Respinta la difesa in kurdo al processo KCK a Diyarbakir

Il principale processo KCK (Unione delle Comunità Kurde) é cominciato oggi presso la Sesta Alta Corte Penale di Diyarbakır. 175 persone, tra cui deputati del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), sindaci, attivisti per i diritti umani e giornalisti, sono processate nell’ambito del caso KCK di Diyarbakır e tra queste 108 sono in stato di arresto durante il processo.

All’udienza di Diyarbakir sono presenti 50 imputati, tra cui i deputati del BDP incarcerati Kemal Aktaş e Selma Irmak, nonché la scrittrice Nuray Mert e avvocati e parenti degli imputati.

Prima dell’inizio dell’udienza, gli avvocati della difesa hanno chiesto un interprete del tribunale per consentire agli imputati di esprimersi nella loro lingua madre kurda. Il Giudice Supremo ha respinto la richiesta affermando che la legge che consente la difesa in lingua madre presso i tribunali non è ancora ufficialmente in vigore.

Dopo l’approvazione della legge da parte del Parlamento il 24 gennaio, la prima difesa legale in kurdo è stata quella del sindaco di Batman, Nejdet Atalay, il 25 gennaio.
La difesa in kurdo di Atalay è stata ufficialmente inserita nelle registrazioni del tribunale.

La nuova disposizione è parte della proposta di emendamento di 13 articoli del Codice di Procedura Penale (CMK) e della Legge sull’Esecuzione delle Pene e delle Misure di Sicurezza. La tanto discussa legge entrerà ufficialmente in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il processo KCK non ha registrato progressi finora a causa della situazione di stallo causata dalla negazione del diritto degli imputati ad esprimersi nella loro lingua madre.

ANF Amed