L’uccisione di Tahir Elci è un nuovo crimine di Erdogan

L’uccisione di Tahir Elci, presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakir, principale città kurda della Turchia, costituisce un nuovo crimine del regime di Erdogan. Il video pubblicato su Youtube lascia pochi dubbi sull’effettiva dinamica dei fatti. Al termine della conferenza stampa convocata per protestare contro la repressione in corso nel Kurdistan turco e in particolare nelle città di Cizre e Silvan, i poliziotti presenti hanno ingaggiato una sparatoria contro alcuni sconosciuti, probabilmente agenti provocatori, nel corso della quale Tahir Elci è stato raggiunto da uno o più colpi.

Lo spudorato tentativo di Erdogan di addossare la responsabilità dei fatti al Pkk, contro ogni evidenza, lascia capire a che punto sia arrivata la follia di questo aspirante tiranno. Tahir Elci era del resto da tempo nel mirino della repressione per avere affermato la natura popolare della lotta armata condotta dal Pkk e chiesto con forza la ripresa dei negoziati di pace.Indispettito per l’affermazione elettorale dell’Hdp e per le vittorie dei Kurdi siriani contro l’Isis, Erdogan ha invece scelto di giocare la carta dell’inasprimento del conflitto armato interno. Parallelamente continua quello che da più fonti viene definito il suo appoggio all’Isis, che ha diritto di libero passaggio in Turchia e riceve armi e denaro, in cambio del petrolio che i terroristi estraggono per autofinanziarsi. Per avere denunciato queste complicità sono stati imprigionati ed eliminati in Turchia giudici, giornalisti e avvocati, mentre continua ad essere avvolta dal mistero la fine della cooperante e giornalista britannica Jacky Sutton. L’abbattimento dell’aereo militare russo ha del resto dimostrato chiaramente da che parte sta Erdogan.

Forti dell’appoggio dell’aspirante Sultano, i terroristi continuano a compiere stragi in tutto il mondo, da ultimo nello stesso cuore dell’Europa. I codardi ed opportunisti governi europei continuano, insieme ad Unione europea a Nato, a sostenere Erdogan, sebbene sia sempre più chiaro il suo ruolo di quinta colonna del terrorismo dell’Isis e sempre più feroce la repressione che conduce all’interno della Turchia.

Il governo turco costituisce un ostacolo per la pace e la democrazia e va rimosso, isolandolo sul piano internazionale e dando la possibilità ai popoli della Turchia di esprimersi liberamente. Proprio il contrario di quello che stanno facendo i governi europei, che con la strage terrorista di Parigi hanno raccolto i primi risultati delle loro politiche demenziali. In Italia e altri Paesi europei occorre protestare con forza contro queste complicità, come stanno cominciando a fare, su proposta dei giuristi democratici, tutte le organizzazioni degli avvocati.

Fabio Marcelli, Il Fatto Quotidiano