Rapporti della delegazione Van-Yuksekova*
Salutata Istanbul con un bel clima, arriviamo a Van alle ore 12.05 con pioggia e neve.
Alle ore 14.00 partiamo per Erciṣ, a circa 100 Km, per incontrare i candidati alle prossime elezioni amministrative del partito curdo BDP. Dopo un passaggio per un saluto nella sede del Comitato elettorale, raggiungiamo il Sindaco in carica di Van, Bekir Kaya, attualmente candidato, precedentemente incarcerato per un anno e mezzo. Per la prima volta, sull’esempio di quanto già avvenuto all’interno del partito, si tenta la co-candidatura con Hatice Coban, candidando in tutte le municipalità un uomo e una donna. Questo al fine di garantire un’equa rappresentanza dei due generi, nella stessa proporzione in cui compaiono nella società. In questa prospettiva il ruolo femminile non è volto a condividere meramente il potere, ma l’impegno. Entrambi a proposito delle attuali elezioni hanno detto, fra l’altro, che avranno valore di una sorta di referendum rispetto alle proposte di Ocalan; c’è un forte timore di brogli soprattutto in questa zona per il suo valore strategico.
In risposta a domande del gruppo, i candidati sindaco hanno comunicato che in base ad una recente legge, è prevista la scarcerazione dopo cinque anni, qualora non sia ancora stato emesso un giudizio. La legge approvata per favorire gli appartenenti ad ERGENECON, potrà essere utilizzata anche dai prigionieri curdi, attualmente in carcere in attesa di giudizio. E’ previsto per il 12 aprile il primo rilascio di sindaci, consiglieri e altri amministratori curdi incarcerati; attualmente sono in carcere una ventina di sindaci, e molti altri dirigenti del BDP.
Per il Newroz di Diyarbakir è attesa una grande affluenza, in previsione di un nuovo messaggio sul processo di pace da parte di Ocalan.
È stato chiesta l’entità degli aiuti per il terremoto che ha colpito Van nel 2011 da parte dello Stato o da ONG e ci è stato risposto che a tutt’oggi gli aiuti arrivati a livello centrale sono gestiti dalle Prefetture e quindi le municipalità non ne ricevono comunicazione, a parte pochi casi di fondi arrivati direttamente alle municipalità.
A seguito dei tragici avvenimenti siriani, il governo centrale vuole utilizzare i container che ancora oggi ospitano circa un centinaio di famiglie terremotate per accogliere i profughi siriani, di origine araba sunnita: gli attuali inquilini, sfrattati, e in procinto di trovarsi in mezzo a una strada, hanno effettuato uno sciopero della fame.
Si porgono ai candidati gli auguri di rito e si torna a Van per partecipare all’incontro nella sede di Tuhad-Der, associazione con cui è in corso un progetto di borse di studio a favore di ragazzine figlie di detenuti o martiri, le cui famiglie sono in gravi difficoltà economiche.
Durante l’incontro svolto alla presenza di alcune delle studentesse beneficiarie del progetto, ci viene illustrata la situazione delle singole studentesse e vengono proposti nuovi inserimenti in sostituzione di situazioni famigliari migliorate grazie a scarcerazioni o per completamento del percorso di studi, come è avvenuto per due ragazzine.
Le nuove studentesse proposte sono anch’esse in gravi difficoltà economiche, figlie di genitori già condannati all’ergastolo.
Con l’attuale presidente dell’Associazione viene effettuata un’interessante analisi della situazione curda alla luce degli equilibri venutesi a creare attualmente fra il governo turco e le potenze internazionali.
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Al mattino si parte da Van e raggiungiamo Yuksekova, godedondoci un bellissimo paesaggio con un clima freddo, ma con il sole sull’altopiano anatolico orientale. Lasciati velocemente i bagagli ci siamo diretti al Newroz.
Tantissima folla, tanta musica, città in festa, con tanti colori ed allegria.
Accolti dai funzionari del BDP, abbiamo attraversato l’immensa spianata, gremita di persone danzanti e in ascolto dei diversi cantanti che si sono susseguiti. Abbiamo preso posto vicino al palco.
Mentre simbolicamente il fuoco ardeva, la folla si entusiasmava al travolgente discorso del Co-presidente del BDP Selahattin Demirtaṣ. Verso le 14.30 siamo stati invitati sul palco, abbiamo portato un nostro saluto, tramite Giorgio Barbarini e poi, su intenso suggerimento di Alfonso Augugliaro abbiamo intonato, fra applausi e entusiasmo generale “Bella ciao”. Naturalmente abbiamo portato i saluti di Antonio Olivieri, comunicando che non ha potuto essere lì perché il Governo turco gli ha impedito l’ingresso. Grande applauso della folla per Antonio e sonoro disappunto per quanto disposto dal Governo turco.
Nell’area erano esposte gigantografie di Apo, di Mazlum Dogan immolato dandosi fuoco nel carcere di Diyarbakyr, delle donne assassinate a Parigi a gennaio 2013, e di altri martiri. Colpiva in mezzo alla folla festosa un piccolo palco di un gruppo di famigliari di altri martiri, di cui tre recentissimi, due uccisi dai poliziotti durante una manifestazione, il terzo vittima durante la carica della polizia al loro funerale.
Molte persone del luogo, facevano a gara per essere fotografati nei loro abiti tradizionali e con i loro passi di danza con noi.
Il Newroz 2014 di Yuksekova si è concluso con la fiumana dei partecipanti che lasciava l’area del Newroz sotto i “colpi” dei fuochi d’artificio, in maniera assolutamente pacifica.
Successivamente abbiamo incontrato i co-candidati alla carica di Sindaco in Città Ruken Yetiṣkin – già Sindaco, incarcerata per due anni, tornata libera ha deciso di ricandidarsi – e Tacettin Sefali.
Abbiamo posto molte domande sia sulla situazione politico – economica locale, sia sulle previsioni dei risultati elettorali in funzione del valore di referendum che è stato attribuito alle imminenti elezioni amministrative.
Relativamente alla situazione economica è stato sottolineata la drammaticità del momento occupazionale locale, conseguente, fra l’altro, alla chiusura della frontiera con l’Iran da parte del Governo, nonché alla riduzione anche di tutti gli altri commerci transfrontalieri quale conseguenza della strage di Roboski del 2011. È stato vietato il pascolo sulle montagne limitrofe.
La vocazione agricola della zona dovuta alla particolare fertilità del terreno non viene realizzata in quanto non vengono concessi finanziamenti, per una sorta di boicottaggio.
La situazione è particolarmente grave considerando che su 183 villaggi ben 113 sono stati bruciati, costringendo la popolazione ad aumentare il numero di disoccupati in Città.
Non c’è famiglia in Città che non abbia almeno un detenuto.
Un’altra domanda verteva sull’apparente diminuzione del controllo del territorio manu militari. In effetti si è lievemente attenuata la pressione da parte del governo sul territorio, in ottemperanza al tentativo di pacificazione proposto dal leader del PKK in carcere. Tale ridotto controllo, che dovrebbe avere l’effetto pratico anche di favorire il ritiro dei guerriglieri dalle zone strategiche, in realtà è stato sostituito dall’incremento di forze di polizia (commissariati, in precedenza assenti) anche nei più piccoli villaggi dell’area e da una maggiore attività di perquisizione presso le abitazioni e arresti, con ulteriore violazione dei diritti della popolazione.
È stato ulteriormente precisato il concetto delle co-candidature, formalizzato per i ruoli dirigenziali all’interno del Partito BDP, adottato anche da altre forze politiche; non ancora formalizzato per la candidatura dei Sindaci, infatti solo una persona può presentarsi per la carica di sindaco, l’altra persona candidata nella lista, potrà essere cooptata per svolgere il ruolo di co-sindaco solo a risultato elettorale acquisito.
È stata approfondita la questione dello sbarramento del 10% ipotizzando una forza maggiore dei partiti filo curdi nelle amministrazioni comunali. A tal fine va vista la precedente creazione di un partito dell’area di sinistra denominato HDP.
Altra questione assai delicata è l’incertezza, a pochi giorni dal Newroz di Diyarbakyr per il quale è stato preannunciato un messaggio sul processo di pace da parte di Ocelan: il partito non ha ancora notizie certe in merito alla consegna di tale messaggio da parte del Ministero della Giustizia.
Fra l’altro Ocelan ha già reso noto che in assenza di passi precisi da parte del Governo in favore del processo di pace entro il 30 marzo 2014 si ritirerà dalla trattativa lasciando il compito al KCK. I candidati si sono espressi in termini pessimistici in merito alla trattativa; hanno inoltro espresso l’indebolimento dell’attuale Primo ministro a causa dei problemi di corruzione che hanno investito il suo esecutivo.
Si è affrontato anche il tema dell’approccio dei Curdi nei confronti del problema della guerra in Siria. È stato chiarito che i curdi si occupano soprattutto dei curdi siriani del Rojaw – Kurdistan occidentale, essendo peraltro solidali con la rivoluzione siriana. Hanno aggiunto che risulta che il governo turco sovvenzioni bande dalle quali i curdi presenti in quella regione devono difendersi.
Fatti gli auguri di rito ai candidati, ci siamo spostati nella sede dell’Associazione Meyader – destinataria del progetto delle borse di studio per studentesse di famiglie con martiri e detenuti – dove abbiamo incontrato il nuovo funzionario responsabile Cengiz Ortaṣ. Con lui abbiamo fatto una disamina delle varie situazioni e abbiamo consegnato il contributo per le situazioni seguite.
*Yuksekova – Gever in curdo
http://www.youtube.com/watch?v=XK6LGxrB5ls