Messaggio da Imralı

Cumali Karsu, Şeyhmus Poyraz ed Hasbi Aydemir, i tre detenuti presenti nel carcere di Imralı insieme al leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan, hanno incontrato le loro famiglie il 28 Gennaio. Ai tre prigionieri politici kurdi, trasferiti ad Imralı nel Novembre del 2009, era stato negato il permesso di incontrare le famiglie del Marzo 2011.

Parlando con l´agenzia di notizie DIHA riguardo all´incontro, Felek Poyraz, fratello di Şeyhmus Poyraz ha affermato: “Quando ho chiesto a mio fratello della situazione del leader kurdo, ha detto che stava bene. Ha detto che i colloqui tra i funzionari del MIT ed il leader kurdo continuano e che lui, Öcalan, ha condiviso tutti gli sviluppi ed i dettagli riguardanti il processo di colloqui con gli altri detenuti. Ha detto che Öcalan ha chiesto la loro opinione su ogni questione, dicendo ´Potró essere il leader ma siamo compagni. Ci muoveremo insieme, non importa quello che accadrà´. Ha detto che i detenuti nel carcere di Imralı seguono gli sviluppi attuali leggendo il quotidiano Özgür Gündem e che si sono riuniti in una zona comune per un´ora ed hanno discusso ogni giorno degli sviluppi in Turchia e nel mondo”. Poyraz ha affermato che suo fratello e gli altri detenuti sono pronti a fare qualsiasi cosa necessaria per il raggiungimento della pace ed ha aggiunto: “Mi ha detto che sono pronti a sacrificare le loro vite per il popolo kurdo. Ha detto che il sig. Öcalan sta prendendo tutte le misure necessarie per garantire una soluzione ed ha invitato il popolo kurdo a rimanere forte e determinato. Öcalan ha aggiunto che anche il Primo Ministro Erdoğan dovrebbe prendere misure per una soluzione”.

Poyraz ha detto che le famiglie desiderano che i detenuti di Imralı possano ricevere lo stesso trattamento degli altri rinchiusi nelle carceri turche.

Vezire Poyraz, madre di Şeyhmus Poyraz, non aveva potuto vedere suo figlio per 23 mesi. Ha detto che i parenti sono stati soggetti a severe perquisizioni del corpo e degli oggetti personali prima che fosse loro permesso di entrare nel carcere: “Gli ufficiali di alto grado in quel luogo ci hanno perquisito almeno dieci volte. Hanno detto a me, una donna di settant´anni, di togliere i vestiti ma ho rifiutato con insistenza questa imposizione, che è la più crudele che abbia mai visto”. Ha poi affermato che il figlio manda i saluti al suo popolo ed ha sottolineato che i detenuti nel carcere di Imralı sono sottoposti ad isolamento. Ha concluso: “Come madre, voglio che il massacro in corso si fermi e che le persone in carcere ed in montagna tornino alle loro case”.

ANF Bursa