Radio CIROMA: Newroz Piroz Be!

La festa del fuoco, il Newroz, l’antica festa dei popoli mesopotamici che per il popolo curdo coincide con il loro capodanno. La prima stagione dell’anno curdo è la primavera, buhar, è in questi giorni si è festeggiato il 2627 anno del calendario curdo.

Il Newroz, cade il 21 marzo di ogni anno, nasce da una leggenda che narra di un tiranno sceso a patti con Satana. Una delle vittime sacrificali che venivano immolate per il tiranno Zahhak, nel 612 a.C., uccise il re dispotico e sanguinario, per poter liberare il proprio popolo. Si narra, infatti che questo popolo fosse nato per i molti giovani salvati da un servo dalla carneficina e fatti scappare sulle montagne. Un popolo nato dall’oppressione che negli anni è continuata per le sue stirpi. Questo popolo, i progenitori dei curdi, quindi, viveva per lo più nelle montagne e il ribelle per diffondere la notizia della vittoria e farla arrivare agli altri curdi accese dei fuochi in segno di gioia. Da qui traggono le origini i grossi Piroz che vengono accesi durante il Newroz.

Ancora oggi, nei villaggi, nelle grandi città con un alto numero di curdi, nelle municipalità curde, in Kurdistan e non solo, viene festeggiato il Newroz dove vengono accesi grossi falò, accompagnati da canti e danze di lotta, gioia e speranza. Migliaia di curdi in questa settimana hanno festeggiato il Newroz, quest’anno carico ancora di più, rispetto agli anni passati, di speranza, gioia e lo sguardo verso una nuova primavera dei popoli iniziata con la liberazione di Kobane. Curdi, arabi, yazidi, in questi giorni non hanno festeggiato solo il nuovo anno, ma soprattutto la liberazione dallo Stato Islamico -guidato da al-Baghdadi- di Kobane, hanno ricordato i martiri morti nelle battaglie di liberazione e resistenza, hanno gioito gridando forte al cielo “Biji Kurdistan, biji APO”. E con loro c’eravamo anche noi, una fitta delegazione di italiani provenienti da diverse realtà territoriali e nazionali, abbiamo gioito, cantato, danzato, inneggiato alla lotta, pianto per i martiri delle battaglie e per le uccisioni di numerosi curdi durante alcuni Newroz.

Il Newroz è iniziato il 17 marzo a Etmenek piccolo villaggio di Suruç, città della provincia di Sanliurfa, a ridosso del confine con Kobane, dove vivono centinaia di curdi scappati durante gli attacchi dell’ISIS sulla città, i quali ancora oggi non possono tornare. Migliaia di persone hanno reso omaggio alla resistenza di Kobane, mentre dall’altra parte del confine si sono radunate miglia di persone per salutare i propri fratelli.

Durante i festeggiamenti la co- presidente del DTK (Congresso della Società Democratica), Selma Irmak, si è congratulata con la resistenza di Kobane e in particolare con i suoi artefici: YPG e YPJ. Sottolineando che la rivoluzione del Rojava è soprattutto la rivoluzione delle donne che si è sviluppata seguendo il modello espresso dal leader del PKK Abdullah Ocalan. Ripetendo più volte che la libertà del popolo curdo non è stata chiesta ma si è conquistata autonomamente con la lotta di donne e uomini.

I partecipanti hanno accolto con cori e canti il messaggio delle YPJ, mentre si è sempre più convinti che questa rivoluzione aprirà la porta alla riscossa di tutto il Medio Oriente contro i fascismi, gli estremismi e in particolare contro lo Stato Islamico.

Il 18, per noi, il Newroz è continuato nel piccolo villaggio di Viransehir (municipalità curda), meno di 100.000 abitanti, per lo più curdi e profughi del Kurdistan siriano rifugiati nei campi gestiti autonomamente dalla municipalità. Il piazzale nei pressi del villaggio si è colorato di rosso, giallo e verde e delle bandiere del PKK, YPG, YPJ, HDP e di Ocalan. Anche in questo piccolo villaggio abbiamo gioito con il popolo curdo e allo stesso tempo lanciato un grosso messaggio politico di solidarietà e condivisione delle politiche portate avanti nel cantone del Rojava e delle municipalità curde in Turchia.
Il 19 marzo il Newroz è stato festeggiato anche nella città di Urfa, città che ospita 3 delegazioni italiane. L’antica città dei profeti, storicamente città musulmana e in mano all’ AKP il partito di Giustizia e Sviluppo di Erdogan. Donne, uomini, anziani e bambini si sono riversati in quella piazza, piazza in cui fino a pochi anni fa- per la forte presenza dell’AKP- era vietato esporre immagini di Ocalan, vi era un grande palco dal quale capeggiavano gigantografia di Ocalan e di Kawa il ribelle che uccise Zahak. Tutti agghindati a festa o con gli abiti della guerriglia dai più piccoli ai più anziani a ribadire: Newroz pîroz be/ biji Kurdistan/ biji APO!!!

Quest’anno il Newroz di Urfa si è concluso, a differenza degli altri anni che ha visto duri scontri con la polizia, sangue, feriti e morti, solo con canti di libertà e senza lacrime.

In concomitanza con il Newroz di Urfa si festeggiava il Newroz anche ad Hasake nel Rojava occidentale, dove ci sono state più di 35 vittime e più del doppio sono rimaste ferite per l’esplosione di alcuni ordigni, non si sa quanti, dell’ISIS . La notizia ci giunge qui ad Urfa e gela il cuore e l’anima, ci lascia sbigottiti e spinge molti di noi a partecipare al grande Newroz di Amed capitale curda, dove da anni si svolge il più grande capodanno curdo a cui prendono parte decine di migliaia di curdi, dal Kurdistan e dall’Europa.

Durante il Newroz di Amed (Diyarbakır per i turchi) sono confluite nella città oltre 20000 persone, un’unica distesa che porta i colori curdi, i tradizionali Piroz, canti e danze tradizionali per attendere il messaggio di Ochalan. È stata letta la lettera del leader del PKK davanti alla folla oceanica che ha accolto con molta emozione le parole di APO che riportiamo di seguito:

A TUTTO IL NOSTRO POPOLO
Saluto il nuovo giorno [Newroz] di tutto il nostro popolo e degli amici schierati con la pace, l’uguaglianza, la libertà e la democrazia.
La crisi causata dalle politiche neoliberiste imposte a tutto il mondo dal capitalismo imperialista e dai suoi dispotici collaboratori locali porta effetti sulla nostra regione e sul nostro paese. In questo contesto di crisi, le diversità etniche e religiose del nostro popolo e le nostre culture vengono cancellate da guerre identitarie brutali e senza senso. I nostri valori, storici e moderni, della nostra coscienza e politici, non possono essere messi a tacere, né cedere alla rassegnazione di fronte a questo panorama politico. Al contrario è nostra responsabilità religiosa, politica e morale dispiegare un intervento urgente.
La nostra lotta per la democrazia, la libertà, la fratellanza e una pace dignitosa per il nostro popolo attraversa ora una fase storica. Questa lotta di quarant’anni del nostro movimento, lotta dolorosa, non è stata invano, ma ora ha raggiunto una fase che non può essere portata avanti allo stesso modo. La storia e il nostro popolo chiedono una soluzione democratica e la pace, propria dello spirito del nostro tempo. Su questa base, ci troviamo di fronte alla missione di avviare il nuovo processo in base ai dieci articoli ufficialmente dichiarati nello storico palazzo Dolmabahçe.
Con l’accordo sui principi contenuti nella dichiarazione, vedo la necessità storica di tenere un congresso per fermare la lotta armata intrapresa dal PKK contro la Repubblica turca da quasi 40 anni, e per impostare le strategie e le tattiche sociali adatte al nuovo periodo. Spero che raggiungendo un accordo generale in breve tempo attraverso la commissione per la verità e la riconciliazione, basata sui membri del parlamento e il comitato di monitoraggio, si tenga con successo questo congresso. Ora, con il nostro congresso, il nuovo periodo inizia. In questo nuovo periodo, stiamo entrando in un nuovo processo nella Repubblica turca, sulla base di una cittadinanza costituzionale di liberi ed uguali, come società democratica con un’identità democratica, in pace e in una vita fraterna. In questo modo, per superare i 90 anni di storia piena di conflitti della repubblica turca, stiamo camminando verso il futuro di una pace vera e criteri democratici universali. La vera storia del Newroz è salutare questo processo in vostra presenza. Tuttavia, ciò che è giusto per il nostro paese e il nostro popolo, allo stesso tempo, dovrebbe essere valido per la nostra sacra regione. La realtà dell’imperialismo capitalista degli ultimi duecento in generale, e degli ultimi 100 in particolare, è stata porre le identità etniche e religiose le une contro le altre sulla base del nazionalismo statalista, voglio dire che ha basato la sua esistenza sulla politica del divide et impera fino ad ora!
Dobbiamo essere coscienti che l’ultima forma della brutalità dei poteri imperialisti che non rinunciano alle loro ambizioni sul Medio Oriente, è quella di ISIS. Questa organizzazione forza il significato di brutalità, massacrando curdi, turcomanni, arabi, ezidi e assiri, per non parlare delle donne e dei bambini.
Ora è il momento di terminare questo brutale e disastroso corso, e di procedere verso fratellanza e democrazia, in linea con il nostro passato. Sono convinto della necessità di distensione attraverso identità aperte e democratiche, per superare gli stati-nazione caratterizzati da un nazionalismo conflittuale, estenuante, disastroso, attraverso la politica democratica. Per questo, faccio appello agli Stati nazionali a mettere in atto il nuovo tipo di distensione democratica attraverso la politica democratica, e ancora faccio appello agli Stati nazionali a costruire la nuova casa collettiva democratica del Medio Oriente dentro se stessi. Inoltre, faccio appello oggi alle donne e ai giovani i cui cuori battono per la libertà, e che sono la stragrande maggioranza di questa folla, di riuscire con successo in ambito economico, sociale, politico e nella difesa nel prossimo periodo. Infine, saluto la resistenza e la vittoria di Kobani, che ha un grande significato per la nostra regione e anche per il mondo intero. Per questo saluto “l’anima di Eşme” che è stata migliorata come simbolo della nuova storia. Questi punti indicati sopra, sono un invito irripetibile alla ricostruzione, revisione e recupero della società, per la nostra storia e la nostra vita attuale, per dirla in una frase.
Ancora una volta, saluto questo storico Newroz davanti a voi per tutti i popoli del mondo.
Viva il Newroz!
Viva la fratellanza fra i popoli!
Abdullah Öcalan
Prigione di Imralı
21 marzo 2015
Fonte traduzione http://www.uikionlus.com/abdulalh-ocalan-mesaggio-del-newroz-2015-amed/

Il Newroz continuerà fino al 22 marzo nelle città di Istanbul, Izmir, Bursa, Manisa, Adana e altre città turche.
Il Newroz si conclude con un messaggio di speranza della nuova primavera dei popoli per l’unità di questi senza discriminazioni e persecuzioni rispettando le culture, le lingue, le tradizioni e le identità di ogni uomo e donna non solo in Kurdistan ma nel mondo intero.
Elma Battaglia (C.P.O.A. Rialzo- Cosenza)