Ad Afrin donne e bambini continuano a morire sotto le bombe di Erdogan

Un bombardamento provoca la morte di 25 persone della stessa famiglia. I civili uccisi sono 50 e i feriti 137

Continua il massacro dopo l’attacco dei soldati del Sultano contro coloro che hanno liberato Raqqa dall’Isis ma per Ankara solo solo dei terroristi: venticinque persone, tutte di una stessa famiglia, sono state uccise in raid aerei turchi sulla regione dell’enclave curda di Afrin, nel nordovest della Siria. E’ l’agenzia di stampa Dpa a riportare la denuncia di un medico secondo cui i corpi delle 25 vittime – tra le quali ci sono anche bambini – sono stati trasportati nel più grande ospedale di Afrin.


Nel frattempo le autorità del Rojava hanno denunciato che nel corso dell’aggressione turca nell’enclave curda sono stati uccisi 50 civili e 137 sono stati feriti.

Gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani forniscono invece un bilancio meno grave e parlano di 13 morti, compresi cinque bambini e tre donne, morti nel raid turco che ha colpito il villaggio di Kabola, alla periferia sudorientale di Afrin.

Secondo l’Osservatorio, cinque persone sono rimaste ferite nell’operazione.


L’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu ha riferito di 40 “terroristi” uccisi nelle operazioni condotte la notte scorsa. Mustapha Bali, portavoce delle Forze democratiche della Siria (Fds, sostenute dagli Usa), ha confermato che aerei militari turchi continuano a sorvolare zone di Afrin abitate dai civili. “Continuano ad attaccare aree in periferia e a colpire e a uccidere i civili nei villaggi di Arab e Yaran – ha detto, citato dalla stessa Dpa – Bombardano in modo indiscriminato con l’artiglieria pesante”.

Secondo le rivendicazioni della fonte, i combattenti curdi sono riusciti ad abbattere un drone turco alla periferia di Afrin. La Turchia ha annunciato il 20 gennaio l’avvio delll’offensiva ad Afrin controllata dai ribelli curdi delle Ypg, sostenuti da Washington e considerati “terroristi” da Ankara.

di Globalist