Rassegna della Stampa Italiana bombardamento turco ad Afrin

Bombardamento turco ad Afrin. Curdi ancora sotto attacco. Non possiamo tacere – di Stefania Battistini

Carne da macello. Questo viene da pensare degli uomini e delle donne curde utilizzati come corpi per combattere Isis in Siria e in Iraq e ora lasciati di nuovo soli di fronte all’attacco della Turchia. In questa solitudine ci sono tutto il cinismo e l’ipocrisia dell’Occidente verso i combattenti curdi sostenuti dalle truppe americane e finanziati dai governi occidentali soltanto fino a quando sono stati ritenuti utili. Nel primo pomeriggio di sabato i jet turchi hanno cominciato a bombardare Afrin, città a nord-ovest della Siria in cui vivono 500 milioni di persone. Moltissimi civili si sono rifugiati lì proprio per sfuggire in questi anni ai miliziani dello Stato Islamico. Le colonne di fumo nero che salgono in cielo sono il segno ufficiale dell’inizio dell’operazione militare con la quale le truppe di Erdoğan tentano di prendere il controllo della città, da tempo sotto controllo curdo…..read more….  di Stefania Battistini

“Ramoscello d’ulivo”: la nuova offensiva della Turchia contro i curdi in Siria
Dopo giorni di minacce e pressioni sono arrivate le bombe. Nel pomeriggio di ieri l’esercito turco ha dato inizio a un’offensiva militare per colpire l’enclave curda di Afrin, uno dei cantoni della Repubblica di Rojava. I primi villaggi ad essere colpiti dalle incursioni degli F 16 turchi sono stati Ain Dikneh, Mariamin, Tal Rifat, Kafr Jannah e Maranaz, dove sono presenti diverse postazioni militari curde. Subito dopo è stato colpito il centro di Afrin e oltre 100 obiettivi civili in tutto il cantone. Fonti curde parlano di 9 persone uccise: 6 civili, 1 combattente delle YPG (Unità di Difesa del popolo) e 2 delle YPJ (Unità di Difesa delle donne). Bombardato anche il campo profughi di Rubar, dove sono presenti oltre 20.000 rifugiati di guerra, provenienti da diverse zone della Siria….read more…

LA TURCHIA INIZIA A BOMBORDARE AFRIN
Prosegue l’aggressione dell’esercito turco e delle bande islamiste sue alleate, contro il cantone rivoluzionario di Afrin, nella federazione della Siria del nord, al confine con la Turchia del Sultano islamista Erdogan.

La guerra di Erdogan contro i curdi: le truppe turche entrano ad Afrin

Secondo giorno di offensiva dell’esercito di Ankara: tacito assenso della Russia e di Assad che hanno lasciato l’aviazione turca sconfinare senza intervenire. La situazione è ancora confusa: da un lato alcune fonti parlano dell’ingresso di truppe di terra turche in terra curdo-siriana, mentre fonti del Rojava parlano di esercito respinto. Ma in alcune aree i turchi sono riusciti a entrare. Quello che è certo è che comunque Ankara ha continuato a bombardare l’enclave di Afrin nel secondo giorno di una vasta offensiva alla frontiera turca. Ribelli siriani appoggiati da Ankara hanno cominciato ad avanzare in direzione di Afrin sotto la copertura dell’artiglieria turca.
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INTERVISTA CON IL CO-PRESIDENTE DEL PYD, SALIH MUSLIM

L’attacco al cantone di Afrin da parte dell’esercito turco continua senza soste. Sabato 20 gennaio sono stati circa 100 i bombardamenti che hanno colpito la città e le sue zone limitrofe. Domenica 21 il governo di Ankara ha dichiarato di aver invaso la città, le Forze Democratiche Siriane invece hanno dichiarato di aver respinto l’aggressione e di essere ancora in possesso della città. Erdogan ha detto pubblicamente che “l’operazione in Siria sarà conclusa in poche ore”. L’esercito russo si è allontanato dal Nord della Siria, quello Statunitense invece resta sul campo. Il silenzio pubblico delle due potenze rende possibile l’aggressione turca. Il regime di Assad dopo aver detto che non avrebbe permesso azioni militari sul suo suolo resta immobile. La Turchia, supportata da gruppi jihadisti, dice di agire nel nome della lotta al terrorismo ma la sua intenzione pare essere quella di attaccare l’esperienza di autogoverno del confederalismo democratico in continuità con il genocidio del popolo Curdo che sta agendo nel suo territorio. In queste ore convulse abbiamo raggiunto al telefono per una breve intervista Salih Muslim, co-presidente del PYD, (Partito dell’Unione Democratica). Il PYD è uno dei soggetti fondamentali nella costruzione dell’autogoverno del Rojava. read more….