Mozione del Pci in Consiglio comunale a Parma per la cittadinanza a Öcalan

Ettore Manno (Pci) presenta una mozione al Consiglio comunale per chiedere la cittadinanza al leader curdo Abdullah Öcalan, che “da ormai vent’anni – si legge nel testo propone una soluzione pacifica al conflitto curdo arrivando a chiedere pubblicamente attraverso le dichiarazioni del suo legale, un armistizio per raggiungere la pace tra il Partito democratico del popolo kurdo e la Turchia al fine di costruire un’unione democratica tra il popolo Turco e il popolo Kurdo dando avvio a un processo di dialogo”.

“Il leader Abdullah Öcalan – prosegue l’atto – è oggetto di una criminalizzazione senza precedenti e ad un trattamento disumano senza uguali, già denunciato alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo; visto inoltre che la città di Parma è medaglia d’oro alla resistenza e che oggi il popolo di Öcalan è impegnato in prima fila contro il sedicente Stato Islamico, realtà violenta e dittatoriale; Si chiede: di attribuire per i motivi espressi nella parte bibliografica che fa parte integrante del seguente provvedimento, la cittadinanza onoraria ad Abdullah Öcalan leader riconosciuto dell’eroico popolo Kurdo”.

La storia di Öcalan – Il consigliere ha allegato alla mozione un capitolo in cui ripercorre le vicende biografiche del leader curdo. Questo il testo.

Abdullah Öcalan nasce a Omerli, un villaggio nel Halfeti-Distretto,- provincia di Urfa, nel sud est della Turchia (Kurdistan) nel 1948. Ha studiato Scienze politiche all’università di Ankara e terminato con successo i suoi studi, entrando nell’amministrazione pubblica. Influenzato dalla terribile situazione del suo popolo, cui il governo negava di coltivare la propria identità culturale (divieto di usare la lingua curda, proibizione dei cognomi curdi, Öcalan divenne membro attivo delle associazioni culturali di promozione dei diritti del popolo curdo.Nel 1978, due anni prima del colpo di stato militare, veniva fondato il Partito degli Operai del Kurdistan e Ocalan ne diventa il capo.

Il 15 febbraio 1999 Abdullah Öcalan, leader del Pkk mentre si recava all’aeroporto provenendo dall’ambasciata greca di Nairobi, fu rapito e condotto in Turchia con un aereo privato di un uomo d’affari turco. Un atto di pirateria internazionale dopo un’odissea durata settimane tra Damasco, Mosca, Amsterdam, Roma e Atene.

Il rapimento fu un’opera magistrale dei servizi segreti turchi, americani e israeliani. Dal 16 gennaio 1999 è tenuto prigioniero sull’isola di Imrali.

La proposta di Öcalan per la pace e la riconciliazione tra turchi e kurdi è incentrata sulla richiesta di una maggiore “autonomia democratica” all’interno della Turchia, ossia nel riconoscimento delle differenze culturali e nazionali dei curdi all’interno di uno Stato unitario. Öcalan è stato in grado di proporre una soluzione negoziata, avanzando proposte dettagliate che invitano entrambe le parti ad adottare misure per giungere a una fine definitiva del conflitto. Dando una possibilità concreta di pace, egli ha utilizzato il suo carisma per ottenere ripetuti cessate il fuoco unilaterali da parte dei guerriglieri curdi.

Nel 2009 furono avviate le “Riunioni di Oslo”, negoziati segreti, tra Öcalan, una delegazione nominata dal governo dello Stato turco e i membri senior del Pkk che si basarono sul documento intitolato “Base della tabella di marcia per i negoziati” scritto da Öcalan ed in cui le parti concordarono tre protocolli che contenevano un piano graduale per la fine del conflitto e una soluzione politica alla questione kurda. Nel 2013 Öcalan ha iniziato un nuovo processo di negoziazione, il cosiddetto ‘Processo di Imrali’. Negli ultimi venti anni, Öcalan ha sviluppato una filosofia politica che si distingue per una visione alternativa della società, promuove la parità di diritti tra persone di tutte le nazionalità e credenze e, soprattutto, promuove il riconoscimento concreto dei diritti e della libertà delle donne in tutti i settori della società. Il successo del movimento kurdo nel Rojava in Siria, non solo nella lotta contro il terrorismo dell’Isis, ma anche per un modello inclusivo di convivenza tra gruppi etnici e religiosi per lungo tempo diffidenti tra loro, fa affidamento sulle idee e sul paradigma di Öcalan. Nel Rojava (zona settentrionale della Siria a maggioranza curda), l’inclusione di tutti i gruppi etnici e religiosi come assiri, arabi, siriaci e caldei cristiani nelle amministrazioni cantonali è nata grazie al sostegno di Öcalan e all’applicazione del modello da lui sviluppato, il cosiddetto “Confederalismo Democratico”.

Gli sforzi di Abdullah Öcalan per la pace e la democrazia non sono stati solamente accolti dai curdi in Turchia, ma anche dagli altri gruppi etnico-religiosi in Siria, che combattono contro l’Isis insieme ai curdi. Il modello di convivenza inclusiva è servito e può servire come un potente strumento per la pace, la stabilità e la prosperità per i popoli della regione. Ci sono state molte campagne avviate per la libertà di Öcalan. In una campagna di raccolta firme condotta nel 2005-2006, circa 3,5 milioni di persone provenienti da tutte le parti del Kurdistan hanno firmato una dichiarazione affermando che essi considerano Öcalan come il loro leader politico. Una seconda campagna di raccolta firme depositata alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo per chiedere la “Libertà per Abdullah Öcalan e gli altri prigionieri politici in Turchia ha raccolto in totale 10.363.000 firme.

La questione curda può essere risolta solo attraverso il dialogo e attraverso misure concrete che rispettino i diritti umani dei gruppi etnici e religiosi in Turchia. Con l’ascesa di partiti politici popolari come Hdp, (Partito democratico del popolo) che di recente ha ottenuto lo storico ingresso nel Parlamento turco, la domanda del popolo della Turchia per la pace, per la sua democratizzazione, per le riforme politiche, la parità di genere e dei diritti umani è in aumento. È essenziale che il governo turco riprenda i negoziati per prevenire ulteriori spargimenti di sangue. Le azioni di Öcalan nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che il leader curdo è in grado di svolgere un ruolo di equilibrio per quanto riguarda gli interessi turchi e curdi. Questo equilibrio è la condizione preliminare per una pace durevole e legittima.

La liberazione di Abdullah Öcalan è un fondamentale contributo alla soluzione del conflitto è quindi inevitabile. Continuare a mantenere il silenzio e isolare Öcalan significa contribuire a ignorare la questione curda in Turchia e non riuscire a compiere passi concreti verso le riforme politiche per una reale democratizzazione.
La liberazione di Öcalan garantirà il successo del processo di pace in Turchia. Per questi motivi, il Comune di Palermo, di Napoli, di Reggio Emilia e di Martano (Lecce) ha già concesso la cittadinanza onoraria come segno di costruzione di convivenza, pace, solidarietà e giustizia tra i popoli.