Rifondazione: il regime del dittatore Erdogan cede. Per questo non vuole testimoni
I risultati, con il 99% dei seggi scrutinati, ( https://secim.aa.com.tr/) segnano un vero e proprio crollo alle elezioni amministrative di AK, il partito di Erdogan. Il suo principale oppositore, CH, ha conquistato 36 delle 81 province turche: ad Istanbul, col 51,14% è stato confermato il sindaco Ekrem Imamoglu (CH), probabile prossimo candidato alle presidenziali, ad Ankara lo stesso partito ha ottenuto oltre il 60% dei consensi. Smirne e tutte le altre principali città hanno segnato la sconfitta di quello che Mario Draghi chiamava il “dittatore utile”. Il Partito a maggioranza curda DEM, nonostante gli infiniti episodi di intimidazione, si attesta a livello nazionale sul 5,7% ma nelle province a prevalenza curda ha prevalso nettamente: 65% a Diyarbakir, 57,4 a Mardin.
L’Uiki (Ufficio informazione Kurdistan in Italia), denuncia che decine di migliaia di guardie di sicurezza turche sono state trasportate come “elettori mobili” a votare in aree curde. Numerose le testimonianze di voti assegnati al DEM che sono stati bruciati. Non è bastato. 81 sindaci curdi sono stati eletti. Una risposta al tentativo di far divenire sindaci, fiduciari turchi, esponenti dell’alleanza fra il partito di Erdogan e la destra fascista dell’MHP, per rendere più agevoli le manovre militari nell’area strategica di Misaki – Milili. Due esempi per dare l’idea del clima in cui si sono svolte le elezioni: Emin Çelik, 43 anni, padre di 5 figli e funzionario del Partito DEM del distretto di Sur ad Amed, è stato ucciso a colpi di pistola da militanti dell’AKP,
La candidata curda a vicesindaca Devrim Demir è stata ricoverata in ospedale a causa dell’aggressione subita da parte della polizia quando ha cercato di opporsi alle innumerevoli irregolarità nel processo elettorale. Diviene ancora più chiaro il motivo per cui in queste elezioni non erano graditi osservatori esterni e si conferma quanto pensiamo rispetto alle ragioni per cui la nostra compagna Anna Camposampiero, della Segreteria nazionale e candidata nelle liste di Pace, Terra, Dignità, si è ritrovata a passare una notte in aeroporto ad Istanbul, prima di venire espulsa con motivazioni risibili. Il regime non voleva testimoni a confermare come intendeva fermare, soprattutto nelle zone curde, una disfatta annunciata. Che alle prossime scadenze elettorali venga garantita la possibilità a chi crede in un processo di pace, di poter essere in Turchia per vigilare sul rispetto sul primo dei diritti.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea