Report Assemblea Nazionale di Rete Kurdistan

ROMA, 3-4 Novembre 2018 – La Rete italiana di solidarietà con il popolo curdo che raccoglie diverse associazioni, sindacati, gruppi formali e informali, singole personalità (giornalisti, avvocati, operatori sociali, sindacalisti, attivisti) che nei vari territori del’Italia costruiscono iniziative di informazione e sostegno di progetti di cooperazione con diverse regioni del Kurdistan, si è riunita il 3-4 novembre in concomitanza con la “Giornata Mondiale per Kobane del 1 novembre” che quest’anno è stata dedicata alla ‘Liberazione di Afrin, alla Libertà per Ocalan e alla Difesa della resistenza di Kobane’.

L’assemblea è stata un’importante occasione per un’analisi approfondita della situazione nelle quattro parti del Kurdistan e un rilancio delle iniziative di mobilitazione in solidarietà con la resistenza del popolo curdo.

L’assemblea ha visto la partecipazione di associazioni, collettivi e singole soggettività come giornalisti, sindacalisti, attivisti, provenienti da Sicilia, Calabria, Campania, Molise, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte ecc. A causa della lontananza, impegni improrogabili e non da ultimo a causa dei disagi causati dall’ondata di maltempo, alcune realtà non erano presenti fisicamente, ma inviando dei messaggi, hanno dimostrato il loro interesse nel seguire la discussione e le decisioni dell’assemblea.

La Rete Kurdistan che ha come obiettivo la solidarietà con il Movimento di Liberazione del Popolo Curdo nella sua articolazione organizzativa e che ha come riferimento il paradigma del Presidente Abdullah Öcalan, condivide e sostiene il confederalismo democratico. Ogni realtà locale della rete di solidarietà promuove sia iniziative territoriali, sia iniziative nazionali.

L’Assemblea ha approvato l’ordine proposto. Di seguito è riportata una sintesi della discussione svolta.

Per il primo punto all’ordine del giorno, è stata fatta un’Introduzione politica sulla situazione in Kurdistan e in Medio Oriente. È seguito un dibattito di discussione politica. Nella seconda giornata l’assemblea si è articolata nei seguenti due tavoli per dare concretezza alle pratiche di solidarietà all’attuale situazione di urgenza.

-Mobilitazioni a livello nazionale, con particolare attenzione all’organizzazione della consueta manifestazione nazionale di febbraio del 2019, in concomitanza con la manifestazione di Strasburgo.
-Organizzazione del Convegno Internazionale ‘Sfidare la Modernità Capitalista’ nel mese di aprile 2019.

Nell’ambito della Assemblea ci sono stati due incontri specifici; quello delle donne e quello relativo alla situazione sanitaria con la partecipazione del Mezzaluna Rossa Curda del Rojava. Un riassunto degli incontri è stato presentato alla plenaria. Nella seconda giornata l’assemblea si è conclusa con una sintesi della discussione dei due tavoli.

SITUAZIONE IN KURDISTAN

L’introduzione della situazione è stata fatta a nome del KNK (Congresso Nazionale del Kurdistan) e tradotta dall’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia.

L’intervento ha sottolineato che ciò che più danneggia e debilita la resistenza dei popoli, è il conflitto interno, fatto di corruzione, verticismo, nazionalismo, sessismo e neoliberismo: il vero protagonismo dei popoli parte dal basso, rifiuta la burocrazia e scorre come un fiume in piena, partendo da un luogo, per estendersi al mondo intero dal locale al globale. Questo fiume è composto da soggetti che sono stati trasformati dalla lotta di liberazione delle donne che, come antidoto al capitalismo, ha saputo produrre quel cambio di mentalità capace di relazionarsi con l’intera umanità: partendo dal confronto con il mondo arabo, armeno, ezida e fronteggiandosi alla pari con Stati Uniti e Russia, intenti a gestire la guerra in Siria a partire da vertici internazionali che mettono i loro interessi economici prima dell’autodeterminazione dei popoli.

La soluzione per il Medio Oriente, ha detto il rappresentante del KNK, passa attraverso i popoli, anche se questa soluzione va contro gli interessi degli Stati Nazione.

Se è vero che lo stato possiede mezzi economici e militari che utilizza in pieno, la società civile pur non avendo né fondi né esercito, ha forti principi etici.

Per questo la rivoluzione di Rojava gode della simpatia dell’opinione pubblica. Lo stato senza società non può esistere ma la società senza stato può esistere.

Il difficile rapporto con l’Iran sta portando le grandi potenze, anche europee, a concentrare la guerra anche in Yemen, Iraq e Libano, lasciando a Erdogan libero spazio d’azione nella Siria del Nord.

Erdogan, nonostante la profonda crisi economica che rischia di portare al default la Turchia, ora minaccia direttamente l’intervento militare su Manbij e soprattutto su Kobane, i cui villaggi confinanti sono martellati quotidianamente da pesanti bombardamenti, con numerosi morti e feriti tra la popolazione e i combattenti. Dopo l’occupazione di Afrin, avvenuta con la complicità delle superpotenze presenti in Siria, nelle mire di Erdogan c’è Kobane, con il fine di distruggere la società rivoluzionaria costitutiva del Rojava.

Come tutte le reti di solidarietà nel mondo, anche Rete Kurdistan da subito si è impegnata nella mobilitazione per far cessare i bombardamenti e l’aggressione a Kobane, ed l’assedio di Afrin.

Il 31 marzo 2019 in Turchia si terranno le Elezioni Amministrative, che si celebreranno in un clima intimidatorio e violento nei confronti della popolazione curda, che ha subito la destituzione di centinaia di sindache e sindaci eletti, sostituiti da funzionari governativi. Nell’occasione, si chiama a presidiare lo svolgimento regolare delle elezioni, attraverso folte delegazioni di “osservatori internazionali” (tra cui quelli di Rete Kurdistan Italia) a sostegno del Partito Democratico dei Popoli HDP che ogni giorno subisce repressione e arresti nei distretti del Kurdistan del Nord. Importante sarà il risultato a Istanbul: se Erdogan dovesse perdere l’amministrazione di Istanbul potrebbe iniziare il suo declino.

Infine, il rappresentante del KNK ha ricordato che da tre anni nessuno ha più visto Abdullah Ocalan, l’ultimo a vederlo è stato il fratello nel 2015. Ha ricordato che il sistema confederalismo democratico da lui proposto è riconosciuto/ praticato dai popoli della Nord della Siria che hanno un ruolo chiave per fermare la guerra in corso in Medio Oriente. Per questo deve essere scarcerato per poter riacquisire le condizioni di vivere e lavorare liberamente. Per tanto è stata ribadita la necessità di fare tutto il possibile per Abdullah Ocalan, sia riconoscendone il ruolo singolare che il carattere universale delle sue idee. Complessivamente è stata sottolineata l’importanza della solidarietà internazionale, nell’ambito della quale l’esperienza di Rete Kurdistan Italia viene considerata molto significativa e motivante dal Movimento di Liberazione curdo, anche in vista della possibilità di rappresentare un modello di rete da organizzare a livello europeo.

È stata ringraziata tutta la solidarietà italiana per impegni concreti, costruzione del organizzazioni locali per creare collaborazioni, iniziative di piazza, incontri informativi, attività culturali e progetti di cooperazione con le diverse parti del Kurdistan. Sono state ricordate l’Accademia delle Donne di Kobane, l’Arcobaleno di Alan e l’Ospedale di Tiltemir, costruiti e resi operativi grazie a tanti contributi, tra cui l’8xmille della Chiesa Valdese, contributi della Provincia di Bolzano, della Provincia di Trento, il sindacato dei Cobas e di diverse associazioni, organizzazioni, strutture, comitati e centri solidali con il popolo curdo. È stato sottolineato che, ferme restando le modalità di gestione dei progetti consolidati in essere da diversi anni in Bakur e Basur, le raccolte fondi, per quanto riguarda la sanità e gli aiuti umanitari in generale, vanno convogliate solo sul conto della Mezza Luna del Kurdistan in Italia, mentre quelle per progetti specifici vanno gestite in raccordo con l’Ufficio o una delle realtà locali di Rete Kurdistan.

Accanto a questa linea d’azione occorre riportare in alto l’attenzione dell’opinione pubblica, che nel corso di questi anni ha subìto un netto calo, favorito dal silenzio dei media mainstream su quanto avviene nelle quattro parti del Kurdistan e sulle sorti del suo leader Ocalan in carcere da 20 anni. L’attenzione si è affievolita per le lungaggini della guerra, nonostante la resistenza curda abbia sconfitto l’Isis.

In questo contesto, le misure repressive nei confronti dei militanti internazionali che hanno sostenuto attivamente la resistenza curda o combattuto nelle fila delle YPG (che la Rete Kurdistan, così come il Movimento, continueranno pubblicamente a difendere) rappresentano una criminalizzazione inaccettabile che va respinta con forza.

L’Assemblea ha espresso una ferma e forte protesta contro la lettera inviata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani agli uffici dei sindaci di tutto il paese contro l’assegnazione della cittadinanza italiana a Ocalan, minando uno dei mezzi di riconoscimento politico del popolo curdo e delle strutture di autogoverno della Federazione Democratica Siria del Nord, assieme ai patti di solidarietà e ai gemellaggi con le città del Kurdistan, su cui la solidarietà si è impegnata fortemente da anni.

A tal proposito, vanno respinte queste odiose forme di intimidazione, rispondendo formalmente in modo netto e contrario a questo tipo di pressioni. È necessario che tale protesta sia sostenuta dai sindaci che finora si sono impegnati nel riconoscimento politico del popolo curdo in modo esplicito e formale. Si fa quindi appello a tutta la solidarietà, di lavorare nei propri territori per aumentare le assegnazioni della cittadinanza onoraria per il Leader del popolo curdo Ocalan, anche in vista del fatto che l’Italia stessa è corresponsabile della condizione in cui da 20 anni si trova in carcere.

È importante che ogni territorio manifesti la propria adesione alla campagna per la cancellazione del PKK dall’elenco di organizzazioni terroristiche, giustificazione principale su cui la lettera dell’ANCI si basa. Rete Kurdistan Italia ribadisce il proprio sostegno alla resistenza curda e condanna qualsiasi tentativo di criminalizzarla.

Dopo il dibattito sulla situazione del Kurdistan e le prospettive, sono intervenuti i/le rappresentanti delle delegazioni che da gennaio 2018 in poi sono stati in diverse parte del Kurdistan.

Le delegazioni sono state in
-Bakur, (2) specialmente gli avvocati per partecipare ai processi seguire la situazione della Turchia di Erdogan;
-Basur; (2) per seguire la conferenza sanitaria del Rojava e progetti in corso seguiti dalla MLRKI e dalla Staffetta sanitaria, le evoluzioni del sistema del confederalismo democratico, la situazione dell’ospedale costruito nel campo profughi di Mahmura con Ass. Verso il Kurdistan e per capire la situazione del Movimento di Liberazione Curdo a Qandil che è sotto il costante bombardato dalle forze militari turche.
-Rojava (6) per la divulgazione delle informazioni sulla situazione del Rojava. Hanno partecipato sia giornalisti, sia attivisti anche per seguire i progetti in corso da 3 anni tramite UIKI in collaborazione con diverse associazioni e organizzazioni italiane, tra cui Ya Basta Bologna che ha fatto un importante resoconto delle esperienze sul campo pubblicate sui siti delle organizzazioni stesse e sui siti della Rete e di UIKI.

Sono stati presentati anche i libri utili a diffondere le idee del confederalismo democratico come ‘Utopia Concreta’ (pubblicato e ordinabile tramite RedStarPress), ‘Autunno’, un libro di poesie e racconti sulla vita sulle montagne di Qandil, ‘Make Rojava Green Again’ (in via di pubblicazione) incentrato sull’Ecologismo Sociale scritto dalla Comune Internazionalista del Rojava, dei quali sono state avviate le presentazioni in diversi terrori italiani. Queste pubblicazioni sono ordinabili tramite UIKI (per quanto riguarda “Make Rojava Green Again” anche anticipatamente come contributo per sostenere le spese di stampa). Inoltre è in preparazione il libro sui ritrovamenti Archeologici sottratti all’Isis, scritto assieme al comitato archeologia di Rojava.

INIZIATIVE POLITICHE & CULTURALI di Rete Kurdistan nel 2019

Tutto questo in vista di importanti eventi nazionali del 2019 che dobbiamo costruire e sostenere a partire dalle mobilitazioni di oggi:

• Rete Kurdistan chiama ai sindacati italiani a aderire formalmente la campagna iniziato dei sindacati Britannici (UNITE the Union, GMB) per la liberazione di Ocalan. http://www.freedomforocalan.org/petition

• Chiama anche a tutti Comuni solidali con il popolo curdo a conferire la cittadinanza onoraria al Leader riconosciuto non solo dal popolo curdo, ma dal 10 milioni di democratici e sostenitori di pace. Ciò anche per informare e far conoscere tramite le iniziative locali il modello del confederalismo democratico che è il paradigma di Ocalan.

• il 14 dicembre si celebra a Palermo il 3° anniversario della consegna della cittadinanza onoraria a Presidente Öcalan,

• 10-16 febbraio 2019 Lunga Marcia dall’Lussemburgo a Strasburgo per la Libertà a Abdullah Ocalan

• 16 febbraio 2019 a Roma: Corteo Nazionale per la Libertà di Ocalan e di tutte/i le/i prigioniere/i politiche/i in Turchia (1999-2019) in concomitanza con la Marcia di Strasburgo. La manifestazione è indetta da Rete Kurdistan, UIKI e dalla Comunità Curda. Verrà lanciato un appello per le raccolte di adesioni da cui creare il comitato promotore nazionale, il più largo e inclusivo possibile.

• Viene richiesto a ogni territorio di sondare disponibilità di grafic*, artist*, videomaker, giornalist*, esperti di comunicazione e di fornire la loro email per formare un gruppo operativo che gestisca e sappia gestire in generale i mille materiali che produciamo e che si coordini per egli eventi nazionali. Per rendere più efficace la comunicazione, è stato proposto di cercare evidenziare anche i punti di incontro delle lotte in corso in Italia a livello nazionale e locale (No Tap, No Tav, No Muos, contro la legge Pillon, il decreto Salvini, ecc.) con gli elementi centrali del paradigma del confederalismo democratico e della Rivoluzione del Rojava (democrazia, ecologia, parità di diritti e liberazione delle donne, autodifesa, formazione).

• 21 marzo 2019: Newroz a Milano, Roma e Cosenza (che ha deciso di dedicarlo alla comunità di Riace a sostegno di Mimmo Lucano)

• 21 Marzo 2019: Le delegazioni Internazionali per il Newroz in Turchia. Ogni territorio organizza il gruppo con la collaborazione di UIKI e rappresentanza europea dell’HDP.

• 31 Marzo 2019: Delegazioni di Osservatori per le elezioni amministrative in Turchia, ogni territorio, gruppo, centro, organizzazione si organizza con la collaborazione UIKI e rappresentanza europea dell’HDP.

• 5-7 Aprile 2019: a Suleymaniye/Iraq: Forum della Mesopotamia sull’Acqua. È stata fatta una chiamata a tutti gli interessati da parte del movimento ecologico di Mesopotamia per la partecipazione diretta all’evento. Una chiamata larga e d’interesse vitale per ognuna/o di noi, e importante per dare spazio anche alla questione delle dighe che la Turchia sta realizzando, devastando la mezzaluna fertile e mettendo a serio rischio la tutela di patrimoni dell’umanità come la città di Hasankeyf (https://www.ejatlas.org/print/ilisu-dam-project-turkey) e sollecita la Rete Kurdistan alla più diffusa comunicazione del Forum. Le iscrizioni inizieranno a meta di dicembre 2018, UIKI farà il tramite. (https://www.savethetigris.org/international-mesopotamian-water-forum/)

• 13-14 aprile 2019 a Roma: La Conferenza Internazionale sul Paradigma del Confederalismo Democratico, ‘Sfidare la Modernità Capitalista’, per la cui organizzazione prende il via il Comitato Promotore di cui fanno parte Rete Kurdistan, Rete di donne, il mondo accademico solidale e i sindaci che hanno attribuito la cittadinanza onoraria a Ocalan, in coordinazione con UIKI e il Movimento Curdo. In preparazione della Conferenza Internazionale vanno previsti nei vari territori seminari e assemblee sul “confederalismo democratico”, cogliendo l’occasione per presentare le opere di Ocalan. A breve sarà disponibile una bozza di appello per la convocazione e la richiesta di adesione alla Conferenza Internazionale.

PROGETTI

La Rete Kurdistan sostiene i progetti richiesti dalle amministrazioni e strutture del Rojava Nord della Siria, del campo profughi di Mahmura e i progetti in corso da circa 17 anni in Turchia per solidarietà dei famigliari dei detenuti o e dei martiri.

Rete Kurdistan con collaborazione di UIKI e Mezza Luna, si impegna a trovare i fondi e i canali per realizzazione dei progetti. Nel 2019 si impegnerà in particolar modo nel campo dell’agricoltura (Progetto Kobane Roots e sostegno al progetto di rimboschimento del cantone di Cizire promosso dalla Comune Internazionalista del Rojava), acqua, cooperative, progetti culturali, archeologia e tutto il necessario per la sanità per il sostegno dell’emergenza dei profughi interni in collaborazione con le organizzazioni, strutture, associazioni, sindacati interessati e tramite progetti di cooperazione.

INCONTRO DELLE DONNE *
Si è consolidata la prassi di far precedere l’assemblea nazione di Rete Kurdistan da un incontro delle donne.

Tornate dalla conferenza ‘Revolution in the Making’, organizzata dal Movimento delle donne curde a Francoforte, dove hanno partecipato più di 500 delegate da tutto il mondo, compresa la delegazione dall’Italia.

Le partecipanti alla conferenza, in particolare le donne della ‘Rete Jin’, hanno restituito la potenza e la determinazione che il confronto e l’incrocio delle lotte portate avanti dalle donne provenienti da ogni dove, garantiscono alle donne di tutto il mondo. L’azione di coordinamento, che più che internazionale ci piace definire Globale, deve partire proprio da pratiche che minino la contraddizione che l’alleanza tra capitalismo e sistema sessista che si è riprodotta nell’ordinamento giuridico dello Stato Nazione, trascurando i percorsi di autodeterminazione dell’intera società, senza la quale lo stesso Stato Nazione, lo stesso sistema economico neoliberista, lo stesso patriarcato non potrebbero esistere. “Ora è il tempo delle donne, ora è il momento di intrecciare questo futuro insieme ed è il momento di fare del 21° secolo, il secolo della libertà delle donne e dei popoli.” Questo il proposito che rimarca la Risoluzione Finale della Conferenza e che dall’Argentina al Medio Oriente continua a rimbombare nella vecchia Europa.

Per questo è stato deciso di caratterizzare l’adesione al Corteo Nazionale del 24 novembre in occasione della “Giornata Mondiale contro la Violenza Maschile sulle Donne” e al 25 novembre in occasione dell’Assemblea verso LottoMarzo con interventi pubblici e azioni comunicative che lancino la chiamata del 16 febbraio a mobilitarsi per la libertà di Abdullah Ocalan e che a quella marea si aggiungano le voci delle donne di tutto il Kurdistan che ogni giorno resistono e lottano contro gli stupri, gli arresti, le violenze, i bombardamenti e la schiavitù, perpetuati dalla Turchia e dai suoi alleati reazionari e fondamentalisti.

La loro lotta è la nostra lotta, e la rivendicazione della libertà si fonda anche su radici che ci fanno soffrire, come l’assassinio di Sakine, Fidan e Leyla, che anche quest’anno si vuole ricordare in tutto il paese il 9 gennaio con azioni e iniziative dislocate nei territori.

INCONTRO SULLA SANITÀ
Dopo la Conferenza della Sanità della Rojava, sono state fatte diverse iniziative in diverse città italiane con la partecipazione dei rappresentanti di MLRK in Rojava, presenti anche all’assemblea di Rete Kurdistan.

Sono stati presentati i lavori fatti nel campo sanitario con la collaborazione di MRKI e MLRK–Rojava, è stato sottolineato che La realizzazione dei progetti di solidarietà attiva non può essere “delegata” alle sole strutture promotrici ma va sostenuta con iniziative sui territori, sia perché questo consente a soggettività e strutture anche estranee alla Rete Kurdistan una ulteriore forma di partecipazione e sostegno al Movimento di Liberazione Curdo sia per acquisire le risorse e competenze tecniche per portare avanti gli interventi. Staffetta sanitaria di Rete Kurdistan Italia ha attivato una collaborazione assai positiva con numerose strutture, associazioni e singole soggettività, anche non aderenti a Rete Kurdistan in numerosi territori italiani (Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia) senza le quali non sarebbe, ad es. riuscita a raccogliere ed inviare 800 kg di medicine.

Inoltre, a seguito della partecipazione alla Conferenza Medica Internazionale del Rojava ha avviato, in collaborazione con Mezza Luna Rossa Kurdistan Italia, nuovi interventi che necessitano della collaborazione di personale sanitario e tecnico. Si tratta di a) docenze per l’Accademia medica del Rojava, b) medicina a distanza, c) produzione di protesi con stampante 3d, d) staffette di personale sanitario con durata minima di tre mesi. Anche per questi nuovi Progetti si propone una organizzazione diffusa e aperta alla società civile come modalità per attivare coinvolgimento, partecipazione e condivisione che dal piano sanitario-umanitario abbracci anche quello politico. Si ricorda inoltre, l’importanza di proseguire nel sostegno per l’ampliamento e la manutenzione (acquisto macchinari e pagamento lavoratori) dell’Ospedale di Tiltemir, la cui apertura è uno dei più importanti risultati della solidarietà messa in campo dalla Rete e da MLRKI.

AZIONI CHE SI INCROCIANO CON LE ALTRE BATTAGLIE DEI MOVIMENTI

Quello della repressione sociale è divenuto tema centrale in Italia e ci annuncia che è finito il tempo in cui si poteva essere solo preoccupate/i. Dopo il decreto Minniti, l’odierno decreto Salvini finisce di mettere sotto scacco il sistema universale di protezione umanitaria, dalla restrizione e negazione del diritto d’asilo e di quello umanitario, alle espulsioni e al raddoppio della permanenza nei CPR (anche a causa di occupazioni abitative e blocchi stradali). Si prefigura uno scenario drammatico, che va conosciuto e monitorato in ogni territorio, con l’ausilio di avvocate/i impegnati a sostenere la difesa inderogabile dei diritti costituzionali. Come Rete Kurdistan siamo chiamati a garantire agibilità e difesa alle/ai compagne/i del Movimento Curdo in Italia e Europa. Anche quest’anno contribuiremo a sostenere la protesta all’Ambasciata Turca indetta il 24 gennaio a Roma nell’ambito della ” giornata globale delle/dei avvocate/i in pericolo”.

Il ragionamento rispetto alle misure che il nuovo Governo sta apportando ad un sistema già provato dalle diverse composizioni di governo precedenti è risultato nella convinta adesione di Rete Kurdistan e del Centro Socio Culturale Ararat al corteo nazionale del 10 novembre a Roma, chiamato dalla piattaforma Indivisibili nata nel corso di questo ultimo anno a seguito della strage di Macerata, contro il razzismo e le politiche securitarie.

Come linee di azione che dovranno continuare a restare centrali per combattere il disinteresse e gli attacchi mirati alla solidarietà, è di fondamentale importanza continuare il coinvolgimento attivo nei movimenti delle donne che, contaminando le lotte portate avanti nel quotidiano, facendosi megafono di una trasformazione che ha presa sulle persone, può indicare un modello di relazione e comunicazione degli obiettivi ancora più radicale. In questo contesto è importante che prosegua l’importante lavoro della Rete Jin che ha saputo svolgere un ruolo attivo e proficuo nel far conoscere nel movimento delle donne in Italia la lotta delle donne curde e la sua centralità nel paradigma del Presidente Ocalan e nella resistenza del popolo curdo nelle quattro parti del Kurdistan, costruendo momenti di protagonismo e sostegno attivo da parte del movimento delle donne.

Inoltre è fondamentale proseguire il confronto e il rapporto di mutuo scambio pratico e intellettuale con i comitati che lottano contro le grandi opere, l’estrattivismo, per la salute e la tutela ambientale, che da settembre si stanno organizzando a livello nazionale, in vista della Cop24 a Katowice in Polonia (3-14.12): ). Nei prossimi appuntamenti del 16-17novembre a Venaus verranno messe a punto le iniziative in previsione dell’8 dicembre, “Giornata Globale contro le Grandi Opere Imposte”e la mobilitazione che porterà nella primavera del 2019 ad una grande manifestazione a Roma (http://www.notav.info/post/venaus-17-18-11-appello-per-unassemblea-nazionale/).