TJKE: Rafforziamo la nostra auto-difesa contro ogni tipo di facismo-Difendere Afrin è difendere la rivoluzione delle donne

La giornata internazionale delle donne, l’8 marzo, ha rappresentato un’ondata rivoluzionaria nella storia delle donne che ha accelerato la lotta di liberazione contro il patriarcato. Il sollevamento delle donne è stato, al tempo stesso, trasformato attraverso l’organizzazione che segna ogni giorno con lo spirito dell’8 marzo. Trasformandosi in una “tabella di marcia” per la resistenza contro cinquemila anni di sistema patriarcale, quest’ondata rivoluzionaria ha avuto bisogno di una lotta comune contro la dominazione e le strutture fasciste che stanno crescendo in tutto il mondo.

Il fascismo, oggi, si focalizza maggiormente sulla distruzione della sempre crescente organizzazione delle donne insinuandosi nell’Occidente, nel Medio Oriente, in America e in Asia con modalità differenti ma che si sintetizzano in una mentalità comune. Da una parte, nell’intento di auto legittimare le proprie politiche sessiste per sussumere i diritti ottenuti dalle donne, sfruttano gli abusi sessuali delle donne sul posto di lavoro e nelle strade per stuprare e impadronirsi delle menti e dei corpi delle donne. Le donne si stanno organizzando in tutto il mondo attraverso la campagna #metoo. Mentre i femminicidi continuano in America Latina, le donne hanno diffuso la propria lotta nell’arena internazionale con il movimento NonUnaDiMeno contro i femminicidi.

Dall’altro lato, Boko Haram e DAESH (ISIS), che rappresentano l’apice del sistema patriarcale, hanno intensificato ogni dimensione del femminicidio. Ciò cui puntavano realmente vendendo donne nei mercati del Niger e a Sincar, era distruggere la crescente lotta di liberazione e l’organizzazione delle donne. Le donne curde, che sono diventate fondamentali nella lotta contro Daesh, si sono fatte carico dell’eredità di 40 anni di lotte contro gli attentati patriarcal-fascisti, al costo della propria vita, facendo un regalo alla lotta per la liberazione delle donne in tutto il mondo. Le donne sono diventate simboli della rivoluzione durante la guerra. È stata la rivoluzione del Rojava a portare speranza alle persone nel cuore del Medio Oriente, attraverso la costruzione di un nuovo modo di vita, una rivoluzione che difende i valori di liberazione e paradigma ecologico di donne democratiche. Le donne sono state guide di questa rivoluzione in tutto il Kurdistan.
Oggi il regime fascista dell’AKP (partito per la Giustizia e lo Sviluppo), guidato da Erdogan, che per anni ha implementato una politica di genocidio nel nord del Kurdistan, ha commesso, sotto gli occhi di tutto il mondo, un crimine contro l’umanità diffondendo la guerra al Rojava in collaborazione con Daesh. Puntando all’eliminazione della struttura confederale, basata su valori democratici, attraverso l’attacco ad Afrin, hanno già causato la morte di centinaia di civili, incluse donne e bambini.

Nonostante ciò, il trio AKP-DAESH-OSO, che attenta a ogni sfera della vita, ha incontrato, ancora una volta, una resistenza storica. Le persone di Afrin, inclusi i giovani e gli anziani, stanno partecipando alla difesa della propria terra e di propri valori. Lo stato fascista turco e le sue gangs stanno dimostrando pubblicamente le proprie azioni disumane. Mutilando il corpo di Barin a Kobane, hanno cercato di indebolire il potere della liberazione delle donne. Proprio come Arin Mirkan è diventata il simbolo della rivoluzione di Kobane combattendo contro le bande di Daesh al costo della propria vita, oggi Avesta Xabur ha sacrificato se stessa per le persone di Afrin e la loro liberazione, fronteggiando, senza un minimo d’esitazione, i blindati dell’esercito turco e delle sue gangs.

Quel che stanno cercando di eliminare ad Afrin sono i valori universali di libertà, uguaglianza e democrazia che sono stati costruiti, passo dopo passo, nella leadership delle donne. È questo il nuovo modello di società e di vita che ha portato speranza alle persone del Medio Oriente. Le donne kurde, impegnate nella battaglia internazionale di liberazione delle donne e nella campagna dello sciopero internazionale in America Latina, si supportano a vicenda e collaborano contro Boko Haram in Africa e l’AKP-DAESH e i loro regimi reazioni in Medio Oriente. Nello stesso modo in cui le donne e le forze democratiche hanno difeso la rivoluzione a Kobane, facciamo appello alle donne del mondo, in questo 8 marzo, a far propria e supportare la rivoluzione che sta crescendo ad Afrin nel nome dei valori dell’umanità.

Difendere la lotta di Afrin è difendere i valori internazionali della rivoluzione delle donne.
TJKE Movimento delle Donne Kurde in Europa info@tjk-e.com