Rende: La giunta Manna approva all’unanimità la mozione per la cittadinanza onoraria ad Ocalan
“Le municipalità che, ad oggi, hanno dato al leader del popolo curdo il riconoscimento delle chiavi della città sono Campobasso, Castelbottaccio, Palermo, Napoli, Palagonia, Reggio Emilia, Riace, Martano, Fossalto, Riace e Pinerolo” spiega il sindaco Marcello Manna sottolineando come: “questo sia un atto dovuto che la nostra città ha assunto quale principio statutario la salvaguardia dei valori della libertà e della giustizia sociale ed ha, inoltre, storicamente tratto dal valore delle grandi battaglie per la democrazia e per la legalità motivo di crescita civile e morale dell’intera comunità”.
“L’attribuzione dell’onorificenza ad Ocalan può esprimere da parte di Rende il giusto riconoscimento dell’alto valore morale del ruolo che Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo e simbolo vivente della lotta per il riconoscimento dell’identità e dei diritti sociali e civili, sta svolgendo attraverso una incessante attività nonostante lo stato detentivo che persiste da oltre 20 anni in condizioni giudicate disumane dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, ha proseguito il primo cittadino.
“Ad Abdullah Öcalan si riconosce, a livello internazionale, un ruolo centrale per la soluzione pacifica della “L questione curda, fondamentale, poi, risulta la sua testimonianza di vita nella costruzione di un presente e un futuro di pace, contro le discriminazioni culturali, religiose ed etniche”.
L’amministrazione Manna, preso atto dell’appello presentato dalla docente Unical Laura Corradi, per sostenere la petizione internazionale per la libertà di Öcalan e della richiesta pervenuta da UIKI Onlus – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia, oltre che della raccolta firme di un gruppo di professori dell’Università della Calabria e delle associazioni del territorio a sostegno della richiesta ha inteso procedere nell’iter di attribuzione della onorificenza.
“Se si vuole veramente essere solidali con le lotte in Rojava e nell’est della Turchia, occorre sciogliere alcuni “nodi” che sono alla base della negazione dei diritti fondamentali per il popolo curdo. Sulla scorta delle idee del confederalismo democratico, i curdi provano a concepire le risorse dei territori in cui vivono come beni comuni.
La possibilità di sostegno concreto che la nostra città può offrire al popolo curdo significa lanciare un segnale forte nella salvaguardia dei principi democratici e di libertà. È necessario mantenere alta l’attenzione ogni qual volta ci si trovi dinanzi a violazioni dei più fondamentali diritti umani. In tal senso le condizioni detentive come quella di Ocalan in un carcere turco o del giovane attivista Patrick Zaki in un carcere egiziano e, ancora, la morte di Giulio Regeni sono gli effetti di una politica repressiva che non può trovare giustificazione alcuna in uno stato diritto”, ha concluso Manna.
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