Lo Stato turco continua a commettere crimini di guerra in Kurdistan
Donne, uomini, vecchi e giovani sono stati attaccati, feriti e uccisi. Villaggi e città con i loro edifici storici, ospedali, scuole, aziende e case sono stati bombardati e distrutti arbitrariamente.
I terreni agricoli e il bestiame sono stati bruciati.
Le forze armate dello Stato turco hanno condotto le operazioni senza scrupoli in Kurdistan dove molte città come Diyarbakir-Sur, Cizre, Şirnak, Silopi, Nusaybin, Gever (Yuksekova), Hezex (Idil), Silvan, Derik e Kerboran (Dargecit) sono state rase al suolo. Migliaia di persone sono state massacrate o bruciate vive brutalmente sia in spazi aperti che nelle loro case e scantinati. Molti sono rimasti feriti, mutilati e disabili.
Più di 500.000 persone sono state sfollate dalle loro zone residenziali e sono rimaste senza casa e lavoro.
L’esercito turco sta ora lanciando le sue operazioni in tutto il Kurdistan causando ulteriore distruzione e massacri.
I massacri vengono effettuati da parte dell’esercito turco sotto il nome di “Operazione” nel distretto di Lice, a Diyarbakir, e nelle zone circostanti. Una grande operazione è iniziata dopo cinque giorni di coprifuoco dichiarato a Lice e in 39 zone residenziali circostanti. Aerei e elicotteri vengono utilizzati per appiccare incendi a Lice e nelle zone circostanti tra cui aree montagnose e foreste. Migliaia di ettari di aree verdi sono stati trasformati in cenere, così come vigneti e frutteti appartenenti agli abitanti del villaggio. Queste risorse, da cui gli abitanti dipendono, vengono sistematicamente distrutte e le persone sono costrette a emigrare altrove provocando una grande tragedia umanitaria, ecologica ed economica.
I membri della comunità impegnati nella lotta antincendio sono detenuti. Le persone che stanno cercando di spegnere gli incendi con i propri mezzi stanno incontrando degli impedimenti e coloro che si oppongono vengono posti sotto custodia. Ai giornalisti, alle organizzazioni non governative e ai rappresentanti dei partiti viene vietato l’accesso all’area. Sono in corso crimini di guerra che vengono coperti dalla presenza dei militari che vietano gli accessi ai giornalisti.
Chiamata urgente per l’intervento e la solidarietà
Invitiamo le Nazioni Unite, l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e gli altri istituti competenti e singoli individui ad intervenire con ogni mezzo necessario a fare pressione sullo Stato turco per fermare questi crimini contro l’umanità. Il popolo curdo si trova ad affrontare una situazione di emergenza e se non si interviene con urgenza ci troveremo davanti a tragedie umanitarie ed ecologiche irreparabili.
Congresso Nazionale del Kurdistan