RaiNews: Il dramma di Afrin

Un nuovo capitolo della guerra civile siriana

Cosa è
Il cantone di Afrin è uno dei tre cantoni che compongono il Rojava la Confederazione autonoma del Nord della Siria che oltre ad Afrin comprende i cantoni di Kobane e Jazzera (Cizire).

Il territorio del cantone di Afrin, circa 2.000 chilometri quadrati corrispondenti alle dimensioni di una piccola provincia italiana, è caratterizzato da un terreno montuoso e collinoso, bagnato da corsi d’acqua che consentono la coltivazione dell’olivo e degli alberi da frutta.

Da sempre abitato da popolazioni di etnia curda nella zona vivono anche arabi, assiri, caldei, armeni, ceceni e turcomanni.

Prima dell’inizio della guerra civile siriana nel cantone di Afrin vivevano circa 400.000 abitanti in prevalenza curdi. Successivamente Afrin ha ospitato alcune centinaia di migliaia di profughi provenienti da Aleppo e altre zone della Siria sottoposte a intensi combattimenti. Infatti il cantone di Afrin è stato uno dei luoghi più sicuri di tutta la Siria fino al 20 gennaio 2018, quando è iniziato l’intervento militare turco, accompagnato da bombardamenti aerei e di artiglieria.

Nel 2012, all’inizio della guerra civile siriana, l’esercito di Bashar Al Assad e i rappresentanti dello stato centrale si erano ritirati da tutto il Rojava incluso il cantone di Afrin. Subito dopo il potere statale era stato sostituito da consigli comunali confederati guidati dal PYD il Partito di Unione Democratica a maggioranza curda ma a cui partecipano anche le altre etnie che vivono nella zona. In tutti i distretti amministrativi era stato adottato il confederalismo democratico, che prevede la costituzione di assemblee popolari e consigli elettivi municipali e confederali in cui vengono eletti 2 rappresentanti, un uomo ed una donna, che reggono in modo congiunto la gestione amministrativa e politica. Le forze militari e di polizia statali erano state sostituite dalle milizie popolari autogestite divise in Ypg in cui operano in modo congiunto uomini e donne e Ypj formate da sole donne. A loro volta Ypg e Ypj formano, con alcune formazioni non curde, l’ FDS le Forze Democratiche Siriane che collaborano con le operazioni militari della Coalizione Internazionale Contro il Terrorismo a guida americana.

Mappa della guerra civile in Siria

Cosa succede

Il 18 marzo 2018, con l’ingresso nella città di Afrin dell’esercito turco e delle milizie sue alleate, l’autonomia del cantone è di fatto finita e i responsabili militari e politici hanno affermato che continueranno la lotta di resistenza in modo clandestino. Decine di migliaia di civili hanno abbandonato le zone degli scontri e hanno cercato di raggiungere altre regioni della Siria e gli altri cantoni della Confederazione della Siria del Nord.

Le operazioni militari iniziate il 20 gennaio 2018 e denominate dal governo turco “Ramoscello d’ulivo”, sono state accompagnate da bombardamenti aerei e di artiglieria che hanno provocato quasi 1000 vittime tra la popolazione civile. Nonostante la resistenza delle milizie popolari dell’Ypg e dell’Ypj, a cui si sono aggiunti combattenti provenienti da altre zone del Rojava e alcune milizie fedeli al governo di Damasco, l’esercito turco e i suoi alleati hanno occupato la città di Afrin, capitale dell’omonimo cantone. L’ingresso in territorio siriano di truppe e mezzi militari appartenenti ad un esercito straniero è di fatto avvenuto con il silenzio/assenso del governo di Damasco e del suo principale alleato la Russia. Il governo di Bashar Al Assad ha inviato ad Afrin alcuni militanti che hanno combattuto contro le forze di invasione. Tuttavia l’aviazione siriana e quella Russa, che operano congiuntamente in Siria, non hanno tentato di riprendere il controllo dello spazio aereo sul cantone di afrin, che viene esercitato, senza contrasti, dalla Turchia.

Anche gli Stati Uniti, alleati dell’Ypg e Ypj nella guerra allo stato islamico e presenti con propri mezzi e uomini negli altri cantoni del Rojava, Kobane e Jazera/Cizire, hanno mantenuto una posizione neutrale, non opponendosi di fatto all’intervento turco.

Il 31 marzo 2018, secondo i dati forniti da “Syrian Civil War Map” nella battaglia di Afrin avevano già peso la vita 564 civili, 783 membri delle milizie di difesa dei cittadini YPG e YPJ, 51 miliziani fedeli al governo siriano, 676 miliziani alleati della Turchia e 58 soldati turchi.

Nel frattempo circa 200.000 profughi hanno lasciato le zone occupate dall’esercito turco e dai suoi alleati e si sono diretti verso zone della siria controllate dal governo centrale o da gruppi di miliziani ribelli. Molti profughi si trovano nella zona di Tall Rifat ancora sotto il controllo delle milizie popolari dell’Ypg e Ypj e delle formazioni fedeli al governo centrale siriano.

Il contesto

Il Rojava
Il Rojava, che in curdo significa Occidente, rappresenta una delle 4 regioni in cui è suddiviso il Kurdistan, cioè il territorio dove vivono circa 35 milioni di curdi, sparsi tra Turchia, Siria, Iraq e Iran.

Geograficamente confinante con il Kurdistan Turco e il Kurdistan iracheno, il Rojava ha una popolazione totale di circa 4 milioni di abitanti e comprende, oltre ai tre cantoni di Afrin, Kobane e Jazera/Cizire, una zona, sotto il controllo delle FDS (Forze Democratiche siriane), intorno alla città di Manbgi, posizionata a ovest dell’Eufrate.

In tutto il Rojava è stato adottato il sistema politico confederalista democratico, una rielaborazione delle idee libertarie e comunaliste del filosofo ed ecologista americano Murray Bookchin, formulata dall’ex leader curdo Abdulah Ocalan. Imprigionato in Turchia, dopo essere stato condannato prima a morte e poi all’ergastolo, Ocalan, aveva abbandonato le posizioni marxiste e maoiste che caratterizzavano il Pkk, il movimento guerrigliero curdo da lui fondato nel 1978. Nei primi anni del secolo il leader curdo aveva trattato un armistizio e un accordo di pace con lo stato turco. La proposta di Ocalan prevedeva che il popolo curdo rinunciasse ad ogni pretesa indipendentista in cambio di un’ampia autonomia locale.

L’organizzazione politica
La Federazione Democratica della Siria del Nord si è ufficialmente costituita il 17 marzo 2016 ma il Rojava ha organizzato una sua peculiare forma politica fin dal 2011, quando le assemblee popolari e il Consiglio del Popolo del Kurdistan occidentale (MGRK) hanno iniziato a sostituirsi agli apparati ed agli organismi politici e amministrativi dello stato siriano. Nell’agosto del 2011 i rappresentanti delle assemblee popolari e municipali del Rojava hanno dato vita al MGRK che ha eletto un coordinamento di 33 persone chiamato TEV-DEM (Movimento per la Società Democratica). Il processo si è concluso il 19 luglio del 2012 quando, dopo un insurrezione iniziata a Kobane, l’MGRK è divenuto la struttura politica di riferimento per tutte le zone liberate del Rojava.

I consigli popolari si sono sviluppati su quattro livelli, organizzati in modo piramidale dal basso verso l’alto:
La comune:Il livello base dell’organizzazione politica e sociale. Nelle città le comuni comprendono fino a 200 nuclei famigliari. Nelle campagne comprendono l’intero villaggio. Ogni Comune e ogni villaggio dispone di una casa del popolo dove si svolge l’attività politica e sociale della comunità e dove ogni mese o ogni bimestre si tiene un assemblea pubblica aperta a tutti gli abitanti della comune.

Il quartiere: Il livello superiore è il quartiere che nelle città comprende da sette a trenta comuni mentre nelle zone rurali riunisce di norma da sette a dieci villaggi. A questo livello le comuni sono rappresentate da comitati di coordinamento e da delegati, soggetti al mandato imperativo dall’assemblea popolare di riferimento.

Il distretto: Il terzo livello è il distretto che comprende una città e i villaggi vicini. Un consiglio di distretto può riunire tra i 100 e i 200 delegati che a loro volta eleggono commissioni e un coordinamento distrettuale chiamato TEV-DEM e composto da 20-30 persone.

Il MGRK: Il livello apicale è il Consiglio del Popolo del Kurdistan Occidentale Formato dai rappresentanti di tutti i consigli di distretto. Il MGRK si è riunito per la prima volta nell’agosto 2011 ed ha eletto il TEV-DEM per tutto il Rojava. Successivamente anche a causa degli attacchi dell’Isis e della situazione di guerra sono stati costituiti 3 TEV-DEM cantonali e 8 commissioni separate per ogni cantone.

Le commissioni attive ad ognuno dei livelli organizzativi operano in otto aree principali:

Donne: Le donne hanno un ruolo centrale nella rivoluzione del Rojava e ogni ruolo direttivo, come quello del Sindaco, prevede l’elezione di 2 persone, un uomo ed una donna, che amministrano insieme gli interessi pubblici. Negli ultimi anni nel Rojava e nel Kurdistan turco si è sviluppata una vera e propria “scienza della donna” denominata Ginealogia, considerata anche una materia di insegnamento nelle scuole e nelle accademie.

Difesa: Le commissioni di difesa operano in tutti e quattro il livelli organizzativi. A livello più basso ogni comune elegge tre membri della commissione di difesa che oltre a preparare la difesa degli altri membri della comune si occupano di alcuni compiti precedentemente svolti dalla polizia locale. Ad esempio la lotta alla criminalità organizzata, ai trafficanti di droga e agli approfittatori di guerra.

Economia: Le commissioni per l’economia sono responsabili dei negozi, delle attività di costruzione, dell’agricoltura e delle altre produzioni. Si occupano anche di organizzare cooperative con l’obiettivo di sviluppare un’economia comunitaria alternativa.

Politica: Le commissioni politiche operano a tutti i livelli ma sono maggiormente attive a livello di distretto e cantone e includono tutti i partiti che partecipano al sistema del MGRK. Mantengono anche i contatti diplomatici con le organizzazioni sociali e i movimenti politici al di fuori dell’MGRK.

Società civile: Le commissioni della società civile coordinano il lavoro dei gruppi professionali, delle associazioni dei commercianti, delle cooperative e delle strutture produttive.

Società libera: Queste commissioni si occupano ditutte le attività sociali e organizzative che non sono sotto il diretto controllo delle assemblee popolari.

Giustizia: Le commissioni per la giustizia sono composte dai comitati per la pace formati da una decina di persone, solitamente cinque uomini e cinque donne, che cercano di amministrare la giustizia e risolvere i conflitti in modo consensuale. Nel caso di violenza contro le donne le commissioni sono composte da sole donne.

Istruzione: La rivoluzione ha preso il controllo del sistema educativo ed oltre ad occuparsi dell’istruzione scolastica ha fondato una serie di accademie, per tutte le otto aree del sistema. Si occupano inoltre della stampa, della cultura e dei corsi di lingua curda.

e tante foto e video….
http://www.rainews.it/ran24/speciali/2018/il-dramma-di-afrin/