Rapporto sui detenuti

TUAD, Associazione per la solidarietà alle famiglie dei detenuti, ha pubblicato il suo rapporto sulle violazioni dei diritti in cinque carceri della regione di Marmara.
Il rapporto, che è stato preparato in base a colloqui con i detenuti di cinque carceri effettuati dall’avvocato Sinan Zincir, Presidente dell’Associazione, dimostra che i detenuti sono sottoposti a trattamenti disumani che calpestano la dignità umana.

TUAD ha sottolineato che la situazione all’interno del carcere n°2  di tipo F di Tekirdağ è addirittura peggiorata rispetto alle condizioni di detenzione del periodo del colpo di stato militare del 12 settembre 1980. Il rapporto rivela che i detenuti sono oggetto di aggressioni e provvedimenti disciplinari, quando protestano contro l’imposizione di perquisizioni a corpo nudo e contro i trattamenti umilianti cui vengono sottoposti.
Nel rapporto si legge: “Durante le indagini, i detenuti sono condannati all’isolamento in cella. Tre detenuti che condividono una cella ricevono il cibo per la cena di un solo detenuto. I detenuti rifiutano di ricevere cure mediche perchè vengono ammanettati durante il trasferimento in infermeria o nello studio medico. Sono quindi trasferiti ai loro reparti senza ricevere alcun tipo di trattamento medico”.

TUAD ha richiamato l’attenzione sulla repressione fisica e psicologica sofferta dai detenuti e ha sottolineato che l’amministrazione penitenziaria li provoca continuamente, li attacca per qualsiasi motivo ed in qualsiasi momento, e che essi non hanno nemmeno il permesso di avere un contatto visivo tra di loro quando camminano lungo i corridoi.
Riferendosi a 24 detenuti che sono stati trasferiti dalle carceri di Midyat e Kürkçüler al carcere n°2 di tipo F di Tekirdağ, TUAD ha osservato che essi hanno dovuto affrontare grandi difficoltà nel soddisfare le loro necessità di base quotidiane. Tre prigionieri politici sono stati aggrediti da un gruppo di 87-80 agenti di polizia penitenziaria il 24 gennaio. I detenuti soffrono anche di divieti arbitrari da parte dell’amministrazione penitenziaria, come ad esempio il divieto di leggere il quotidiano in lingua kurda Azadiya Welat e il sequestro del loro oggetti personali. “I detenuti hanno incontrato l’amministratore della prigione per lamentarsi di essere autorizzati a ricevere cure mediche solo a condizione di raggiungere l’infermeria camminando in fila militare. La risposta che hanno ricevuto dall’amministratore è stata ´I nostri agenti di polizia penitenziaria sono parenti dei martiri (riferendosi ai soldati turchi uccisi in scontri con i guerriglieri curdi), non possiamo controllarli´”.
Nella relazione è riportato anche: “Ai detenuti malati del carcere No.2 di Tipo L di Silivri sono negate le cure mediche, come al prigioniero politico kurdo Recep Karagül che è ancora agli arresti, nonostante sia affetto da una malattia potenzialmente letale. D’altra parte, i detenuti che si sono uniti allo sciopero della fame di massa dei prigionieri politici kurdi l’anno scorso sono stati condannati a celle di isolamento e a perquisizioni fisiche e dei loro oggetti personali sproporzionate da parte dei soldati”.

Riferendosi alla situazione all’interno del carcere di Bursa di Tipo H, TUAD ha dichiarato: “Le guardie carcerarie, la maggior parte delle quali provengono da Erzurum, trattano i detenuti con grande rabbia e odio e li provocano con perquisizioni arbitrarie e divieti, come la negazione del loro diritto di chiamare le loro famiglie. Nonostante tutte le proteste, i detenuti politici sono stati costretti a ricevere le visite dei loro familiari nella stessa area insieme ai detenuti per reati ordinari. Una discussione sul giorno di visita si è conclusa con il divieto di ricevere visite per 30 detenuti che hanno quindi iniziato uno sciopero della fame, il 17 gennaio, per chiedere il miglioramento delle condizioni di detenzione e la fine di tutte queste imposizioni arbitrarie”.

Lo sciopero della fame si è concluso dopo 19 giorni, successivamente all’incontro tenutosi lunedì tra Hüsamettin Zenderlioğlu, deputato di Bitlis del BDP (Partito della Pace e della Democrazia), l’amministrazione penitenziaria e i detenuti in sciopero della fame.
Il rapporto di TUAD si conclude con la richiesta al governo di avviare un’indagine urgente sulle violazioni dei diritti nelle carceri e un procedimento penale ed amministrativo nei confronti dei responsabili di tali violazioni.

ANF  Istanbul