Richieste pene detentive per rappresentanti politici kurdi in Francia
Sono stati richiesti da tre a cinque anni di carcere per diciotto rappresentanti politici kurdi, il cui processo sta proseguendo dalla loro detenzione avvenuta in Francia nel 2007.
L’udienza relativa alle obiezioni della difesa si è tenuta dall’11 al 27 Febbraio. La decisione del tribunale sarà annunciata il 23 Aprile 2013.
Intervenendo in tribunale, in seguito alle dichiarazioni di difesa pronunciate dagli avvocati e durate due giorni, il rappresentante politico kurdo Nedim Seven ha chiesto di far luce sull’esecuzione di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, avvenuta a Parigi il 9 Gennaio. Seven ha sottolineato che il tribunale francese che sta processando i rappresentanti politici kurdi sta compiendo un’azione politica ed ha aggiunto: “In nessuno dei processi ai Kurdi si andrà al di là del prendere una decisione politica, a meno che la guerra di trent’anni tra il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), i Kurdi e lo Stato turco non venga condotta a giudizio presso un tribunale internazionale ed indipendente. Proprio come la precedente decisione, anche la prossima sarà di carattere politico a causa dell’aspetto poltitico del caso”.
Seven ha osservato che la decisione del tribunale non sarà mai in grado di dissuaderli, insieme a tutto il popolo kurdo, dal prender parte alla lotta di liberazione. Richiamando l’attenzione sul processo di colloqui in corso tra lo Stato turco ed il leader kurdo Abdullah Öcalan, Seven ha invitato lo stato francese a metter fine alle sue politiche repressive contro i Kurdi ed a schierarsi invece con la pace ed il dialogo.
Durante l’udienza relativa alle obiezioni della difesa, che si è tenuta a Parigi la scorsa settimana, la parlamentare europea Marie Christine Vergiat, ascoltata in qualità di testimone insieme alla vice co-presidente del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) Meral Beştaş, ha richiamato l’attenzione sulle politiche dello stato francese in merito ai Kurdi, mutate nel 2007 a causa delle relazioni della Francia con la Turchia. La Vergiat ha chiesto l’indipendenza delle autorità giudiziarie francesi.
L’accordo di cooperazione in materia di sicurezza tra la Francia e la Turchia, stipulato nell’Ottobre del 2011, permette alle forze di polizia dei due paesi di effettuare operazioni congiunte contro i Kurdi. Tale cooperazione non conduce solo all’arresto di centinaia di Kurdi che vivono in Francia ma favorisce anche gli attacchi alle associazioni kurde in questo paese ed in altri dell’Unione Europea.
Le autorità francesi non hanno tuttavia ancora fatto luce sull’esecuzione di Sakine Cansız, co-fondatrice del PKK, di Fidan Doğan, rappresentante del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) a Parigi e di Leyla Şaylemez, membro del movimento giovanile kurdo, uccise a Parigi il 9 Gennaio.
Circa 250 Kurdi sono stati arrestati in Francia per motivi politici dal 2007: tra di loro è presente Adem Uzun, membro del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK), agli arresti dalla sua detenzione a Parigi avvenuta nell’Ottobre del 2012. Nonostante tutte le reazioni dei partiti di sinistra francesi e delle organizzazioni non-governative contro l’accordo sulla sicurezza stipulato con la Turchia, il Partito Socialista al potere sta mantenendo le politiche di criminalizzazione contro i kurdi, adottate inizialmente dal Governo Sarkozy.
ANF News Desk