PACE critica nei confronti della libertà d´informazione in Turchia
25 gennaio 2013
L´Assemblea Parlamentare del Consiglio d´Europa (PACE) ha criticato la Turchia per la condizione della libertà di stampa nel paese.
Nella sua assemblea di discussione tenutasi giovedì, PACE ha sottolineato che “la libertà d´espressione e d´informazione costituisce un elemento fondamentale di buon governo e prospera democrazia, ed anche un obbligo fondamentale di ciascun stato membro ai sensi dell´art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell´Uomo (ETS N. 5, “la Convenzione”). Gli Stati membri hanno, in particolare, l´obbligo concreto ai sensi degli art. 2 e 10 della Convenzione di proteggere i giornalisti dagli attacchi alla loro vita e alla libertà d´espressione e di evitare l´impunità dei colpevoli”.
L´Assemblea ha condannato i numerosi attacchi contro i giornalisti d´inchiesta e le minacce contro le persone che lavorano nella stampa d´inchiesta, come Sergei Magnitsky, torturato ed ucciso in un carcere russo nel 2009. Ha invitato le autorità preposte ad indagare appropriatamente su questi casi per condurre davanti alla giustizia coloro che li hanno ispirati.
L´Assemblea ha detto “di essere scioccata dall´alto numero di giornalisti imprigionati, detenuti e sotto processo in Turchia per aver espresso le loro opinioni e per aver contribuito al dibattito politico necessario per una democrazia che si sta sviluppando. L´enorme numero di casi ha un effetto paralizzante sull´ambiente della stampa e dei giornalisti in Turchia”.
Pur accogliendo con favore il fatto che il “Terzo Pacchetto di Riforme Giudiziarie”, adottato dal Parlamento turco il 2 Luglio 2012, possa prevenire in futuro fermi eccessivamente lunghi, l´Assemblea ha notato “con preoccupazione che i fermi imposti in precedenza proseguono tuttora ed i processi in corso continuano ad essere assegnati ai precedenti Tribunali Speciali. L´Assemblea invita il Governo turco ad attuare pienamente e senza ritardo le raccomandazioni del Commissario per i Diritti Umani, pubblicate nel rapporto del 12 Luglio 2011”.
La revisione legislativa nel 2008 dell´articolo 301 del Codice Penale turco non sembra aver risolto il problema causato dal fatto che lo stesso articolo puó essere applicato indebitamente nei confronti dei giornalisti e altre persone, come affermato dalla Corte Europea dei Diritti dell´Uomo nel caso di Altuğ Taner Akçam contro Turchia il 25 Ottobre 2011. Perció, l´Assemblea “invita la Turchia ad abrogare immediatamente l´articolo 301”.
All´interno della risoluzione finale, si dichiara: “E´ piuttosto difficile comprendere il gran numero di indagini penali avviate contro i giornalisti ai sensi degli art. 285 e 288 del Codice Penale turco, dell´art. 6 della Legge Anti-terrorismo turca e delle relative disposizioni di legge, in particolare per aver riportato notizie in merito ai processi giudiziari di massa che riguardano l´organizzazione criminale Ergenekon. Il gran numero di casi è un´indicazione di una grave violazione della libertà di stampa, anche alla luce della Raccomandazione del Comitato dei Ministri Rec(2003)13 sulla trasmissione di informazioni attraverso la stampa in relazione ai procedimenti penali”.
Accogliendo infine i progetti di assistenza e cooperazione stabiliti dal Consiglio d´Europa con la Turchia su invito esteso dal Primo Ministro turco, Recep Tayyip Erdoğan, nell´Aprile del 2011, l´Assemblea invita “il Segretario Generale del Consiglio d´Europa a valutare l´impatto di quest´azione e a rivedere e possibilmente aumentare le attività di cooperazione nel campo della libertà di stampa”.
ANF STRASBURGO