Tortura sistematica in Turchia

Ankara sfrutta lo stato di emergenza come pretesto per privare i prigionieri di ogni diritto. La Linke critica il governo federale.Dalla proclamazione dello stato di emergenza in Turchia, la polizia turca secondo quanto riferito da Human Rights Watch (HRW) tortura sistematicamente i prigionieri. In un rapporto pubblicato martedì l’organizzazione per i diritti umani documenta 13 casi di persone che durante la detenzione sono state torturate »posizioni che provocano stress«, privazione del sonno e abusi sessuali. L’organizzazione ha chiesto di rimettere immediatamente in vigore le prescrizioni per la protezione dei prigionieri sospese con lo stato emergenza. »Il divieto di tortura previsto dal diritto internazionale è assoluto e non deve essere limitato neanche in caso di guerra o di emergenza«, ha dichiarato HRW.

Secondo dati riferiti da HRW dal tentativo di golpe a metà luglio con lo stato di emergenza in vigore, il periodo di detenzione massimo fino all’esame da parte di un giudice è stato elevato da quattro a 30 giorni. Inoltre ai prigionieri può essere negato qualsiasi contatto di assistenza legale fino a cinque giorni. Anche i difensori non sempre possono essere scelti liberamente e il diritto a colloqui confidenziali con l’avvocato è stato limitato.

Da metà luglio fino alla fine di settembre secondo dati ufficiali sono state arrestate circa 32.000 persone. Tra loro ci sarebbero seguaci del predicatore in esilio Fethullah Gülen, attivisti di sinistra, nonché presunti appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Per il rapporto sull’inchiesta l’organizzazione ha riferito di aver sentito oltre 40 avvocati, attivisti per i diritti umani, ex-detenuti, personale medico e medici legali.

Sevim Dagdelen, deputata della Linke, martedì ha esortato il governo federale a trarre conseguenze dal rapporto. »Ogni ulteriore aiuto di polizia e di armi per la Turchia sarebbe criminale e deve essere interrotto. Il referente speciale dell’ONU per la tortura deve avere immediatamente accesso alle carceri turche«, si dice. Dagdelen ha inoltre criticato l’aumento dell’export di armi tedesco verso la Turchia. »Con questo«, così la deputata, »diventa chiaro che Erdogan conduce la sua sporca guerra contro i curdi anche con armi tedesche.«
JW