L’antidoto contro questa guerra è l’autorganizzazione

Le guerrigliere del YJA Star dichiarano: “Come donne del PKK non permetteremo che questa sporca politica guadagni spazio, l’AKP non dimenticherà mai: anche se restasse una sola donna curda, questa non si sottometterà mai all’AKP”.

Le guerrigliere del YJA Star fanno luce sulle caratteristiche della politica colonialista dello Stato turco, che non riconosce, in qualsiasi misura, l’umanità e la morale, e sottolineano che l’autorganizzazione e la resistenza sono d’importanza fondamentale contro l’attuale regime di guerra speciale.

Le guerrigliere del YJA Star hanno parlato con l’ANF a proposito della guerra speciale che lo Stato turco ha scatenato in Kurdistan e la lotta indispensabile contro di essa.

Una guerra contro la libertà
La guerrigliera Rêvan Amed ha affermato che la qualità degli essere umani sta nei valori sociali: “Se si può sostenere questa essenza e costruire la nostra vita sociale comunitaria a partire da questo fondamento, allora, e solo allora, si può parlare di una società libera”.

Amed ha sottolineato che, nelle attuali circostanze, è impossibile parlare di una società libera, perché la società e i suoi elementi sono stati privati ​​delle loro qualità a causa di questa guerra speciale. Parla di guerra speciale, una guerra che ha come obiettivo principale quello di distruggere la libertà, e prosegue: “Il sistema non vuole un essere umano libero, una società libera, ma, al contrario, una società e degli esseri umani che hanno perso la loro vera natura e che diventano dipendenti da esso”.

Rêvan Amed continua: “Il sistema ora utilizza i mezzi di comunicazione e porta avanti una guerra estremamente pesante e sporca, che accerchia le persone, con programmi televisivi, arte, materiale visivo e scritto. Questa tattica si applica anche ad altre istituzioni. Fa di tutto affinché le persone si rinchiudano in sé stesse e restino immobili. Con questi mezzi controlla tutto e rendere schiavi di sé stessi”.

La consapevolezza dell’auto-difesa
Amed afferma che la guerra speciale è diventata recentemente evidente nei suoi aspetti più atroci: “Sono state create sporche trappole contro le ragazze a Nusaybin in cui hanno aperto centri di prostituzione, molte città sono rimaste senza acqua ed elettricità, hanno proibito alle persone di accedere ai loro campi. Questi sono solo alcuni esempi delle armi utilizzate in questa guerra speciale. È essenziale che una riorganizzazione sia basata sulla coscienza dell’autodifesa e che questa diventi il meccanismo fondamentale contro tali armi.”

Non è solo una guerra militare
Secondo la guerrigliera del YJA Star, Amargî Zîlda, la guerra tra l’esercito turco di occupazione e la guerriglia non si limita all’aspetto militare, e spiega. “Hanno portato la guerra in tutti i distretti, le strade, i villaggi e le case del Kurdistan. Questo è una guerra speciale”.

Zilda ha osservato che a tutti i livelli, dalla scuola all’economia, dai mezzi di comunicazione alla cultura, è iniziata una guerra intensa e ha sottolineato che la vera natura della guerra speciale non si percepisce davvero quando si vive all’interno del sistema . Zilda ha dichiarato: “Gli esseri umani danno molte cose per scontate” e ha spiegato che il sistema tenta di prendere il pieno controllo sugli esseri umani, sin dall’infanzia. “Ma noi abbiamo la forza di cambiare questa situazione, possiamo fermare questo meccanismo per sempre, organizzandoci in maniera profonda”.

Sur è un esempio vivente

La guerrigliera del YJA Star, Avesta Kobanî, ha sottolineato che il sistema è consapevole del fatto che non è in grado di ottenere guadagni significativi facendo pressione, commettendo violazioni di ogni genere e uccidendo civili, e quindi fa ricorso ad altri mezzi in questa la guerra speciale. Un esempio è Sur: “L’hanno completamente distrutta, bruciata, hanno massacrato la gente, e ora vengono a dirci: ‘Siamo al servizio della gente di qui, ci sarà da ridisegnare la città di Sur’, con l’intenzione di ingannare la società. Questo è il volto più marcio dello Stato”.

Kobanî ha chiarito che una parte importante delle persone sono a conoscenza di questi sporchi giochi e continua pertanto a resistere a Sur: “La gente di Sur sa molto bene che lo Stato vuole usurpare non solo le loro case, le strade, i quartieri e gli oggetti di valore, ma anche la loro identità, dignità e anima, ed è per questo che continuano a resistere, con questa consapevolezza, contro la guerra speciale … L’antidoto alla guerra scatenata in Kurdistan è l’auto-organizzazione. ”

La guerra non è portata avanti solo con le armi
Arjîn Amed, guerrigliera del YJA Star, ha spiegato che la politica coloniale dello Stato turco disumanizza la gente e la conduce fino al punto da non poter più proteggere i suoi valori sociali e culturali, rendendo la lotta congiunta qualcosa d’indispensabile. Amed ha detto che è in corso un attacco spietato contro le forze della guerriglia le quali affermano che: “Lo Stato turco non ci attacca solo con i fucili e le bombe e quindi non possiamo rispondere solo con i kalashnikov. La nostra difesa è la difesa militare, ma abbiamo bisogno di migliorare ulteriormente i meccanismi di difesa, dobbiamo agire contro i centri operativi di questa guerra speciale senza sosta.”

La guerrigliera del YJA Star ha detto che in Amed, Gever e in molte altre città del Nord del Kurdistan sono stati aperti dei bordelli come parte integrante di queste strategie di guerra speciale, con l’obiettivo di catturare le giovani. “Contro tutto questo, le giovani devono mantenere costantemente la loro lotta e scegliere per una vita libera. ”

Noi siamo vittoriosi, loro sono un corpo putrido
La guerrigliera del YJA Star, Berfîn Sêrt, ha affermato che una lotta reale e di successo contro la guerra speciale è possibile solo con una profonda analisi del sistema e prendendo le armi contro di esso. Una lotta al di fuori di questo approccio suggerisce niente di più che sottomettersi ad esso. Sêrt ha ricordato che i quattro sistemi differenti che sono stati attuati nelle rispettive parti del Kurdistan stanno implementando diversi tipi di guerre speciali contro il popolo, e spiega: “Abbiamo dimostrato una e più volte che noi siamo i vincitori e che stiamo lottando per una vita alternativa. YJA Star, HPJ, YPJ, YJS, YPS-Jin, che sono oggi le forze di difesa delle donne che aspirano a una vita libera, stanno lottando e organizzandosi nelle quattro parti del Kurdistan. Se non avessimo avuto così tanto successo, questa sporcizia della guerra speciale non si sarebbe mostrata”.

Abbiamo la forza per sconfiggere l’AKP
Ciwana Destan, altra guerrigliera del YJA Star, ha affermato: “Conosciamo l’AKP e siamo dirette verso le montagne per combattere la sua politica; quello che sta facendo l’AKP sarà solo un fallimento”.

Destan ha detto che solo osservare le madri di Sur rende chiaro che le donne saranno la chiave per il futuro, aggiungendo: “Abbiamo la forza per sconfiggere l’AKP”.

Anche se rimanesse una sola donna …
La guerrigliera del YJA Star, Baz Dersim, ha ricordato le incarcerazioni quotidiane, gli omicidi e gli stupri di donne e ha detto che stanno cercando di far prigioniera l’intera società usando i corpi delle donne. Tuttavia Baz ha sottolineato che le donne hanno dimostrato di essere una forza capace di vittorie in molti campi, dopo aver ucciso il sistema dell’AKP da circa 15 anni, e ha aggiunto: “Come donne del PKK non permetteremo che questa sporca politica guadagni spazio, l’AKP non dimenticherà mai: anche se restasse una sola donna curda, questa non si sottometterà mai all’AKP”.