Prigionieri ISIS: “Vogliamo il petrolio dei curdi infedeli”

I prigionieri di ISIS catturati dalle YPG, con cui ANF ha parlato in un carcere nel Rojava, hanno riferito che il petrolio viene contrabbandato in Turchia e venduto, e che quasi tutti gli aiuti inviati alla FSA (Esercito Siriano Libero) hanno raggiunto l’ISIS. Hanno aggiunto: “Ci sono molte persone, gruppi, organizzazioni e associazioni in Turchia che ci sostengono.”

I leader e membri di ISIS che erano stati catturati durante gli scontri o prima che potessero compiere sabotaggi o suicidi, sono detenuti in carceri protette in varie parti del Rojava. I membri dell’ISIS ancora sotto interrogatorio sono detenuti in isolamento, ma a quelli il cui interrogatorio è stato completato e che sono stati posti in custodia cautelare è consentita una visita familiare settimanale. Una volta alla settimana, dalle 9 del mattino fino alle 2 del pomeriggio, i membri di ISIS possono ricevere la visita dei propri familiari provenienti dalle regioni arabe o da altri paesi. Si stima che ci sono attualmente circa 400 membri di ISIS in custodia nel Rojava. Abbiamo parlato con alcuni prigionieri in un carcere militare nel Rojava.

https://www.youtube.com/watch?v=g5-3IElWLEc

 

Inviati 200 dollari a settimana

I funzionari del carcere hanno affermato di non vedere i membri di ISIS come nemici poiché non si trovano sul campo di battaglia, bensì come esseri umani, e che non ci sono maltrattamenti o torture in carcere. Essi hanno detto che i detenuti ricevono lo stesso cibo di coloro che lavorano nel carcere, e che avremo potuto chiedere direttamente ai detenuti senza la presenza di alcun funzionario del carcere. I funzionari del carcere hanno riferito che oltre ai detenuti arabi provenienti da diversi stati c’erano anche turchi, curdi, afghani e turkmeni. Hanno detto che a ogni militante vengono inviati, dalle proprie famiglie, 200 dollari alla settimana.

Perché i kurdi credono nella democrazia!
Samir Emin Maro ha 32 anni e proviene dall’area di Jezaa, in Siria. È un capobanda di ISIS, chiamato ‘Amir’ nell’organizzazione, ed è stato coinvolto in numerosi scontri. Racconta di essere stato catturato durante uno scontro con le YPG a Tel Hemis e aggiunge che stanno combattendo i kurdi perché sostengono la democrazia, che “deve essere rimossa in quanto anti-islamica”. Maro afferma: “Lo stato islamico si oppone alla democrazia, poiché essa è un sistema opposto alle leggi di Allah. I curdi credono nella democrazia, ed è per questo che abbiamo avviato una guerra contro di loro. In secondo luogo, l’ISIS vuole stabilire un califfato su Siria, Iraq, Arabia Saudita, Giordania e Libano. In questo momento la nostra guerra è per lo più combattuta in Siria, Iraq e Libano, ma i curdi hanno creato una barriera contro di noi.”

Samir Emin Maro ha aggiunto che anche Israele è nel mirino, dichiarando che non vogliono lo stato di Israele in Medio Oriente. “Non ci siamo dimenticati. Una volta che avremo liberato la Palestina attaccheremo Israele.”

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“Se ci fossero maltrattamenti lo direi”
Maro ha raccontato di essere stato trattato bene, aggiungendo: “Se ci fossero maltrattamenti di qualsiasi tipo lo direi. Dopo l’interrogatorio ci hanno portato qui. Quasi tutti qui sono arabi. Alcuni sono stati catturati in missioni di sabotaggio. Loro ci permettono una visita settimanale. Oggi era il giorno di visita e mio padre è venuto da Jezaa. Il mio processo è in corso e non so cosa succederà dopo.”

“Sono stato curato a Urfa e poi sono tornato”
Kerim El Mıhlef ha circa 20 anni ed è stato catturato dopo essere rimasto ferito in uno scontro a Serekaniyê. Inizialmente si era unito al FSA quando è scoppiata la guerra civile, ma circa un anno fa ha raggiunto l’ISIS, quando qualche gruppo islamista all’interno del FSA si è staccato per unirsi all’ISIS. È stato coinvolto in diversi scontri ed è stato ferito allo stomaco e al braccio destro. Dopo essere rimasto ferito nell’area di Tel Abyad, è stato portato attraverso il varco di confine di Akçakale all’ospedale di Urfa, e dopo aver ricevuto due mesi di cure, è tornato in Siria. Mıhlef ha affermato: “Durante gli scontri abbiamo catturato soldati del regime o sciiti. Secondo noi sono infedeli e meritano di morire. Allah ci ordina di ucciderli. I membri del mio gruppo tagliavano le teste con mannaie e coltelli, ma io non l’ho fatto. Le decapitazioni venivano riprese.”

“Tutti quelli che si oppongono a noi sono infedeli”
Il membro di ISIS ha affermato che sono coinvolti in una guerra santa e che tutti coloro che gli si oppongono sono infedeli, aggiungendo che è sicuro che il califfato sarà ristabilito. Mıhlef ha riferito che l’ISIS è un’organizzazione ombrello e che ci sono organizzazioni affiliate in paesi come Siria, Iraq, Libano, Tunisia, Giordania e Libia che hanno tutti fatto giuramento di fedeltà al “Califfo Abu Bakir Al Baghdadi”.

Vogliamo appropriarci del petrolio curdo’
Un altro prigioniero, Abbad Maaruf, crede che tutti coloro che si oppongono all’ISIS siano infedeli. Maaruf dice: “Ci sono ricchi depositi di petrolio a Rimelan e in altri luoghi della regione curda. Vogliamo prenderli. Questa regione è ricca e loro sono infedeli, è per questo che abbiamo avviato una guerra contro i curdi.” Egli ha aggiunto che lo “stato islamico” è stato introdotto in ogni luogo in Siria in cui l’ISIS aveva stabilito il controllo, e che il loro obiettivo è l’intero Medio Oriente. Maaruf ha riferito che ci sono molti gruppi, organizzazioni e associazioni in Turchia che li sostengono, e che molte persone sono arrivate dalla Turchia per lottare con loro.

“Il petrolio viene venduto alla Turchia”
Maaruf ha dichiarato che l’ISIS sta trasportando il petrolio tramite autocisterne da diverse aree, in primo luogo, attraverso Rakka, Akçakale e Kilis per venderlo in Turchia. Ha aggiunto che il petrolio viene pompato anche attraverso gasdotti primitivi e che anche il diesel viene inviato.

“Tutti gli aiuti trovano la via dell’ISIS”
Maaruf sostiene che tutti i gruppi “islamici” separati dall’ISIS sono in realtà affiliati con esso e sono diretti dallo stesso centro, aggiungendo: “Tutti gli aiuti umanitari, come cibo e medicine, inviati dalla Turchia trovano la via dell’ISIS. Ci sono molti gruppi nella FSA, e molti di loro sono affiliati a noi. Gli aiuti sono inviati sia dalla Turchia che dalle organizzazioni umanitarie. Tali aiuti vengono poi recapitati all’ISIS. Noi non soffriamo la mancanza di cibo o armi. Armi e munizioni ci vengono inviate da molte parti.”

https://www.youtube.com/watch?v=Tu2tiXJ7gt8