REPAK: Solleviamoci per Afrin: difendiamo la Rivoluzione delle donne in Rojava!
Oggi è il decimo giorno del tentativo dello stato turco di occupare militarmente la città curda di Afrin nel Nord della Siria (Rojava). Dal 20 Gennaio 2018 l’esercito turco e i suoi alleati jihadisti stanno attaccando la regione da terra e con bombardamenti aerei. Non stanno solo prendendo di mira le Unità di Difesa del Popolo e delle Donne YPG e YPJ, che hanno combattuto l’ISIS coraggiosamente e con successo, ma anche coscientemente i civili e i patrimoni culturali. Fino ad oggi secondo le stime ufficiali del Cantone di Afrin sono 60 i civili ad essere stati uccisi e 153 feriti durante gli attacchi.
Nonostante il presidente turco Erdogan rivendichi che l’obiettivo di questa guerra offensiva sia “fare pulizia di terroristi” gli attacchi sistematici sui civili, sulle infrastrutture e sul patrimonio artistico mostra che lo stato turco mette in atto una pulizia etnica. Dichiarazioni di ufficiali di governo turco, incluse quelle del primo ministro così come i video dei jihadisti che combattono con la Turchia mostrano chiaramente la reale intenzione di pulizia etnica attraverso massacri, dislocamenti e la distruzione dell’autogoverno pluralista del Cantone di Afrin, l’eliminazione di una volontà coesa e l’autonomia dei curdi e il rifiuto di una partecipazione guida delle donne in tutti gli aspetti della vita.
Oggi si ricorda anche il 4° anniversario della proclamazione dell’autogoverno democratico del Cantone di Afrin. Afrin rappresenta un esempio per l’autogoverno democratico e per i suoi spazi multietnici e multi religiosi. Nonostante la maggior parte della popolazione sia curda, vivono lì anche arabi, turcomanni, armeni e assiri. Afrin è la casa per mulsumani, cristiani e ezidi. E sono tutti rappresentati nell’amministrazione.
Nonostante l’embargo e i blocchi delle forniture, Afrin è riuscita ad accogliere centinaia di migliaia di rifugiati, condividendo con loro il pane e la terra. Un largo numero di civili uccisi dagli attacchi turchi negli ultimi giorni erano proprio rifugiati. Specialmente il campo rifugiati di Rubar è stato preso di mira dagli attacchi.
Afrin è anche il luogo dove le Forze di Difesa delle Donne YPJ sono state fondate, nel Marzo del 2014. Questo è il luogo dove la prima combattente delle YPJ, Silava Efrin, ha perso la sua vita nel difendere il suo paese contro gli attacchi nel Maggio del 2014. E’ il luogo e il simbolo della rivoluzione delle donne che sta splendendo dal Rojava al mondo intero
Per questo come donne del mondo è nostro dovere storico difendere la rivoluzione delle donne del Rojava e del Nord della Siria contro tutti i tipi di fascismo, contro i jihadist e gli attacchi d’invasione. È nostra responsabilità difendere l’autogoverno democratico e pluralistico dei popoli e la loro volontà collettiva contro l’occupazione.
E’ ora di sollevarsi per la rivoluzione, per la libertà delle donne, per la pace e l’autodeterminazione. Noi chiamiamo tutte le donne del mondo a mostrare il loro supporto, ad agire in solidarietà per difendere Afrin. Fate pressione su di loto. Fate sapere alle persone che vivono ad Afrin che state al loro fianco con dichiarazioni e appelli, proteste, azioni e incontri. Costruite reti o unitevi a quelle esistenti perché la nostra solidarietà è la nostra forza.
Ufficio Relazioni delle Donne Curde REPAK