Le giornaliste reagiscono agli arresti: “La stampa libera non si inchinerà”

Reagendo alla detenzione dei giornalisti dell’Agenzia stampa Mesopotamia e delle giornaliste di Jinnews, l’associazione delle giornaliste della Mesopotamia ha affermato: “Non raggiungeranno i loro obiettivi con le politiche di oppressione. La stampa libera non si piegherà a questi attacchi”. La piattaforma delle giornaliste della Mesopotamia (MKGP) ha rilasciato una dichiarazione scritta per protestare contro la detenzione di 11 giornalisti, 7 dei quali sono donne, durante le irruzioni all’alba in nove città della Turchia nell’ambito di un’indagine avviata da un pubblico ministero ad Ankara.

“I giornalisti non rinunceranno a scrivere la verità e i fatti”, ha affermato la MGKP.

“Attacchi, pressioni, violenze e torture contro i giornalisti curdi e la stampa libera continuano senza sosta. Continua anche la resistenza dei giornalisti e della stampa libera di fronte a tali attacchi. Con grande intolleranza a questa resistenza, il governo ha fatto nuovamente irruzione nelle case di giornalisti e detenuto molti giornalisti sotto tortura”.

La legge sulla censura seguita da irruzioni

La MGKP ha evidenziato i tempi dei raid e della detenzione di 11 giornalisti curdi:

“Attira l’attenzione il fatto che l’approvazione della legge sulla censura con il voto della coalizione di governo del Partito della giustizia e dello sviluppo (AKP) e del Partito del movimento nazionale (MHP) sia seguito da queste incursioni. I giornalisti che non si sono piegati alla legge sulla censura sono stati arrestati”.

ll neonato di Zemo Aggoz ha fame

Ricordando il caso di 16 giornalisti che sono stati mandati in carcere quattro mesi fa seguendo uno schema simile di incursioni di caccia alle streghe, la MGKP ha osservato: “Dopo quattro mesi, non c’è nemmeno un atto d’accusa preparato per quei 16 giornalisti. Eppure continuano ad arrestare giornalisti a causa delle loro opere giornalistiche. Questi arresti, pressioni e torture cercano solo di sabotare la lotta dei giornalisti e di criminalizzare il giornalismo”.

 

Sottolineando la gravità della situazione di una delle giornaliste arrestate, di nome Zemo Aggoz, una giornalista dell’Agenzia di stampa della Mesopotamia che ha partorito 45 giorni fa, la MGKP ha detto: “I giornalisti sono stati torturati e ammanettati da dietro mentre venivano arrestati. Il neonato di Zemo Aggoz, arrestato ad Ankara, è stato lasciato affamato».

 

“La stampa libera non si piegherà a questi attacchi”, ha concluso la MGKP, “la stampa libera continuerà a combattere e a riportare le verità. Le giornaliste non si tireranno indietro e non lasceranno a terra la penna delle loro colleghe”.