presenti in aula di “violare“ i confini e di essere al fianco di coloro che vogliono condurre “un colpo di stato” contro il governo. “Chi vi credete di essere?…Questo non è il vostro Paese, questa è la Turchia”, aveva detto il presidente. Di tutta risposta la Farnesina ha ricordato che “la libertà di espressione è di fondamentale importanza per il dibattito politico nel Paese, verso il quale l’interesse dei diplomatici europei è pienamente giustificato alla luce della posizione di Ankara quale Paese candidato all’Unione Europea”.
Il F.Q.