Muslim: Non appoggiare più la Turchia

Ankara sostiene la milizia jihadista IS con risultati delle rilevazioni dei »Tornado«. Armi tedesche per la guerra contro i curdi. Un colloquio con Saleh Muslim Mohamad.Saleh Muslim Mohamad è co-presidente del Partito di Unione Democratica (PYD) curdo in Siria

Come descriverebbe la situazione attuale nel nord della Siria nei territori tenuti dai curdi?
Siamo in guerra. In una guerra calda. È in corso l’avanzata verso la città di Raqqa che è sotto occupazione da parte di Daesh – da voi noto come »Stato Islamico« o IS. L’alleanza delle »Forze Siriane Democratiche«, FSD, e le Unità di Difesa del Popolo curde YPG come parte delle stesse, hanno iniziato la loro offensiva nella città di Ain Issa e già nei primi giorni hanno liberato diverse località dal dominio di IS. Stiamo chiudendo il cerchio dell’assedio intorno a Raqqa. Abbiamo in corso pesanti scontri con Daesh e veniamo appoggiati con attacchi aerei dalla »Coalizione Internazionale«.

Mentre i curdi collaborano con l’alleanza a guida USA sono sotto il fuoco della Turchia, componente della NATO. Che effetto ha la presenza di truppe turche in Siria?
Credo che l’opinione pubblica europea non conosca i reali obiettivi della Turchia. Attualmente truppe turche tengono sotto occupazione parti della Siria. Sono presenti soldati turchi, carri armati turchi e armi turche. Ma non per combattere Daesh. Per la Turchia i terroristi siamo noi, non IS. L’esercito turco cerca di respingerci e di scacciarci. Daesh aiuta le truppe turche nel farlo, per esempio con il fatto che queste nell’avanzare possono semplicemente passare. La Turchia in Siria non deve temere IS. Questo rende più semplice all’esercito turco bombardare villaggi curdi e gruppi locali di autodifesa nel nord della Siria. La situazione è esplosiva e pericolosa.

Le YPG sono in grado di resistere all’attacco turco e di rispondere?
A volte rispondono al fuoco, a volte no. Il problema è l’aviazione turca contro la quale ci sono a stento possibilità di difesa.

Secondo la stampa unità speciali dell’esercito USA sostengono sul terreno le FSD nell’assedio di Raqqa. Ci sarebbe una centrale di comando per il coordinamento con gli attacchi aerei USA alle postazioni di IS.

Le intese sono necessarie. Le FSD sono un’unione di circa sette gruppi curdi e arabi, negli attacchi aerei collaborano gli eserciti di diversi Paesi. La collaborazione funziona molto bene.

C’è collaborazione anche con l’aviazione russa?

No, non è attiva in quella zona, piuttosto nella regione di Palmira, a circa 200 chilometri da Raqqa.

La Russia dopo gli attacchi aerei turchi contro postazioni delle Unità di Difesa del Popolo curde ha proclamato una specie di zona di divieto di volo nei confronti dell’esercito turco. Questo fatto è percepibile?

I rapporti in proposito non sono veri. Era una diceria.

Non pensa che la cooperazione tra la Russia e l’alleanza anti-Is a guida USA sarebbe più efficace?
Naturalmente la cooperazione andrebbe bene. Entrambi combattono contro lo stesso nemico e non si mettono d’accordo negli attacchi. Questo alla fine può creare problemi.

Oltre che a Raqqa si vuole sconfiggere IS anche a Mosul in Iraq. In fuga dai combattimenti, migliaia di persone sono approdate anche nel nord della Siria. Come potete occuparvi di tutte queste persone dato che la Turchia e il KDP curdo in Iraq hanno proclamato un blocco contro il Rojava?

Facciamo quello che possiamo, spartiamo quello che abbiamo. Cerchiamo di ottenere approvvigionamenti per i profughi tramite gli aiuti dell’ONU. Ma dobbiamo anche occuparci dei cosiddetti profughi interni, quindi coloro che di fronte all’avanzata delle FSD fuggono dai villaggi intorno a Raqqa e dalla città stessa nei territori curdi sotto il controllo delle YPG. Dobbiamo proteggere anche loro.

Il Parlamento tedesco ha appena prolungato il mandato per l’esercito tedesco in Turchia. Agli aerei da ricognizione tedeschi »Tornado« ora dovranno unirsi anche macchine AWACS della NATO. Accoglie questa decisione con favore?

Beh, prima della votazione non è stato chiesto il nostro parere. Ma salutiamo ogni sostegno.

Il governo tedesco stesso non può escludere che i dati delle ricognizioni dei »Tornado« dell’esercito tedesco vengano usati dalla Turchia per i loro attacchi contro i curdi …

Tutti i dati che vengono passati alla Turchia vengono usati in due diversi modi nella lotta contro i curdi. I turchi continuano ad avere buone relazioni con Daesh al quale passano dati sugli obiettivi. Dall’altro lato usano i risultati delle ricognizioni per i loro attacchi contro le zone curde. Questo è inaccettabile.

Queste sono accuse pesanti. Ha le prove del fatto che l’esercito del Paese NATO Turchia passa informazioni di altri stati della NATO agli islamisti in Siria o lo sospetta?
Rispetto al presente non abbiamo prove concrete. Ma durante i combattimenti intorno a Kobane nel 2014/2015 era certamente così. Daesh ha attaccato in modo molto mirato postazioni curde che erano note all’alleanza internazionale. Le YPG all’epoca avevano passato le coordinate per evitare attacchi da parte dell’alleanza. I dati devono essere stati passati a Daesh da lì. Non c’è un’altra spiegazione.

Cosa si aspetta dal Presidente USA neo-eletto Donald Trump. Ha annunciato di non voler proseguire la politica di scontro dell’attuale amministrazione nei confronti della Russia e di volersi tirare fuori dalla Siria. Lei spera in un ritiro degli USA dal Vicino Oriente o lo teme?

Al momento nessuno conosce le sue reali intenzioni. Quindi per ora dobbiamo aspettare quello che Donald Trump fa veramente. Gli USA stessi hanno obiettivi a lungo termine e una strategia orientata in questo senso. Rispetto a questo anche il nuovo Presidente probabilmente cambierà poco. Attualmente gli Stati Uniti combattono contro Daesh. Parto dall’idea che resterà così. Questo per noi conta e spero che le nostre relazioni miglioreranno.

Poco fa è stato a Berlino per colloqui politici. Quali richieste o aspettative ha nei confronti del governo tedesco?
Voglio citare solo due punti principali. In primo luogo: l’esercito turco combatte contro i curdi. E combatte con armi NATO. Una parte di queste armi viene dalla Germania. La Germania non è chiunque, ma è influente in Europa. Il governo tedesco può decidere cosa fare e cosa no. Può fare in modo che non vengano più fornite armi alla Turchia che alla fine vengono usate per combattere la popolazione curda.

In secondo luogo: la Turchia riceve un sacco di soldi dall’Europa. Aiuti pre-ingresso per l’avvicinamento agli standard dell’UE per esempio. E anche miliardi di Euro per non far più passare i profughi. Se il governo turco non ottiene quello che vuole, minaccia e ricatta l’Europa.

La Germania e l’UE devono mostrare una politica più prudente. Non devono continuare a sostenere la Turchia nella sua guerra contro i curdi e nell’appoggio a Daesh. Una mossa maldestra e la situazione in Siria minaccia un’escalation a livello internazionale. La Germania a questo proposito ha una grande responsabilità.

Intervista: Rüdiger Göbel
Junge Welt