Risoluzioni della Conferenza sulla ricostruzione di Kobanê

Il 2 e 3 Maggio 2015 si è tenuta la “Conferenza sulla ricostruzione di Kobanê” allo scopo di discutere la situazione post-bellica di Kobanê e decidere le azioni e i progetti necessari per la ricostruzione della città. Da tutte le quattro aree del Kurdistan e globalmente, 370 delegati si sono riuniti nella città di Amed attorno al tema “Diamo una mano a Kobanê”.

Dopo l’apertura ufficiale della conferenza, le discussioni dei partecipanti si sono rivolte verso varie questioni critiche tra cui le conseguenze socio-politiche della guerra su Kobanê, il rapporto ufficiale relativo ai danni strutturali subiti dalla città e le risoluzioni concernenti mezzi e modalità da mettere in atto per una ricostruzione veloce.

La conferenza ha fatto una valutazione accurata degli attacchi inferti dai terroristi fascisti di ISIS contro la città e della lunga resistenza curda contro questi. Durante la discussione, l’assalto brutale di ISIS è stato visto come la continuazione dei tentativi di stampo colonialista di voler limitare i diritti democratici del popolo curdo e delle società pacifiche. Il conflitto storico del secolo combattuto a Kobanê non è stato soltanto una guerra tra ISIS e le Unità di Protezione del Popolo (YPG-YPJ). Si è trattato di uno scontro tra la Modernità democratica e la sua difesa delle nazioni e dei popoli e la Modernità capitalista, difensore degli stati creati artificialmente dalle potenze coloniali.

Nondimeno, la grandiosa resistenza di Kobanê si è trasformata in una voce globale che ha accomunato tutti coloro che credono e reclamano la libertà e si è trasformata in una guerra per proteggere l’umanità. Per questa ragione, per la prima volta individui da ogni luogo del Kurdistan e da molte regioni del mondo hanno dimostrato solidarietà e hanno partecipato a sostegno della salvaguardia della città. Da ogni parte del mondo persone hanno deciso di scendere in campo a fianco dei combattenti a Kobanê e hanno preso posizione con spirito di squadra contro il terrore. Inoltre, la conferenza ha reso omaggio a tutte le forze di difesa nazionali incluse le YPG/YPJ, HPG, YBS, YJA STAR, Peshmerga e tutte le forze di sinistra e internazionaliste.
La conferenza ha anche commemorato tutti i martiri della storica resistenza e li ha ricordati come “Martiri per la Protezione dei Valori dell’Umanità”. La conferenza ha reso omaggio a tutti i guerrieri e le guerriere per la libertà a nome di Arîn Mîrkan e alla grade resistenza sul terreno delle donne curde.

E’ la prima volta nella storia del Kurdistan che una singola città diviene, a motivo della sua resistenza, la fonte di unità curda. In Bakur, Basur, Rojhelat e in tutto il mondo i curdi hanno condiviso il dolore e la sofferenza di Kobanê. Le forze di difesa curde hanno combattuto contro coloro che cercavano di occupare politicamente e militarmente e hanno respinto questa occupazione delle proprie terre. Le unità rivoluzionarie, i singoli individui e le forze intrenazionaliste hanno tutte rivolto i loro sforzi e il loro sostegno verso Kobanê e hanno partecipato attivamente sul fronte della difesa insieme alle forze curde. La conferenza ha espresso la gratitudine del popolo curdo nei confronti di tutte le forze democratiche e i singoli individui che hanno dimostrato na presa di coscienza e hanno preso posizione a favore di Kobanê durante giorni della storica resistenza.

La vittoria politica e sociale della battaglia di Kobanê ha spianato la strada a sviluppi progressisti e democratici a livello globale. Ha provato che una società può, se ha la volontà, guadagnare terreno contro gli attacchi imperialisti e capitalisti. Lo spirito nazionale del popolo curdo è cresciuto fino a raggiungere dimensioni mai viste in precedenza e le speranze per una rivoluzione sono rinate tra i giovani, le donne e altre fascie oppresse della società.
Allo stesso tempo, nonostante l’energica offensiva e la forte volontà messe in atto delle forze curde, i rapporti e le analisi presentate durante la conferenza hanno illustrato che l’offensiva contro la città ha causato demolizioni di vasta entità.

Per questa ragione, proprio come Kobanê è stata difesa tramite uno spirito di patriottismo collettivo, i partecipanti alla conferenza sono convenuti sul fatto che il cantone dovrebbe essere ricostruito con gli stessi sentimenti patriottici e idee di unità.

Dopo lunghe discussioni, i partecipanti alla conferenza hanno raggiunto la comune decisione di ricostruire la città di Kobanê con la consapevolezza della democrazia, dell’ecologia e della libertà delle donne alla base della ricostruzione del cantone.

La conferenza ha tentato di rappresentare gli abitanti di Kobanê, i curdi che vivono nelle quattro zone del Kurdistan e nel mondo, amici e tutti coloro che sono accomunati da sentimenti di umanità affinché ciascuno si impegni e costituisca il quadro di riferimento per questo sviluppo.

La conferenza ha comunicato il proprio accordo all’impegno di tutti i partecipanti nel lavoro di ricostruzione di Kobanê. Un comitato di 15 persone è stato eletto con funzione organizzativa. Inoltre, è stato confermato l’accordo sulla necessità di costituire una campagna nazionale al fine di garantire un sostegno economico e una mobilitazione genarale del cantone. Affinché questa campagna e il lavoro di ricostruzione proseguano agevolmente, devono essere formate commissioni presenti globalmente dove risiedono dei curdi sotto la guida dei partecipanti alla conferenza.

L’osservazione condivisa dai partecipanti alla conferenza era che Kobanê si trova ancora sotto la minacci di attacchi da parte di forze attive. La città ha, dunque, bisogno di un meccanismo di difesa come anche di avere i mezzi necessari per le persone che fanno ritorno alle proprie case, incluse le infrastrutture per l’ospitalità temporanea, cibo, acqua e cure mediche. Il confine tra Pirsus e Kobanê che costituisce l’unica entrata dalla Turchia deve essere ufficialmente aperto. La conferenza ha lanciato un appello all’amministrazione della Turchia affinché sia aperto il confine Mursitpinar e afinché sia impiegato per i civili come corridoio umanitario sotto la sorveglianza di un’organizzazione internazionale. La conferenza ha rivolto anche un appello alle organizzazioni intrenazionali e al sostegno delle ONG per contrastare l’isolamento intorno a Kobanê e per impegnarsi diplomaticamente e politicamente a questo scopo.

Durante le discussioni, è emerso chiaramente come il popolo curdo e la sua terra siano costantemente minacciati. Per questa ragione è stato rilevato il bisogno di organizzare un Congresso Nazionale quanto prima per indirizzare proposte volte a difendere i valori curdi.
I partecipanti sono stati di comune accordo nell’impiegare la gente di Kobanê nella ricostruzione della città per far accrescere l’imprenditoria locale. Donne e giovani rifugiati che sono scappati dalle proprie case sono chiamati a fare ritorno a Kobanê e prendere parte attiva nel lavoro di ricostruzione. Inoltre, la conferenza ha ritenuto necessario organizzare una conferenza internazionale che metta enfasi sulla ricostruzione di Kobanê e che accresca la consapevolezza e il sostegno internazionale. E’ stato anche concordato che una sezione definita della città sia deliberatamente lasciata com’è come “museo a cielo aperto” in ricordo della resistenza dell’umanità.

In fine, la conferenza si è conclusa ribadendo l’idea che tutti i partecipanti debbano impegnarsi nello sforzo di sostenere la ricostruzione nella realtà e nella pratica. Un appello è stato rivolto a tutti i curdi che vivono nella diaspora affinché partecipino alla ricostruzione di Kobanê con i propri mezzi e le proprie capacità, con la speranza che in questo modo e attraverso uno sforzo collettivo, la città sia ricostruita e costituisca un esempio per tutte le civiltà dimostrando il nostro successo di fronte ai terroristi che intendono attaccare l’umanità.

05.04.2015